Da sinistra, l’Assessore regionale Renato Chisso, Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, e l’ingegnere Patrizio Cuccioletta, Presidente del Magistrato alle Acque
Venezia – «Il Mose è una grande sfida tecnologica e qui, alle bocche di porto ed in laguna, creeremo un grande centro di ricerca volto allo sviluppo di modelli come questo.
Ci troviamo davanti infatti ad un’opera unica al mondo che sarà completata entro il 2014: è il più grande intervento di salvaguardia mai intrapreso dallo Stato italiano ed è anche tutto a chilometri zero ossia integralmente Made in Italy».
Luca ZAIA, in qualità di Presidente della Regione Veneto, ha visitato per la prima volta i cantieri del Mose, le barriere anti acqua alta che si stanno realizzando alle bocche di porto della laguna per la salvaguardia di Venezia: con lui un centinaio di giornalisti accreditati della stampa nazionale ed intranazionale, inclusa una rappresentanza dell’Argav – Associazione Regionale Giornalisti Agroambientali del Veneto e dell’Unaga.
Nella foto, Mimmo Vita, Presidente di Unaga, intervista l’Assessore regionale Renato Chisso
In tempo di crisi Zaia ha ricordato che «il Mose e’ il primo committente, cioè è il primo datore di lavoro, di questa regione: vi operano tremila persone. In questo senso mi sento proprio di ringraziare questi operai impegnati nel più grande cantiere italiano». Dicendo questo, davanti a telecamere e macchine fotografiche, Zaia ha siglato, con un augurio di buon lavoro, una delle casseforme che vengono usate per la gettata dei cassoni di cemento armato che, una volta sommerse, conterranno le enormi paratie del Mose.
«L’avanzamento dei lavori – ha spiegato Patrizio CUCCIOLETTA, del magistrato alle acque di Venezia- è al 63% e l’investimento ammonta a oltre 4,7 mld di euro». Spiegando la composizione dell’opera Cuccioletta ha detto che «sostanzialmente il Mose è composto da 4 elementi: il cassone, le paratoie, le cerniere e gli impianti».
Il primo è la scatola di cemento armato dove si alloggiano le paratoie; queste, insufflandovi aria compressa ruotano su cerniere ancorate al fondo della laguna emergendo e sbarrando così l’ingresso alla marea che dall’Adriatico spinge per entrare in laguna.
A governare l’apertura e la chiusura delle barriere vi e’ una serie di impianti computerizzati: «questi sono il cervello del Mose e sono allocati nell’isola di San Nicolò o Isola Nova, costruita appositamente al centro della bocca di Lido».
Dalla via del segnale tutte le paratoie del Mose, collocate lungo le tre bocche di porto della laguna, si sollevano nell’arco di 6 ore sulla base delle previsioni del centro maree. Una volta chiuso l’accesso in laguna la navigazione è garantita da apposite conche che supportano il transito delle imbarcazioni da diporto al Lido mentre «alla bocca di Malamocco – sottolinea Cuccioletta – è in fase di realizzazione una conca di navigazione del tutto simile a quella che consente il passaggio delle grandi navi a Panama».
Oltre alla costruzione del Mose ampio è anche il capitolo relativo alla manutenzione: «le paratoie – prosegue Cuccioletta – verranno ciclicamente prelevate dai loro alloggiamenti per la manutenzione attraverso l’utilizzo di una apposita imbarcazione». Successivamente questi elementi verranno trasferiti in un’area dell’arsenale di Venezia dove si sta realizzando uno spazio apposito per la gestione del Mose. Un capitolo importante riguarderà anche la difesa delle cerniere che consentono la rotazione delle paratoie dalla sabbia: anche per questo compito è stato predisposto un apposito macchinario.
Concludendo la sua spiegazione Cuccioletta ha ricordato che grazie al Mose vengono recuperate delle aree abbandonate dell’arsenale «una costruzione realizzate nel 1100 dalla Serenissima dove stiamo recuperando aree che prima erano lasciate al degrado».
Il Presidente del Veneto Luca Zaia ha ricordato l’importanza del Mose e che «quest’opera è la prosecuzione della storia della Serenissima. Chi conosce la storia della Repubblica veneta sa che questa si è sempre occupata di idraulica. Sono convinto che questo di Venezia sarà un modello che poi verrà replicato: ci sono università che vengono a studiare questo intervento da tutto il mondo». Il prossimo appuntamento cardine per lo sviluppo del Mose sarà, nella primavera del 2011, il varo dei cassoni utilizzati per contenere le paratoie: nel 2012 si potranno vedere in movimento già i primi elementi delle barriere alle bocche di porto. Cronoprogramma permettendo.
(articolo di Daniele Pajar)