(di Giuseppe Di Paolo) Come incrementare la quantità e la qualità delle immense distese di prati-pascoli dell’agricoltura russa salvaguardandone la fertilità e migliorando i foraggi destinati all’alimentazione negli allevamenti da latte. È stato questo il focus di un viaggio di studio organizzato dal 12 al 15 agosto 2019 dall’Enaj, l’associazione europea dei giornalisti dell’agroalimentare (European Network of Agricultural Journalists), cui è associata anche l’italiana Unaga, l’Unione Nazionale delle Associazioni Giornalisti Agricoltura, Alimentazione, Ambiente. Il viaggio, che si è svolto nella regione agricola a sud di Mosca, è stato promosso in collaborazione con Barenbrug, multinazionale olandese impegnata – come ha detto il general manager di Barenbrug Russia Cornelius van der Berg– nella ricerca e sviluppo di soluzioni per la produzione di piante e sementi nei diversi settori del verde pubblico e privato.
Guidati dalla vicepresidente dell’Enaj, l’italiana Lisa Bellocchi, diciotto giornalisti di undici Paesi europei, hanno avuto modo di confrontarsi, sotto la guida della marketing manager di Barenbrug Josephine van Gelder, con esperti e ricercatori e con dirigenti di aziende e società russe nel settore dei foraggi e del lattiero-caseario della nuova agricoltura russa.
Dopo le sanzioni del 2014 dei Paesi occidentali, la risposta di Mosca con un embargo sull’import di prodotti alimentari americani ed europei (carne e pesce fresco, frutta, verdura, formaggi), quella che poteva essere un penalizzazione si è trasformata in un incoraggiamento per la produzione interna incrementando la ricerca e l’importazione di tecnologie per migliorare la qualità e la quantità delle produzioni delle imprese locali. Nel 2016 la Russia ha conquistato il primato mondiale delle esportazioni di cereali e ora punta a incrementare la produzione lattiero casearia che, secondo i dati presentati ai giornalisti Enaj da Dairynews, organo di informazione delle industrie del settore lattiero caseario russo, è ancora deficitaria di 4,5 milioni di tonnellate per coprire il fabbisogno interno, ma è comunque cresciuto dai 16 milioni di tonnellate del 2013 ai 18 milioni del 2017.
I giornalisti europei hanno potuto verificare l’innovazione agronomica direttamente sul campo insieme con Nick van Eekeren, coordinatore del programma Allevamento di bestiame sostenibile e Agrobiodiversità del Louis Bolk Institute. Il ricercatore ha guidato il gruppo nei campi di produzione di foraggio dove le innovazioni consentono di salvaguardare il biota, cioè il complesso degli organismi (vegetali e animali) che assicurano la produttività del terreno. Il successivo passaggio dal campo all’alimentazione in stalla è stato illustrato da Harmen van der Sluis, esperto di foraggi di Barenbrug: l’obiettivo è incrementare la qualità di alimentazione delle vacche per produrre un latte con maggiori contenuti di proteine e di grasso.
Lo sforzo verso l’agricoltura del futuro è stato testimoniato nelle varie tappe del viaggio dall’intervento di funzionari governativi e di dirigenti, manager e agronomi di aziende impegnate nell’agroalimentare. I giornalisti Enaj infatti hanno avuto modo di visitare importanti aziende come Ferma Rosta (caseificio), AISFeR (produttore del marchio lattiero-caseario Pravilnoye Moloko) e il Sovchoz intitolato a Lenin, che, a dispetto del vecchio nome sovietico, da produttore di debiti si è trasformato in una società per azioni ed è diventato un esempio del processo di modernizzazione del Paese e dell’attenzione dedicata allo sviluppo dell’economia agricola e agroalimentare per sfruttare l’immenso potenziale delle risorse naturali del Paese.