Il successo del 1° Convegno organizzato da COER “L’Olio Extra Vergine di Oliva delle Terre dell’Emilia-Romagna”, svoltosi in un’ affollata sala consiliare del Comune di Vignola il 9 novembre 2024, testimonia l’evidente crescita dell’interesse e di una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori verso l’Olio Extra Vergine di Oliva e ha consentito di scoprire le grandi potenzialità dell’olivicoltura in Emilia-Romagna. Come ha sottolineato il Presidente di UNARGA Roberto Zalambani, la strada tracciata dall’Umbria con Frantoi Aperti, sta facendo proseliti grazie alla grande qualità delle produzioni di ormai tutte le regioni italiane. Patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, dall’Unione delle Terre dei Castelli e dai Comuni di Vignola, Marano sul Panaro, Valsamoggia e Modena l’evento è stato realizzato con la partecipazione e il sostegno della GLO Europe Srl, del Forno di Calzolari, dell’Acetaia Sereni, della Cantina TerraQuilia, dell’Az. Agr. Il Palazzino di Mario Milani e dall’IIS Lazzaro Spallanzani di Castelfranco Emilia (MO) e di Vignola (MO)
Al convegno moderato da Antonietta Mazzeo – Direttore Generale COER , giornalista ARGA UNARGA, al termine dei saluti istituzionali di Emilia Muratori, Sindaco del Comune Vignola e di Nicola Benatti della Regione Emilia-Romagna. Settore Organizzazioni di mercato, qualità e promozione e responsabile Area Settore Vegetale sono intervenuti Franco Spada, Tullia Gallina Toschi,Ganino Tommaso,Lucia Morrone, Luca Congi, Davide Postiglione e gli studenti Federico Tremosini e Amanda Brunelli. Le conclusioni sono state affidate a Roberta Fantoni – Presidente COER.
Al termine del convegno tutti gli intervenuti hanno potuto effettuare l’assaggio degli Oli Extra Vergini di Oliva prodotti da alcuni dei soci di COER, della campagna olearia 2024 a cui è seguito un aperitivo con prodotti enogastronomici tipici del territorio, tra cui, Il pane del Forno di Calzolari, le patate di Montese dell’Az. Agr. Il Palazzino di Mario Milani e i vini della Cantina TerraQuilia e della Tenuta SereniCultura, qualità, territorio e turismo, sono espressione di un progetto che va oltre la raccolta, la spremitura e l’imbottigliamento; COER il Consorzio Oleoturismo Emilia-Romagna, assiste e supporta i soci promuovendo e incentivando la visita ai luoghi di produzione, agli uliveti, ai frantoi, nonché alle esposizioni dedicate all’Olio Extravergine di Oliva, le iniziative di carattere didattico, culturale e ricreativo, i servizi di assaggio e commercializzazione delle produzioni olivicole e degli oggetti, materiali ad esse attinenti, nella certezza che questa forma secolare di coltivazione sia fondamentale per conservare, difendere e salvaguardare la biodiversità del territorio Emiliano-Romagnolo.”
L’obiettivo è trasformare il turismo dell’olio in una esperienza di comunità che coinvolga non solo la filiera della produzione olivicole, ma anche tutte le realtà accessorie e contigue come la ristorazione, il sistema museale, le strutture di accoglienza e quelle del benessere, le oleoteche, le agenzie di viaggio e i tour operator, che si impegnano a realizzare azioni concrete volte alla valorizzazione della cultura olivicola e del prodotto Olio Extra Vergine di Oliva, nella sua dimensione sociale, economica, ambientale, turistica e territoriale in un’ottica di sostenibilità e salvaguardando gli specifici valori espressi dalle identità storiche locali. L’oleoturismo rappresenta una grande opportunità di qualificazione, coinvolge non solo la filiera della produzione, si qualifica come “turismo di comunità”, un’offerta integrata tra olio, cultura e turismo, l’occasione per dare “valore” e più redditività agli olivicoltori. L’offerta turistica è in una fase di profonda trasformazione ed evoluzione, sostenere lo sviluppo del turismo esperienziale focalizzato sulla produzione olearia è fondamentale. L’apertura alle “visite” è piuttosto recente, se confrontata con quella delle cantine vinicole, e molti potenziali visitatori non sono ancora a conoscenza del fatto che ci sia la possibilità di sperimentare il mondo dell’olio attraverso una pluralità di esperienze, che vanno oltre a quelle tradizionali. Le potenzialità di questo comparto, grazie alla sua storia secolare, al legame con il territorio e alle proprietà benefiche del prodotto, sono ancora ampiamente inespresse. È importante indirizzare ed accompagnare lo sviluppo del settore affinché nei prossimi anni si sviluppino progettualità capaci di esprimere le sue potenzialità e creare valore per la filiera.
