di Maurizio Orrù, segretario ARGA Sardegna
Riaprire l’annosa vertenza sul comparto ovicaprino sardo rivalutando in maniera concreta il prezzo del latte per una giusta remunerazione agli allevatori sardi stanchi di lavorare in perdita. Questa è la riflessione che la CIA (Confederazione italiana agricoltori) della Sardegna rivolge alle istituzioni politiche ed economiche locali e nazionali esprimendo una forte preoccupazione del malessere, mai completamente sopito, tra gli allevatori isolani.
Un silenzio preoccupante e denso di incognite. La CIA isolana chiede la riapertura di un tavolo tecnico e politico tra le parti, affinché vengano riconosciuti le fatiche quotidiane dei pastori sardi. Il prezzo del latte ovino sardo ha una quotazione di 85 centesimi al litro che viene ceduto dagli industriali caseari, mentre il sistema delle cooperative, risulta essere di 1 euro al litro. Questa differenza economica non si comprende, quando il prezzo del latte, agganciato al prezzo del pecorino romano Dop, raggiunge gli 8,35 al Kg (quotazione Ismea, febbraio 2021). Un’ottima performance che non si concretizza in termine economici. Naturalmente i conti non tornano. Oggigiorno, i pastori, l’anello debole della filiera, sono in una fase di malumore e agitazione. Speriamo che non si arrivi, nuovamente, alla situazione di protesta, come quelle di due anni orsono, con sprechi di migliaia litri di latte versati nelle strade isolane. Una forte contestazione non sempre capita dalla popolazione. Anche la Coldiretti Sardegna, prende posizione. Infatti attraverso l’opinione di Battista Cualbu Presidente regionale, il quale afferma che “non esiste conformità. Ma sono fiducioso che in futuro, non troppo lontano, il ritorno economico possa aumentare”.
A rischio ci sono 12 mila allevamenti isolani dove pascolano circa 2,6 milioni di pecore che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinati per il 60% alla produzione del Pecorino romano Dop. In gioco c’è il futuro di tantissime persone, che con il loro lavoro, sostengono la debole ed asfittica economia della Sardegna. Attendiamo tempi migliori.