RICONOSCIMENTI A: VITTORIO BARRECA (SPAZIO RURALE), FABIANA ROMANUTTI (QB), VIVIANA ZAMARIAN (MESSAGGERO VENETO), DOMENICO VITA (IL SANTO)
LA PARTECIPATA CERIMONIA A MARANO LAGUNARE (UD) OCCASIONE PER METTERE A FUOCO LE POTENZIALITA’ DELLA RIVIERA FRIULANA
Luciano Barile, di Udine, da quasi quarant’anni residente in Germania, è il vincitore del 4.Premio Giornalistico ‘Valerio Ghin’, indetto e organizzato dall’Associazione regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, dell’Ambiente e Territorio del Friuli Venezia Giulia (ARGA FVG), per ricordare un promotore enogastronomico maranese. La consegna, ieri, davanti a un affollato e qualificato uditorio, nella ‘Pescaria Vecia’, il suggestivo edificio nel quale, fino a qualche decenniofa, avvenivano le contrattazioni del mercato del pesce, ora adibito a uso pubblico. Barile, 80 anni, dal 1962 è stato corrispondente de Il Tempo, ed è ancora collaboratore, da Colonia, dell’ANSA e de Il Sole 24 Ore. Ma in particolare, in Germania, è conosciuto tra i connazionali per tenere da quarant’anni rubriche su giornali ed emittenti di lingua italiana. Nel suo curriculum: è stato l’unico giornalista italiano a poter intervistare il Cancelliere Helmut Kohl, l’artefice della unificazione delle due Germania. Di recente, Barile ha pubblicato in Germania approfonditi articoli sulle carature della Riviera Friulana, di Marano Lagunare, della Laguna e del territorio, sul periodico pubblicato in Germania, Il Periscopio.
L’INTERVENTO DI LUCIANO BARILE
In occasione della consegna del Premio, Barile ha avuto modo di sviluppare un’ipotesi sulla quale numerosi hanno poi convenuto, rispetto alla denominazione della Bassa Friulana, che sarebbe di matrice austroungarica, risalente ai tempi della dominazione austriaca sul territorio. Il nome, analogamente al metodo di suddivisione geografica e topografica dell’Austra: Bassa e Alta Austria (Ober und Nieder Oesterreich). Si è poi soffermato sulle possibilità di ulteriore valorizzazione del centro di Marano Lagunare attraverso il recupero architettonico dell’ex fabbrica del tonno Maruzzella. Ma ha anche parlato dell’opportunità di recupero dell’utenza turistica di lingua tedesca da parte delle località balneari e lagunari friulane, in un’azione che potrebbe avere per protagonista l’Associazione culturale La Riviera Friulana, fondata e presieduta dal giornalista Carlo Morandini, della quale nell’occasione il vicepresidente, Fabio Barison, e il segretario, Walter Casasola, hanno presentato programmi e prospettive. Barile ha infine sostenuto che i prodotti agroalimentari italiani, e ancor di più del Friuli Venezia Giulia, in Germania sono tuttora poco conosciuti. A volte, come si ricorda dalle cronache, mal imitati. Così la ristorazione italiana, là non è valorizzata se non attraverso catene di ristoranti che denominazioni italiane, che perché tali non possono perseguire l’eccellenza. Ecco dunque che i progetti dell’associazione rivierasca, di mettere in rete le eccellenze enogastronomiche e turistiche dell’area considerata con un progetto di promozione e valorizzazione che catalizzi la qualità attorno alla nuova denominazione, soltanto a fini promozionali, del territorio, secondo Barile troverebbe terreno fertile in Germania, costituendo la dimostrazione della qualità dei sapori del litorale friulano, e non solo, e del mare adriatico.
RICONOSCIMENTI
Nella quarta edizione del Premio Valerio Ghin sono stati consegnati riconoscimenti. A Vittorio Barreca, per la rivista Spazio Rurale, per un ampio servizio sulla pesca maranese. A Fabiana Romanutti, per il periodico QB (Quanto Basta) e l’omonimo sito web, per numerosi servizi sui sapori della Riviera Friulana. A Viviana Zamarian, del Messaggero Veneto, per avere implementato nella cronaca locale, balneare e del litorale, il concetto rivierasco. A Domenico Vita, Presidente nazionale UNAGA, gruppo di specializzazione della FNSI, per la rivista Il Santo, per un esauriente servizio sulla Riviera Friulana.