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Unisce l’Italia lo straordinario successo dei formaggi italiani al World Cheese Awards 2024 a Viseu, in Portogallo. 118 medaglie per la Nazionale Parmigiano Reggiano, con un numero record di 5 Super Gold, cui si aggiungono 10 premi anche per CheeseItaly – la Nazionale italiana Formaggi con diverse eccellenze casearie del Bel Paese.
“Esprimo un particolare apprezzamento ai produttori italiani che si sono messi in gioco – afferma Gabriele Arlotti Ceo dei due gruppi e giornalista ARGA – UNARGA – con grandissimo spirito di collaborazione e confronto. Abbiamo conseguiti premi nel mondo del Parmigiano Reggiano, con 118 riconoscimenti complessivi, 5 Super Gold, numero mai raggiunto prima per un singolo formaggio!, 31 ori, 45 argenti e 37 bronzi. Estremamente positivo il bilancio di CheeseItaly Nazionale italiana formaggi con 1 oro, 5 argenti (tra cui l’azienda del giovane Alessandro Criscione di soli 47 capi di bestiame a Ragusa!) e 4 bronzi destinati a eccellenze casearie di Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Puglia e Sicilia. La straordinaria visita e apprezzamento dell’ambasciatore italiano in Portogallo, Claudio Miscia, giunto appositamente nel luogo del concorso ha tributato il giusto riconoscimento al made in Italy dei formaggi in gara nel mondo”.
La Nazionale del Parmigiano Reggiano al completo
I 5 Super Gold per il Parmigiano Reggiano sono stati aggiudicati dai caseifici Società Agricola Fratelli Boldini Società Semplice (Traversetolo, Parma) inferiore ai 23 mesi, Latteria sociale Moderna (Bibbiano, Reggio Emilia) per la categoria 30-39 mesi, Caseifici Granterre – La Nuova 2000 (Cavriago) oltre 40 mesi, Casearia F.lli Dotti matr. 200 (Bibbiano) 30 – 39 mesi, Antica Fattoria Scalabrini di Ugo e Bruno S.S. Società Agricola 30 -39 mesi (Bibbiano). Lo scorso 29 ottobre ad Aiola di Montecchio Emilia, presso l’Associazione La Barchessa, si era tenuto il ritrovo delle 119 aziende italiane che hanno gareggiato in Portogallo con le due nazionali tra 4.786 campioni provenienti da 47 Paesi diversi e valutati in 104 tavoli sotto i palati di 240 giudici internazionali.
Il 13 dicembre 2024, presso la Sala del Tricolore di Reggio Emilia, la cerimonia tutta italiana per l’assegnazione dei premi ai caseifici. Vincitore assoluto del World Cheese Awards 2024 è risultato il “Queijo de Ovelha Amanteigado” formaggio di latte ovino con 86 punti conseguiti nel round finale.
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Dal Premio Landolfo , consegnato a Napoli il 21 novembre scorso nel prestigioso Istituto di cultura meridionale, un appello alle istituzioni affinché venga messa in sicurezza l’Emeroteca Tucci. Lo hanno lanciato insieme il quotidiano “Roma”, l’Ordine nazionale dei Giornalisti, la Federazione nazionale della stampa e l’Istituto di cultura meridionale in occasione della tredicesima edizione del premio di giornalismo in memoria del vicedirettore del “Roma”, Francesco Landolfo, scomparso nel 2006.
