La città di Ravenna (così come la Bassa Romagna) ha conservato per molti secoli un profondo legame con le paludi e le pinete che circondavano e, in parte, ancora lambiscono la città.
Le paludi di acqua dolce hanno circondato per secoli la città di Ravenna facendone la fortuna, fino ad essere scelta per ben tre volte capitale di imperi. La storia umana, poi, ha ritenuto le paludi ambienti malsani e tra il XIX secolo e la prima metà del XX secolo le bonifiche hanno completamente modificato il territorio intorno alla città. Le pinete caratterizzano il territorio di Ravenna a partire dal V secolo d.C. e raggiunsero la massima espansione nel XVIII secolo quando venivano utilizzate per la raccolta dei pregiati pinoli e come pascolo per mucche e cavalli. Negli ultimi decenni questo legame con l’acqua, che in passato caratterizzava la gente che abitava le città e le campagne, si sta perdendo portando a perdere anche la memoria e in un certo senso anche l’identità territoriale delle genti.
Paludi e pinete fanno parte del Parco del Delta del Po, che rappresenta un patrimonio naturalistico inestimabile. Con il convegno dedicato agli ambienti delle pinete e delle paludi del ravennate, tenutosi lo scorso sabato 11 dicembre 2021 presso il Palazzo dei Congressi, il Comune di Ravenna ha inteso rinsaldare il rapporto fra i cittadini e gli ambienti naturali ravennati, o almeno di ravvivarne la memoria, attraverso un puntuale e approfondito scambio di conoscenze sul passato, l’attualità e le prospettive future tra personalità di alta caratura scientifica, storica e istituzionale, un rapporto necessario per un nuovo “Green deal” europeo che metta al centro la biodiversità a beneficio delle persone, del clima e del pianeta. Dodici i lavori presentati da altrettanti relatori per un panorama ambientale e culturale che spazia dalle bonifiche del territorio, alla gestione delle pinete e delle zone umide naturali, alla fauna di terra e alla pesca. I dodici lavori sono stati raccolti in un unico volume (atti del convegno). Fra le dodici relazioni anche quella del delegato ARGA di Ravenna, Roberto Aguzzoni, sulla storia dell’attività venatoria a Ravenna dal 1600 ad oggi. Una ricerca imperniata sulle antiche tradizioni locali, dalla caccia per sostentamento, al vecchio commercio della selvaggina, all’antico uso delle carni di selvaggina per uso medico in farmacia alchimistica, arrivando ai giorni nostri con l’impegno del volontariato in convenzione con il Comune per la cura ambientale delle pinete e per il contributo alla ricerca scientifica attraverso il monitoraggio e il censimento di alcune specie selvatiche in un contesto europeo, fornendo i relativi dati all’Università di Milano per l’elaborazione.
Ha presieduto il convegno l’Architetto Aida Morelli, Presidente dell’Ente Parco Delta del Po (per info: ceasra21@comune.ra.it).