Un’emergenza epocale, che ci colpisce tutti, costringendoci a cambiare abitudini e stile di vita, ma che ci può interessare direttamente, anche negli affetti più cari. Rispetto alla quale tutti ci dobbiamo comportare in modo responsabile. Mentre noi, operatori dell’informazione, mettendoci a disposizione per informare, dove ci competa, le scelte e i cambiamenti che interessano i settori nei quali ciascuno di noi è specializzato e dispone dellla conoscenza adeguata. Proprio per questo, non dobbiamo trascurare altre emergenze, quelle ambientali, altrettanto difficili da combattere, che potrebbero anche mettere a rischio la vita sul nostro pianeta tra poche decine di anni, o comunque cambiare radicalmente le abitudini. Paradossalmente, come è stato rilevato dai satelliti, l’emergenza Coronavirus, in Cina, sembrerebbe avere mitigato sensibilmente, per il momento, gravi situazioni di inquinamento diffuso, che sono ritenute dagli esperti la causa dell’effetto serra. Provocando il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai e delle nevi. Se non bastasse, l’oltraggio ai suoli, con l’abbandono di rifiuti e scorie, le discariche incontrollate, le emissioni di gas da combustione fuori regola, maggiormente a causa del riscaldamento domestico, sono solo alcuni dei fattori gravi di rischio per l’ecosistema. Ma anche per la nostra salute. In questi giorni siamo limitati negli spostamenti. Possibili, da casa o dal lavoro, per gli approvvigionamenti agroalimentari necessari. Che sono garantiti perché i negozi per ora non saranno costretti anch’essi alla chiusura forzata. Ma, per esempio nei supermercati, c’è chi fa le provviste come se dovesse rimanere privo di questa possibilità per xx tempo. Infatti, nonostante anche la GDO distribuisca cibo di qualità, nel pomeriggio i generi essenziali sono quasi completamente esauriti. Così come quelli biologici. Non parliamo delle linee per i celiaci. Il rischio? Che per colmare questo vuoto, tra le difficoltà di raccolta, reperimento, consegna conseguente all’emergenza e alle restrizioni che rischiano di divenire pressoché globali, il pericolo è che cali la qualità delle produzioni in distribuzione. E visto che i cittadini sono indotti a fare provviste, la quantità, come concetto di produzione, abbia il sopravvento sulla qualità. Quindi? Per esempio, una garanzia di salubrità e qualità può venire dal consumo di prodotti locali. Ottenendo il duplice risultato di alimentarci in modo corretto, elemento importante specialmente per prevenire le virosi in atto, e di dare respiro e assicurare continuità alle attività del mondo rurale e agroalimentare che vista la prossimità possono garantire qualità e salute dei prodotti, ma nel contempo trattengono la memoria delle tradizioni. Che sono la fonte dei sapori e l’essenza della civiltà contadina dalla quale è scaturita questa società. È utile a tutti noi continuare a valorizzare i prodotti migliori, le filiere certificate, la vendita diretta, il biologico, le aziende rispettose della terra e del lavoro anche stagionale e precario, gli allevamenti che credono nel benessere animale. Anche perché sono i fedeli custodi del territorio e le sentinelle dell’ambiente. Ma anche del paesaggio che è un bene tutelato dalla costituzione ma si evolve e impreziosisce man mano che l’uomo lo valorizza con le sue lavorazioni. Pensiamo alle colline che dopo l’arrivo della viticoltura sono divenute Patrimonio dell’Umanità. Spesso gli agricoltori praticano la loro attività in condizioni ‘eroiche’, e sono proprio quelli che producono effetti più sensibili alla salute del territorio e dell’ambiente. Investendo nelle tecniche anti inquinamento, nelle energie pulite, e che ci assicurano cibi e bevande di qualità. Che fanno parte di quello che da tempi lontani è chiamato il ‘settore primario’. Primario perché essenziale in quanto assicura l’alimentazione e ci fornisce il cibo e le bevande. Quindi, va sostenuto al pari di tutti gli altri. Se crediamo in tutto questo, noi giornalisti che ci autodefiniamo “specializzati” approfittiamo del delicato momento per dimostrare al mondo dell’informazione e ai cittadini-consumatori che lo siamo davvero, e che abbiamo un ruolo importante che merita di essere valorizzato e rispettato anche attraverso dignitosi riconoscimenti professionali ed economici. Costruiamo nuove competenze utilizzando al meglio il tempo che forzatamente abbiamo a disposizione; scriviamo articoli per sensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso le reti digitali che abbiamo in casa, per valorizzare le tante realtà virtuose, sociali e imprenditoriali che operano nei settori di nostra competenza.
Così facendo, quando tutto sarà finito, avremo reso un servizio reale alla pubblica opinione e di riflesso alla comunità. Ma avremo arricchito anche il nostro bagaglio di esperienza professionale, e non solo.
Carlo Morandini – Presidente ARGA FVG
Gian Paolo Girelli – Segretario generale UNAGA