In apertura della cerimonia il messaggio della segretaria generale della FNSI, Alessandra Costante, assente perché impegnata al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Pluralismo dell’informazione, crisi dell’editoria e prospettive lavorative i temi attorno ai quali si è sviluppato il dibattito, moderato dal direttore editoriale del “Roma”, Antonio Sasso, a cui ha preso parte il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli.
Il mestiere come passione e impegno civile sull’esempio di Franco Landolfo, la cui figura professionale e umana è stata ricordata dal presidente dell’Istituto di cultura meridionale, Gennaro Famiglietti, dal segretario generale aggiunto della FNSI, Claudio Silvestri, dal presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Ottavio Lucarelli, dal direttore responsabile del “Roma”, Pasquale Clemente e dalla presidente dell’Arga Campania, Antonella Monaco. Geppina Landolfo, figlia di Francesco e segretaria del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, ha sottolineato la grande partecipazione al premio con 50 servizi giornalistici arrivati da tutta Italia.
Il premio “Francesco Landolfo” quest’anno è stato assegnato a “Reddito di contadinanza, l’idea per salvare la terra” di Emanuela Sorrentino (Il Mattino), “Cilento, andamento lento” di Valentina Tafuri (Donna Moderna), “Eco Food Fertility, da Acerra il progetto su inquinamento e capacità riproduttiva” di Lidia Scognamiglio (“Medicina 33”, TG2), “Il richiamo delle radici” di Lilly Viccaro Theo (“Mezzogiorno Italia”, TGR), “L’oro rosso del Vesuvio, contro le frodi c’è Tomato Trace 4.0” di Claudia Clemente (Ansa.it), “Una gru in affitto e vernice di scarto: così ho ridato vita al murales di Maradona” di Oscar Maresca (Gazzetta.it). Targa Gianpaolo Necco a “L’ultimo custode del fiume Sebeto” di Antonio Salamandra (VG21). Menzione speciale a “Campi flegrei, la terra trema e torna la paura” di Emanuela Vernetti (“L’aria che tira”, La7), “Il modello Campania per le autorizzazioni degli impianti a fonti rinnovabili” di Massimiliano Cassano (QualEnergia.it) e “Come scegliere un buon olio? Parola all’esperta Simona Cognoli” di Claudia Sparavigna (Foodando.it). Premio alla carriera a Umberto Belpedio.
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Gloria Paci e Luca Di Leo rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’Associazione protezione diritti e libertà privacy APS
Che pizza sta privacy! A quanti sarà scappato di bocca esasperato dalla fatidica parolina, privacy appunto, che suona sempre più come un eufemismo o solo una serie di regole inutili visto che ora tutti sanno tutto di tutti. Privacy, una parola entrata ormai nel vocabolario corrente e non dovrebbe più fare effetto visto che la prima legge italiana che ha regolamentato la materia risale al 31 dicembre 1996 (Legge n. 675/96).
