Una giornata ricca di appuntamenti quella del 17 settembre a Fucecchio, città natale di Indro Montanelli. Media Memoriae, il quarto convegno nazionale dei cronisti delle tradizioni e dei periodici di culture e storie locali, si è svolto in una splendida giornata di fine estate con la presenza di tutte le autorità e dei colleghi attesi. Un successo per Arga Toscana, organizzatrice dell’evento assieme al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che nell’occasione presentava i propri vertici rinnovati: Franco Polidori, presidente, e Fabrizio Mandorlini, segretario.
Il programma ha preso il via al mattino, all’auditorium “La Tinaia” di Villa Corsini, con il saluto del sindaco di Fucecchio, Claudio Toni, del presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, Carlo Bartoli, del consigliere nazionale dell’Ordine e delegato per le specializzazioni, Roberto Zalambani, e infine di Polidori. A seguire la consegna del Tricolore al sindaco di Fucecchio da parte di Gino Badini (Reggio Storia). Quindi gli interventi in programma dello stesso Badini, di Gualtiero Vecchietti e Piero Gualtierotti per ripercorrere i tre precedenti convegni che sono stati ospitati da Reggio Emilia, Brugnato e Castel Goffredo.
Prima della visita alla fondazione Montanelli Bassi, guidati dal presidente Alberto Malvolti, sono intervenuti i direttori e redattori delle riviste presenti al convegno: “Marefosca”, “Il Tartarello”, “Quaderni del Premio Letterario G.Acerbi”, “Savena Setta Sambro”, “ReggioStoria”, “Sapori di Toscana”, “La Gazzetta di Vara”, “Bollettino dell’Istituto Superiore di Studi Matildici”, “Gente di Gaggio”, “L’ Eco di Levanto e della Riviera spezzina”, sono alcune di queste. Commovente il ricordo del rapporto tra Montanelli e Giovannino Guareschi, raccontato da Egidio Bandini con numerosi interessanti aneddoti. Affascinante la visita alle stanze dell’illustre e compianto collega, all’interno della fondazione, con gli arredi originali degli studi di Montanelli nelle case di Milano e Roma, compresa la “mitica” Lettera 22 con la quale scrisse i suoi articoli passati alla storia.
Al pranzo, offerto dal comune di Fucecchio, era presente tra gli altri il presidente dell’associazione stampa toscana (Assostampa), Paolo Ciampi, che in un breve saluto ha auspicato una stretta collaborazione regionale tra Arga e Sindacato.
Nel pomeriggio la delegazione ha fatto visita all’agriturismo-enoteca Montellori, degustando l’ottimo spumante prodotto in loco; a seguire un passaggio alla manifestazione Agripolis, quindi rientro all’Auditorium per la lectio magistralis di Andrea Bernardini, direttore dell’Eco Istituto delle Cerbaie sul Padule di Fucecchio, e le conclusioni di Polidori, Mandorlini, Zalambani e del rappresentante dell’Esecutivo di Odg Nazionale, Fabio Benati.
“Il ruolo di voi giornalisti che vi interessate di cucina, tradizioni e luoghi è ancor più importante perché grazie a voi il lettore può approfondire le particolarità della nostra regione e della nostra Italia” ha detto il sindaco di Fucecchio nel suo intervento. “Superiamo quel retaggio culturale negativo che si fonda sull’equazione localismo=campanile, inteso come particolare e chiuso” ha aggiunto il presidente dell’Ordine della Toscana, Carlo Bartoli. Due moniti che Arga Toscana, come dimostra la relazione del suo presidente Polidori, intende far suoi.
LA RELAZIONE DI FRANCO POLIDORI, PRESIDENTE ARGA TOSCANA
L’Arga Toscana, legata come gruppo specializzato alla Federazione Nazionale della Stampa, si interessa di ambiente, agricoltura, valorizzazione e sviluppo del territorio, agroalimentare, e sviluppa le sue azioni anche nella caccia e nelle energie rinnovabili.
Il vecchio concetto di giornalisti agricoli è oramai superato. I tempi cambiano e con essi le attività. Nel nuovo concetto dell’Arga-Unaga si aprono dunque varie prospettive. Anche la Toscana si deve adeguare.
