Unanimi ieri a Verona, all’inaugurazione della 112^ edizione di Fieracavalli, il Ministro Galan ed il Governatore veneto Zaia hanno commentato, forse meglio stigmatizzato, il comportamento dei media nazionali che avevano già archiviato la notizia dell’alluvione in Veneto e anche in Toscana. Ci sono stati dei morti, cosa gravissima, e per quanto riguarda la regione padana, sono tuttora presenti situazioni di crisi per interi comuni della fascia Padova-Vicenza.
La visione dall’elicottero del territorio mostra con chiarezza un dato: senza il contributo della campagna non c’è salvezza per le città. Il tributo più alto, come sempre, lo hanno dato i territori agricoli e quindi l’imprenditore agricolo. Se l’acqua non esondasse sui campi, le opere di regimazione (dissennate?) richieste dall’urbanizzazione non sarebbero in grado di contenere le piene e le città diverrebbero tutte piccole Venezia…come del resto è successo al centro storico di Vicenza. Morti e danni (qualcuno parla di un miliardo di euro per il Veneto) diverrebbero inevitabili.
Due considerazioni quindi. La prima, già introdotta: diciamo grazie al mondo agricolo ed all’agricoltura. Questa volta non hanno subìto danni enormi, a parte il settore avicolo soprattutto nel padovano. Per una fortunata coincidenza, l’alluvione è avvenuta dopo la vendemmia – la zona del Soave ad esempio avrebbe subito danni ingentissimi; va perciò rivista la programmazione dell’uso del territorio prevedendo, da una parte piani di difesa idrogeologica lungimiranti (casse di espansione, alluvionamenti programmati, etc.), e dall’altro indennizzi e riconoscimenti economici per il lavoro quotidianamente svolto dai “contadini” che sfalciano le rive, sfalciano l’erba, sistemano strade e con il loro lavoro quotidiano curano il paesaggio, un bene immateriale che ancora non trova adeguato riconoscimento e relativa quantificazione. Non si perda questa occasione. I media, forse anche loro a questo punto, apriranno gli occhi…