Il cartone della pizza personalizzata
“Prego, metta una firmetta qua..sa è per la privacy”, quante volte abbiamo sentito ripetere questo ritornello al momento di sottoscrivere un contratto, una polizza, un qualunque documento che ci viene sbandierato sotto il naso senza ricevere alcuna spiegazione aggiuntiva. E noi firmiamo, passivamente, meccanicamente, tanto è la prassi e così fanno tutti. E proprio una leggerezza nel firmare documenti senza conoscerne il contenuto, con consensi già fleggati, ha inevitabili conseguenze: il vedersi recapitare sulla propria mail o tramite sms messaggi non desiderati di carattere promozionale. Ciò che non è ancora chiaro è che la protezione dei dati è un diritto costituzionalmente riconosciuto a ciascun individuo. Ogni persona infatti è l’unico proprietario dei propri dati, siano essi dati personali come il nome, il cognome, il codice fiscale ecc. o dati particolari vale a dire informazioni che riguardano lo stato di salute, la religione, l’etnia, le idee politiche o l’adesione ad un sindacato. Ma chi tutela i nostri diritti? Le cronache di ogni giorno, dossieraggi compresi, dicono che grazie alle tecnologie più sofisticate si può scoprire di tutto su una persona. Dal conto in banca, ad eventuali relazioni extraconiugali fino ai più piccoli scheletri nell’armadio che ognuno di noi non vuole diffondere. Quando si scopre la magagna e le informazioni sono di dominio pubblico, ormai la frittata è fatta. Con la complicità di testate giornalistiche ed i canali social in un attimo reputazione e vita privata divengono patrimonio di tutti, oggetto anche di commenti non sempre lusinghieri per il malcapitato.
Dalla frittata alla pizza il passo è breve. Che ci azzecca la privacy con la nostra specialità gastronomica nazional popolare e copiata (con qualche variante) in tutto il mondo? C’entra eccome, seppur con un volo pindarico, ci si arriva. “Che pizza sta privacy”, è un progetto ideato e realizzato dall’Associazione Protezione diritti e libera Privacy APS (APDLP), https://www.associazionedirittiprivacy.it/ un’associazione di promozione sociale costituita nel 2019 e con sede a Rimini nata per volontà di alcuni professionisti del settore che credono “Nel diritto di avere diritti”, citando il celebre volume di Stefano Rodotà che pone al centro la dignità dell’uomo, unico detentore di un patrimonio di diritti che l’avvento delle nuove tecnologie rischia di annullare dalle logiche di mercato.
QR Code presente sul cartone della pizza
Presieduta dalla giornalista Gloriamaria Paci fina dalla sua costituzione, l’Associazione, che ha iniziato uno scambio di informazioni con Unarga mettendo in rete i rispettivi siti, per il raggiungimento delle finalità statutarie non si rivolge solo a consulenti o esperti del settore, ma ad ogni persona che vuole conoscere e capire come il GDPR (General Data Protection Regolation), ovvero il Regolamento Europeo 2016/679, la norma vigente in tutti i Paesi della UE protegga i diritti e le libertà dei cittadini UE. Sempre più gli Ordini regionali dei giornalisti chiedono la collaborazione dell’ Associazione nei Corsi di formazione e nei Master.
“Che pizza sta privacy”, è un’iniziativa volta a garantire la massima diffusione e conoscenza delle legge. Il progetto è rivolto a tutti, in primis ai consumatori che oltre a gustare l’appetitosa pietanza vogliono acquisire una maggiore consapevolezza sulla norma. Come è possibile? Semplice, l’Associazione ha fatto personalizzare i cartoni della pizza utilizzati per l’asporto. Considerando che siamo costantemente connessi alla rete e lo smartphone è parte integrante della nostra vita, chissà che mentre si sta assaporando una gustosa pizza venga la curiosità di inquadrare il QR Code presente sul cartone
Collegandosi e visionando la documentazione pubblicata sul sito dell’Associazione, raggiungibile proprio con il QR Code presente sul cartone della pizza, si possono acquisire nuove consapevolezze sul valore dei dati e sul fatto che, mentre noi stiamo assaporando la nostra pizza, nello stesso istante in qualche parte del mondo, forse qualcuno si sta mangiando con altrettanto piacere, per chissà quali finalità, milioni e milioni di informazioni all’ insaputa di chi appartengano!
“Che pizza sta privacy”, è marchio registrato presso il Ministero delle imprese e del made in Italy.
Nella nostra realtà parlare di protezione dei dati è più complesso di quanto si pensi. Trattandosi di beni intangibili i dati non suscitano gran interesse, sia nel settore pubblico che privato ed i titolari incontrano grandi difficoltà a dialogare con collaboratori, clienti e fornitori su come stanno gestendo gli adempimenti in conformità al Regolamento Europeo 2016/679.