Dalle vecchie concezioni agricole si è passati, ormai da tempo, a nuove concezioni, ad esempio agli agriturismi, alle fattorie che producono i loro prodotti biologici.
Le vecchie idee ambientali sono state regolamentate e lo saranno ancora, come è giusto che sia. Perché l’ambiente, al pari della cultura, crea opportunità di crescita.
Il territorio toscano, una volta vissuto come semplice luogo abitativo, è diventato adesso proposta innovativa in termini di tradizione alla pari dello sviluppo. E quando si parla di sviluppo, si parla anche di occupazione. In questo contesto si inserisce e si inserirà ancora di più l’Arga Toscana, tesa a far conoscere le varie realtà. Raccoglierà e racconterà anche le contraddizioni, nello spirito libero che la contraddistingue.
Ma torniamo ai fatti.
Un dato rende più apprezzabile la presenza turistica in Toscana anche in periodi di crisi come quello che stiamo attraversando. Si è stimato, ma i dati ufficiali degli organi preposti saranno resi noti a giorni, che le presenze turistiche sono aumentate in talune realtà regionali anche del 20 per cento. Cosa rende appetibile dunque il nostro territorio? Alcune considerazioni: accoglienza, paesaggio, cibi, alternative culturali e museali, tradizioni in genere della Toscana, tutela ambientale. Tanto è stato fatto, molto altro resta da fare.
Ripeto ancora: che cosa rende appetibile la nostra regione?
Vogliamo aggiungere il mare? Le isole, come l’Elba in primo piano e tutto l’Arcipelago Toscano sotto tutela ambientale, come pure la Maremma, luoghi ancora incontaminati. E la montagna? Tutta la fascia che confina con l’Emilia e la Romagna. Vogliamo aggiungere i musei, con Firenze e Pisa in prima fila, e le loro storie medievali e perfino antecedenti?
Vogliamo scoprire Lucca, le sue ville con gli immensi giardini? E Pistoia con la sua storia, alla pari di Arezzo? Scoprire la multiforme Livorno? Oppure preferiamo calarci tra le mura di Siena, nel variopinto territorio di Massa e Carrara?
Questa è la Toscana.
Come disse un giorno Indro Montanelli: “La Toscana non è il giardino d’Italia….”,
Ma se lo fosse, e magari lo è?
Tengo da parte le risorse energetiche naturali di questa regione: i soffioni boraciferi che da poco dopo Volterra raggiungono Pomarance nella Val di Cècina. E’ l’energia termica naturale. (…)
Le storie raccontate dal divin maestro, Dante Alighieri, che raccolgono vizi e virtù dei nobili e delle loro casate ancora oggi esistenti con i loro discendenti.
Se ci caliamo infine nel vorticoso fiume del vino, ecco il Chianti Toscano, il Morellino di Scansano, il Brunello di Montalcino, i rossi robusti delle colline toscani, i bianchi affinati e raffinati e prodotte da aziende tipiche della regione.
Ogni località e ogni provincia ( se è ancora lecito parlare in questo ultimo caso con questa formula) accoglie e non respinge mai, per tutti i mesi dell’anno. Questa è la Toscana!
Noi come Arga Toscana non possiamo sostituirci né ai comuni né agli enti preposti, però possiamo stimolare, aggiungere innovazioni, aggiungere insomma valore alle cose fatte e a quelle che dovranno essere fatte nel territorio toscano.
Compito dell’Arga Toscana è anche quello di vigilare come giornalisti tutto quello che accade attorno a noi. Insomma, dobbiamo essere una ulteriore voce di stimolo
nei vari settori che ci riguardano da vicino. E questo sia che si tratti di ambiente, di storia locale e non, che di energie rinnovabili e di valorizzazione del territorio e di eccellenze agroalimentari.
Chiudo questa mia relazione, augurando ancora una volta una buona permanenza a voi tutti a Fucecchio!
Un grazie per essere qui nella città di Indro Montanelli nel decennale della sua scomparsa.