Caulonia (Reggio Calabria): ai suoi tavoli si possono mangiare piatti tipici calabresi e specialità africane, cous cous di pesce e baccalà cotto alla creta. Un insieme di ristorante multietnico, laboratorio per l’inserimento dei rifugiati e una intimazione alla criminalità organizzata. Una bomba davanti al suo ingresso, poco prima del capodanno 2012, voleva impedirne la nascita. Ma il tentativo non è riuscito
di VLADIMIRO POLCHI
ROMA – Amal ha finalmente aperto le porte. Ai suoi tavoli si possono mangiare piatti tipici calabresi e specialità africane, cous cous di pesce e baccalà cotto alla creta. Amal (“speranza” in arabo) è tante cose assieme: un ristorante multietnico, un laboratorio sociale per l’inserimento lavorativo dei rifugiati, una sfida alla criminalità organizzata. Una bomba, piazzata davanti l’ingresso poco prima del capodanno 2012, ha provato a impedirne la nascita. Non c’è riuscita.
La bomba di capodanno. “La bomba ha fatto saltare i pavimenti e divelto tutte le porte. È stata piazzata davanti l’ingresso. È un atto di stampo chiaramente mafioso, uno dei tanti che hanno colpito la Locride e la Calabria negli ultimi giorni”. A parlare è Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo Cooperativo Goel, che dal 2003 si contrappone allo strapotere economico della ‘ndrangheta. I fatti risalgono al primo gennaio 2012. La bomba viene fatta esplodere a Caulonia (Reggio Calabria) davanti l’ingresso di un locale, che il gruppo sta per aprire: un laboratorio per l’inserimento lavorativo dei rifugiati politici. Il Gruppo Goel gestisce infatti anche vari progetti di accoglienza di rifugiati e di minori stranieri non accompagnati, insieme ai comuni della Locride.
Apre Amal. “Poco prima di capodanno 2012 – ricorda oggi Linarello – a Caulonia, un ordigno esplosivo danneggiava pesantemente i locali di quello che si preparava a essere un ristorante simbolo dell’incontro tra Africa e Calabria, realizzato nei progetti di accoglienza dei migranti gestiti da Goel. In occasione della manifestazione anti-‘ndrangheta del 1°
marzo 2012, veniva inaugurata la fine dei primi lavori di riparazione dei locali. Dopo un lungo iter burocratico e un’adeguata preparazione del ristorante, finalmente giovedì 25 luglio ha aperto al pubblico Amal: un incontro di culture e gusti, attraverso tre percorsi di cucina tipica calabrese, biologica e africana. Amal è speranza – afferma Linarello – perché dimostra che non bisogna mai piegare la testa di fronte alle intimidazioni di stampo mafioso”.