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Angelo Radica, sindaco di Tollo (Chieti), è stato confermato all’unanimità presidente dell’associazione nazionale Città del Vino. Guiderà per il prossimo triennio, 2024-2027, l’associazione che riunisce oltre 500 comuni vitivinicoli italiani. I vicepresidenti – che entreranno in carica da dicembre 2024 – sono Tiziano Venturini (Friuli Venezia Giulia) per il Nord; Alberto Bertucci (Lazio) per il Centro; Vincenzo Savino (Campania) per il Sud; Giovanni Antonio Sechi (Sardegna) per le Isole. L’elezione è avvenuta a Stresa (Verbania) il 28 ottobre scorso in occasione della convention Città del Vino, in cui si è concluso l’anno che ha visto l’Alto Piemonte – Gran Monferrato Città Europea del Vino 2024. All’evento hanno preso parte oltre cento sindaci, amministratori e Ambasciatori delle Città del vino. Le più vive felicitazioni al dott. Radica sono state inviate all amico, a nome di UNARGA dal Presidente Roberto Zalambani.
Nel triennio, appena trascorso, che ha visto Radica presidente Città del Vino, l’associazione ha registrato 76 nuovi comuni soci, e 20 comuni usciti, per un saldo positivo di 56 comuni italiani in più associati. “I lavori di Stresa sono stati un momento importante per Città del Vino – sottolinea Radica, riconfermato presidente – con una grande partecipazione e condivisione del lavoro fatto e quello che c’è da fare. In questi tre anni abbiamo dato una maggiore visibilità e riconoscibilità dell’associazione, nei confronti delle istituzioni di tutti i livelli, dalla presidente del Consiglio ai ministeri, dalle Regioni all’Ispettorato del lavoro. Abbiamo fatto rete e sinergie importanti, scuola alta formazione, Ais, Assoenologi, la Carta per il Turista Enogastronomico Sostenibile (CartEs); potenziato la rete alleanza consumo sostenibile”.
“Ma ora – ha detto Radica – è il momento di guardare al prossimo triennio, in cui dobbiamo rafforzare la vendemmia turistica e sostenere in tutta Italia il turismo enogastronomico. Fra le novità, un nuovo evento estivo promozionale e turistico dei comuni Città del Vino, da giugno ad agosto. Inoltre, è mia intenzione potenziare le deleghe della giunta, con deleghe operative dedicate all’innovazione”. Durante la convention c’è stata la nomina a Città Italiana del Vino 2025 per i Castelli Romani, e la nomina di due nuovi Ambasciatori ed Ambasciatori Emeriti Città del Vino: si tratta di Marilena Mauceri, presidente Fondazione Inycon; e di Orazio Franchi, enologo.
IL NUOVO CONSIGLIO NAZIONALE CITTA’ DEL VINO
Il nuovo consiglio di Città del Vino è composto dai coordinatori regionali: Abruzzo, Enzo Orfeo (vicesindaco Atessa – Ch); Basilicata, Mauro Tucciarello (assessore Rionero in Vulture – Pz); Calabria, Luigi Foresta (sindaco di Roccabernarda – Kr); Campania, Vincenzo Savino (vicesindaco Tramonti – Sa); Emilia Romagna, Paolo Grazia, (delegato Zola Predosa – Bo); Friuli Venezia Giulia, Tiziano Venturini (assessore Buttrio – Ud); Lazio, Alberto Bertucci, (sindaco di Nemi -Roma); Liguria, Enzo Giorgi (delegato Pornassio – Im); Lombardia, Luigi Chiesa (delegato Colli Verdi – Pv); Marche, Alessandra Boldreghini (assessore Morro d’Alba – An); Piemonte, Stefano Vercelloni (delegato Barengo – No); Puglia, Francesco Turco (sindaco Torricella – Ta); Sardegna, Giovanni Antonio Sechi (vicesindaco Usini – Ss); Sicilia, Leonardo Ciaccio (consigliere Sambuca di Sicilia – Ag); Toscana, Edoardo Prestanti (sindaco Carmignano – Po); Trentino Alto Adige, Franco Nicolodi (consigliere Isera – Tn); Umbria, Avelio Burini (delegato Torgiano – Pg); Valle d’Aosta, Stefano Carletto (consigliere Chambave – Ao); Veneto, Benedetto De Pizzol (delegato San Pietro di Feletto – Tv). Fanno parte del nuovo consiglio nazionale i consiglieri: per il Nord, Valentino Guglielmino (delegato Gattinara – Vc); Maurizio D’Osualdo (vicesindaco Rosazzo – Ud); Alberto Vercesi (vicesindaco Canneto Pavese – Pv); Giovanni Verzini (delegato Strada Vino Soave). Per il Centro: Claudio Ranchicchio (vicesindaco Todi – Pg); Matteo Arcenni (sindaco Terricciola – Pi); Stefano Cecchi (sindaco Marino – Roma). Per il Sud: Marco Razzano (delegato Amorosi – Bn); Vincenzo Norante (sindaco Campomarino – Cb); Angelo Radica (sindaco Tollo – Ch). Per le Isole: Alfio Spina (sindaco Sant’Alfio – Ct). Per la Delegazione straniera: Rino Dunis (direttore Centro culturale polivalente Grisignana – Croazia)
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Grand Tour Italia, a Bologna, si prepara a celebrare l’autunno con la Festa della Birra, un Oktoberfest all’italiana, il primo grande evento gastronomico dalla sua apertura, che si terrà dal 31 ottobre al 3 novembre e dal 7 al 10 novembre 2024. Protagoniste saranno le birre artigianali italiane dalla Valle D’Aosta alla Sicilia e le tradizioni culinarie regionali, in un’atmosfera di festa e convivialità, il tutto corredato da musica dal vivo. Tra i media partners per la prima volta UNARGA e ARGA.
Presenti tutti gli stili di birra, di tutti i colori possibili. E per venire incontro ai gusti più svariati delle persone, sarà possibile degustare dalla birra pochissimo amara, alla birra alla frutta in modo da rendere piacevole il gusto anche a chi amante della birra non è. Inoltre, sarà sempre presente personale formato per rispondere a tutte le domande e alle curiosità dei visitatori e suggerire abbinamenti. L’evento promette di unire gusto, divertimento e tradizione in una cornice unica che celebra le eccellenze gastronomiche italiane. Per chi desidera vivere un’esperienza a tutto luppolo, la Festa della Birra è l’occasione perfetta per scoprire nuove birre e godere di serate con musica dal vivo e lunghe tavolate all’insegna della convivialità. Per maggiori dettagli, informazioni sul Menu della Festa, e prenotazioni: https://www.grandtouritalia.it/it/birra-in-festa
Grand Tour Italia è aperto dal giovedì alla domenica. L’ingresso al Parco e il parcheggio sono completamente gratuiti. Per chi viene a Grand Tour Italia è a disposizione un servizio navetta gratuito nei weekend che collega l’autostazione di Bologna al Parco andata e ritorno (sabato e domenica) fino a esaurimento posti.
Per gli orari di apertura e della navetta, le informazioni e dettagli sulle singole esperienze, corsi ed eventi visitare il sito web https://www.grandtouritalia.it/it/halloween e i canali social Facebook e Instagram: @grandtouritalia.ita
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In quanto risorsa condivisa dall’umanità intera, l’acqua riveste un ruolo fondamentale per promuovere la pace.In un periodo di conflitti, inondazioni e siccità aggravati dai cambiamenti climatici, i musei dell’acqua di tutto il mondo riconnettono le persone all’acqua per arricchire le nostre vite.
