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Buone pratiche e distruzione del vettore: la Puglia combatte la “peste degli ulivi “

Il lavoro con le reti sotto gli ulivi in Puglia (Foto di Luciana Doronzo)

(di Luciana Doronzo – Consigliere AGAP-UNAGA) L’emergenza Coronavirus ha distolto l’attenzione da tante questioni, comprese quelle del mondo agricolo. E tra queste, in Puglia, figura la Xylella fastidiosa. La cosiddetta peste degli ulivi, comparsa nel 2013 in provincia di Lecce, e poi estesasi a quelle di Brindisi e Taranto, quasi lambisce a sud l’Area Metropolitana di Bari che con la confinante provincia Bat (Barletta-Andria-Trani) costituisce il polo d’eccellenza della olivicoltura italiana, dove si produce il 30 per cento dell’olio extravergine d’oliva. Finora la Xylella ha interessato 750 mila ettari.
E dopo uno stanziamento di 100 milioni di euro, due anni fa, legato al Piano nazionale per la gestione della specifica emergenza, il Piano straordinario per la rigenerazione del settore prevede nel biennio 2020/21 lo stanziamento di altri 300 milioni, per attività diverse.

La meraviglia dei grandi ulivi (Foto di Luciana Doronzo)

Ma se la Xylella avanza inesorabile (una cura non esiste, l’unico contrasto resta il contenimento) la burocrazia peggiora la situazione.

I censimenti proseguono a singhiozzo, anche le eradicazioni delle piante infette non viaggiano spedite. Peraltro la complessa materia in passato ha fatto registrare non pochi ostacoli per sovrapposizioni di competenze (anche giudiziarie) che hanno rallentato gli interventi.

Ulivi infetti da xylella

In questo periodo l’attenzione si concentra sulla lotta al vettore, la Sputacchina che diventa adulta e comincia a spostarsi. Preliminarmente erano state disposte in primavera misure fitosanitarie ritenute indispensabili,

insieme alle cosiddette buone pratiche (arature, trinciature) che proprio l’Emergenza Corona virus aveva inizialmente limitato a causa della quarantena. Poi, con le autorizzazioni a svolgere le manutenzioni in campagna si e’ potuto attivare il programma di distruzione del vettore nello stadio giovanile. Ma se tutto questo sarà servito potremmo scoprirlo solo tra qualche mese.

  

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