Circa 2.700 specie diverse di piante, oltre 350 specie animali, una grande varietà di habitat naturali: foreste, zone umide, fiumi, laghi, montagne. Per la sua particolare collocazione geografica l’Emilia-Romagna presenza una straordinaria ricchezza di biodiversità.
Un patrimonio che la Regione vuole tutelare e valorizzare sia sul piano ambientale, sia promuovendo forme di turismo slow, attento e consapevole. Va in questa direzione il nuovo Programma di investimenti per i parchi e le aree protette approvato dalla Giunta regionale e che mette a disposizione 3,6 milioni di euro per il triennio 2021-2023. Risorse che si aggiungono ai quasi 4,5 milioni di euro già assegnati a marzo come contributo 2021 per le spese di funzionamento e di gestione degli Enti.
“Investire nel rafforzamento del ‘capitale naturale’ rimane centrale per la Regione, che si impegna affinché i parchi non siano solo tutelati, ma anche vivibili per un turismo slow in forte crescita – commenta l’assessora a Montagna, parchi e forestazione Barbara Lori -. Dopo alcuni anni riproponiamo un programma triennale di investimenti destinato specificatamente alle aree protette, perché crediamo e sosteniamo concretamente progetti che sono delle vere e proprie idee di parchi a misura d’uomo, dove il valore delle biodiversità e la promozione di un territorio da scoprire vanno a braccetto. Nonostante il periodo difficile, abbiamo continuato a lavorare per rispondere sempre alle domande che vengono dai territori. Con questo ulteriore passaggio, abbiamo ribadito quanto il ruolo dei parchi risulti fondamentale per l’Emilia-Romagna”.
Destinatari delle risorse i cinque enti di gestione dell’Emilia Occidentale, Emilia Centrale, Emilia Orientale, Romagna, Delta del Po, oltre al Parco interregionale Sasso Simone Simoncello. Realtà cui fa capo una buona parte dell’estesa rete delle aree protette, presente in Emilia-Romagna: 14 parchi regionali, 3 parchi nazionali e interregionali, 15 riserve naturali, 34 aree di riequilibrio ecologico, 158 siti della Rete Natura 2000.Pari a oltre il 16% dell’intero territorio emiliano-romagnolo.