Sono queste le conclusioni di esperti di tutto il mondo che si sono riuniti in Portogallo per sottolineare come oggi l’acqua rivesta un ruolo chiave: trascendendo i confini nazionali, essa costituisce un ponte di dialogo fra diverse culture. La quinta Conferenza Internazionale della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua (WAMU-NET / UNESCO-IHP) si è chiusa sabato scorso a Porto, Portogallo, sottolineando come la cooperazione nel settore idrico riduca i conflitti e rappresenti dunque una vera forza di pace. La conferenza è stata organizzata dal 9 all’11 ottobre da “Aguas do Porto” per affrontare il tema di come garantire prosperità attraverso l’educazione agli usi sostenibili dell’acqua. È possibile realizzare nuovi equilibri tra natura e sviluppo riducendo i conflitti nel mondo? La sfida che la società si trova ad affrontare implica che la nostra idea di sviluppo, spesso basata sul paradigma di un uso illimitato delle risorse, vada bilanciata con nuovi modelli più incentrati sul valore dell’acqua e della natura. Sviluppo e protezione degli ecosistemi acquatici devono andare di pari passo per promuovere una cooperazione lungimirante nel campo dell’acqua e migliorare il benessere di tutti. La cooperazione è infatti alla base del successo nell’attuazione degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile. Non solo il ruolo di mediazione della gestione dell’acqua nei conflitti, ma anche la necessità di migliorare la mappatura del nostro prezioso patrimonio idraulico sono stati al centro dei temi discussi a Porto. Attualmente molte risorse idriche e i relativi patrimoni (visibili e non) sono degradati o sfruttati eccessivamente. Poiché non poniamo più l’acqua al centro della nostra vita, oggi più che mai è necessario comprendere meglio tutti i patrimoni legati all’acqua, sie naturali che culturali, migliorando le nostre percezioni per tutte le implicazioni ecologiche che ne conseguono. Durante la conferenza è stato lanciato un nuovo strumento educativo basato su tecnologie digitali interattive, “AQUAPLAY”: uno strumento che consente ai bambini di tutto il mondo di imparare le sfide dell’acqua giocando e colorando vari disegni online. È stata inoltre discussa la creazione di una nuova piattaforma dedicata all’educazione alla sostenibilità idrica, intitolata “Water Cloud: Resources for Inclusive Sustainable Futures”. E come azione concreta di cooperazione nel settore idrico, è stato presentata l’attività realizzata da WAMU-NET per ricostruire il mulino idraulico tradizionale di Azzadan (Alto Atlante, Marocco) distrutto dal terremoto. La prossima conferenza della rete mondiale dei musei dell’acqua sarà ospitata in Brasile, dal Memoriale Internazionale dell’Acqua (MINA), che è in corso di costruzione a Brasilia. Oltre 100 musei dell’acqua affiliati a WAMU-NET in più di 40 Paesi contribuiscono quotidianamente a una migliore gestione dell’acqua in tutto il mondo.
Attraverso i suoi membri, WAMU-NET si rivolge a persone di tutte le età per sottolineare l’importanza di proteggere e ripristinare le risorse idriche come fiumi, laghi e zone umide. I musei membri della rete sono attivi attraverso esposizioni, attività educative e di formazione, mostre ed eventi in occasione di convegni, fiere ed eventi delle Nazioni Unite in tutto il mondo.