CONVEGNO
La consegna del 4.Premio Giornalistico ‘Valerio Ghin’, presenti i fratelli del promotore enogastronomico scomparso, che mise in rete le carature della sua Riviera Friulana, è stata prescelta dell’ARGA FVG, dal Club Unesco Udine, tramite la Presidente, Renata Capria d’Aronco, dalla DOC Friuli Annia, presieduta da Sergio Bortolusso, dall’FNSI, rappresentata nell’occasione dal vicepresidente regionale dell’Assostampa, Amos D’Antoni, dalla Compagnia del Bisato di Marano Lagunare, tramite i vicepresidenti Bortolusso e lo chef Giorgio Dal Forno, ma anche dal sindaco, Mario Cepile e dal vicepresidente della Provincia di Udine, Daniele Macorig, e dall’Associazione La Riviera Friulana, per mettere a fuoco un percorso che porti alla valorizzazione dell’area rivierasca. Anche, come ha suggerito Macorig, attraverso la costituzione della Strada del vino della Riviera Friulana. A lanciare un ulteriore messaggio forte al territorio e ai suoi operatori, specialmente dell’enogastronomia e della ristorazione, è stata il Delegato dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) della Riviera Friulana, Raffaella Nardini. La quale ha insistito sul percorso di qualificazione dell’offerta sul territorio che, prendendo a esempio dallo stile che aveva caratterizzato l’impegno di Valerio Ghin, che fu anche sommelier, si deve fondare sul ‘sorriso’. Sulla solarità che già la denominazione rivierasca sa trasmettere, e che gli operatori debbono sapere infondere agli utenti, ai turisti, ai degustatori, ai gourmet, ai visitatori dell’area. Rodolfo Rizzi, Presidente regionale dell’Assoenologi, convenendo sul concetto rivierasco e ricordando che già le tre zone DOC, Friuli Annia, Friuli Aquileia e Friuli Latisana collaborano verso un disegno comune, ha eletto le Malvasie a vini di eccellenza del territorio rivierasco. Assieme al Tocai, ora Friulano, al Pinot Bianco, molto gradito al pubblico germanofono, ai Refoschi, tipici dell’area fin dall’epoca romana. Ma un dato significativo, lungo un percorso descrittivo delle opportunità lagunari e dell’alto adriatico, è stato quello fornito dal biologo dell’Almar, Aurelio Zentilin, grande ricercatore delle carature ittiche della zona: se volessimo cibarcene in via esclusiva, nella laguna e nel mare Alto Adriatico troveremmo tante varietà di esseri acquatici commestibili da poter cambiare completamente pietanza per più di ogni giorno dell’anno! Scherzando, il conduttore della mattinata, Carlo Morandini, ha così ricalibrato, in senso diametralmente opposto, il detto triestino ‘se più giorni che luganighe’, in ‘se più pessi che giorni’. A Germano Pontoni, Presidente regionale FVG dell’Unione Cuochi, è toccato il compito di dettagliare le pietanze che avviando il percorso di qualificazione, l’Associazione rivierasca ha individuato per i tre grandi poli del turismo rivierasco. Che sono, per Lignano Sabbiadoro, come da documenti delle famiglie nobiliari del latisanese, le seppioline in umido con polenta, per Marano Lagunare, il bisato in speo, per Grado il Boreto. Claudio Lucas, nutrizionista che collabora con la FAO, ha poi ricordato il valore alimentare di queste pietanze, e dello stile di alimentare delle popolazioni locali, che può costituire elemento attrattivo per turisti consapevoli e dal palato esigente. Perché i turisti sono sempre più spesso autodidatti nella ricerca delle loro mete, e come ha sostenuto Chiara Meriani, giornalista triestina, già vincitrice del 2.Premio Ghin, ricercano sempre più le peculiarità del territorio. Specialmente di quello rivierasco.
LA DEGUSTAZIONE
Al convegno sulla valorizzazione delle carature rivierasche è seguito un educational sui sapori della Riviera Friulana. se le assise di ieri costituivano il seguito del primo convegno della Riviera Friulana, svoltosi con successo sulla Terrazza a Mare di Lignano Sabbiadoro, sostenuto dalla Lignano Sabbiadoro Gestioni, la degustazione di ieri ha permesso di posizionare sulla mappa dei sapori i piatti tipici della Riviera Friulana. ‘Ori’, Orizzonte Nordio, chef di lunga esperienza, originario di Latisana, ora all’osteria La farmacia pei sani di Lignano Sabbiadoro (UD), ha proposto le gustosissime seppioline in umido con polenta, pietanza del latisanese e diffusa anche a Lignano Sabbiadoro. Giorgio Dal Forno, del ristorante Ai tre canai, ha presentato il piatto maranese dell’antica tradizione, il ‘bisato in speo’ (anguilla allo spiedo) che sta rilanciando da diversi anni. E che come ha ricordato un ultraottuagenario del posto veniva preparato in particolare il giorno di Natale sull’uscio delle case, su braci che riempivano di un profumatissimo fumo le calli della città. Luigi Zago, di Palazzolo dello Stella, chef del ristorante Al Cason del Golf club di Grado, ha proposto il ‘boreto’, delicato guazzetto con polenta della tradizione di pesca isolana. Zago ha altresì ricordato la figura di Valerio Ghin, con il quale organizzò il suo primo ‘catering’ nell’udinese, quando entrambi lavoravano all’Astoria, il grand hotel della città di Udine. Una sorpresa annunciata, la proposta dello chef, Germano Pontoni, assieme al segretario regionale dell’Unione Cuochi, Christian Nardulli, di Pontebba: il delizioso coniglio da passeggio. Pontoni aveva dedicato l’intera e ricca partecipazione del proprio sodalizio al salone del gusto udinese Good, ai piatti di carni cunicole. Grazie alla presenza, nella Riviera, di un nuovo allevamento biologico. I vini abbinati ai piatti tipici hanno rappresentato il puntuale corollario ai sapori. Erano presentati dalle cantine, Bortolusso, DOC Friuli Annia, Ca’ Bolani, DOC Friuli Aquileia, Zaglia, DOC Friuli Latisana, con il Friulano, la Malvasia, il Sauvignon, il Pinot Bianco e Grigio, le Ribolle spumantizzate, ma, stavolta, dopo l’estensione della DOCG, anche il Prosecco.