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UNAGA collabora con la FAO per una corretta informazione

Con questo articolo apriamo un filo diretto con l’ ufficio stampa della FAO nella consapevolezza di quale impatto l’ attuale emergenza sanitaria globale abbia sul settore agroalimentare e sul programma ” Fame zero ” dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite. UNAGA intende sollecitare la propria rete giornalistica a un rinnovato impegno a promuovere la piu’ ampia circolazione delle informazioni per aiutare tutti a compiere scelte consapevoli e all’ altezza delle sfide epocali che abbiamo di fronte.

Roberto Zalambani (Presidente Giunta Nazionale UNAGA)

IL DIRITTO DI TUTTE LE PERSONE AL CIBO E ALLA SICUREZZA ALIMENTARE

In collegamento tra Roma e Ginevra, Tedros Adhanom Ghebreyesus, QU Dongyu e Roberto Azevedo, Direttori Generali dell’OMS, della FAO e dell’OMC, hanno emesso un comunicato congiunto che parte dalla considerazione che la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza di milioni di persone in tutto il mondo dipendono dal commercio internazionale

” Mentre i paesi si stanno organizzando per implementare misure volte ad arrestare l’accelerazione della pandemia – scrivono – è necessario ridurre al minimo l’impatto potenziale sull’approvvigionamento e la sicurezza alimentare mantenendo attive le filiere alimentari, non ostacolando la circolazione dei lavoratori dell’ industria agricola e alimentare riducendo i ritardi alle frontiere per i container che rischiano di rendere inutilizzabili i prodotti deperibili aumentando gli sprechi di cibo. Chi ne farebbero le spese sarebbero le popolazioni piu’ vulnerabili ed esposte all’ insicurezza.

L’incertezza sulla disponibilità di cibo può innescare un’ondata di restrizioni all’export, creando carenze sul mercato globale. Reazioni simili possono alterare l’equilibrio tra domanda e offerta di alimenti, con conseguenti picchi e maggiore volatilità dei prezzi. Crisi precedenti ci hanno insegnato che queste misure sono particolarmente dannose per i paesi a basso reddito e con deficit alimentare, andando inoltre a scapito degli sforzi delle organizzazioni umanitarie per procurare cibo a chi ne ha disperato bisogno. È in tempi come questi che una maggiore cooperazione internazionale diventa vitale.  Allo stesso modo, è inoltre fondamentale che i produttori e gli operatori del settore alimentare impegnati nella trasformazione e nella vendita al dettaglio siano tutelati per ridurre al minimo la diffusione della malattia all’interno del settore e mantenere attive le filiere alimentari. I consumatori, in particolare le persone più vulnerabili, devono continuare a poter accedere agli alimenti all’interno delle loro comunità secondo rigorosi requisiti di sicurezza.

Dobbiamo inoltre garantire che le informazioni sulle misure commerciali relative agli alimenti, ai livelli di produzione, ai consumi, alle scorte e ai prezzi degli alimenti siano disponibili a tutti in tempo reale. Ciò riduce le incertezze e consente a produttori, consumatori e commercianti di operare scelte consapevoli e, soprattutto, aiuta a contenere la frenesia degli acquisti e l’accumulo di cibo e di altri beni di prima necessità o ancor di piu’ la loro carenza aggravando i contesti di fame e malnutrizione”.

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