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I protagonisti delle premiazioni dei giornalisti. Da sinistra: Marco Ferrara, Begona Perez Villarreal, Elisa Venco, Hira Grossi, Roberto Zalambani, Emilio Vitaliano e Sara Roversi
Presso l’Hilton Hotel La Lama all’Eur di Roma si è svolta il 14 ottobre scorso la cerimonia di consegna dei Premi sul giornalismo agroalimentare con il patrocinio di UNARGA. La cerimonia, molto coinvolgente si è svolta nel contesto di Next Bites, evento internazionale organizzato da EIT Food per costruire il futuro ed esplorare strategie innovative per la trasformazione dei sistemi alimentari con leader globali, con la presentazione, presso il Centro congressi La Nuvola, delle migliori start up europee. Richard Zaltzman, CEO di EIT Food, ha aperto la manifestazione sottolineando l’importanza del giornalismo per educare il pubblico su pratiche alimentari sostenibili e salutari. “L’innovazione è il cuore del futuro dell’agroalimentare, e la narrazione gioca un ruolo fondamentale per diffondere questa trasformazione”, ha affermato Zaltzman. A seguire, la premiazione ha valorizzato bravi interpreti nel giornalismo agroalimentare, riconosciuti dalla giuria per la loro capacità di tradurre complesse questioni agroalimentari in storie accessibili al grande pubblico. Elisa Venco ha ricevuto ilprimo premioper l’articolo “Le nuove mele globali contro il climate change,” un contributo che illustra con chiarezza l’innovazione per affrontare il cambiamento climatico. Hira Grossi, con “La Prima scuola di pesca in Italia,” e Emilio Vitaliano, con “Agroalimentare: Direzione Sostenibilità,” si sono aggiudicati rispettivamente il secondo e il terzo premio.
Richard Zaltzman, CEO di Eit Food, risponde alle domande dei giornalisti prima della consegna dei premi
Il Premio, che celebra l’eccellenza nel giornalismo agroalimentare, mira a mettere in luce le storie che promuovono innovazione e sostenibilità nel settore, organizzato da EIT Food con il supporto del Future Food Institute in Italia, ha visto la candidatura di oltre 100 lavori, confermando l’importanza di dare visibilità ai temi agroalimentari fondamentali per la nostra società. L’iniziativa è stata patrocinata da UNARGA e ASVIS e supportata dai media partner: Centro Studi Assaggiatori, CiboToday e Agenzia di Stampa ITALPRESS.
Nell’arco della mattinata particolare attenzione è stata dedicata alla transizione verso l’agricoltura rigenerativa, vista come soluzione essenziale per affrontare il cambiamento climatico e promuovere la resilienza ambientale. La tavola rotonda “Plasmare un futuro resiliente: politiche pubbliche e la transizione verso l’agricoltura rigenerativa”, moderata da Sara Roversi, con la partecipazione di esperti del settore agroalimentare, tra cui Begoña Pérez Villarreal (Direttore EIT Food CLC South), Charlotte Weston (Director EY, Sustainability, Clients and Markets Leader – Public Policy), Marco Ferrara (Director EY), Pierpaolo Fraddosio (Direttore Organismo Pagatore AGEA), Teresa del Giudice (Professore Associato Università Federico II) e Valerio Del Bufalo (Partner EY). I partecipanti hanno discusso di come le politiche pubbliche possano accelerare l’adozione di pratiche agricole rigenerative, favorendo la salute del suolo, la biodiversità e la sicurezza alimentare.
Sara Roversi, Presidente del Future Food Institute, ha commentato: “La funzione dei giornalisti è sempre più cruciale: dobbiamo rendere tutti consapevoli, condividere dati e promuovere riflessioni critiche. Quando parliamo di cibo, parliamo del futuro, della nostra salute e di quella del pianeta. Quest’anno siamo entusiasti di aver esaminato tanti articoli di alta qualità. E’ previsto il coinvolgimento delle nuove generazioni, portando il giornalismo agroalimentare nelle scuole, perché comprendono quanto sia utile parlare di ecosistemi e costruire dal basso la consapevolezza delle sfide che attendono i decisori di domani.”.
Infine la cerimonia, Roberto Zalambani, Presidente di UNARGA, coadiuvato dalla collega ARGA Lazio Daniela Molina, dopo aver portato i saluti del Presidente di ARGA Lazio Roberto Ambrogi e del Delegato Fnsi presso UNARGA Maurizio Di Schino, ha introdotto la consegna ai premiati sottolineando l’importanza di stimolare soprattutto i giovani giornalisti a mettersi in gioco e a mostrare le proprie capacità e competenze in un contesto lavorativo sempre più difficile, e questo va a ulteriore plauso per chi ha promosso il premio e lo ha finanziato.
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