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ARGA PIACENZA: RIPARTONO LE ATTIVITA’ CON UN PRESS TOUR ALLA FORMEC BIFFI

(a.g.) Per anni l’Arga di Piacenza, affidata al nostro compianto delegato Carlo Musajo Somma di Galesano, decano della stampa agroalimentare cittadina, è stata una delle più attive tra le delegazioni provinciali dell’Emilia Romagna. La scomparsa di Carlo, avvenuta nel 2012, aveva logicamente rallentato le attività.

L’occasione per rilanciare Arga Piacenza è avvenuta venerdì scorso, 28 marzo, grazie a un evento organizzato in una delle più importanti aziende alimentari  del territorio, leader nella produzione di salse e sughi a marchio proprio e per il private label della Gdo. Si tratta di Formec Biffi, che non possiamo definire “realtà emiliana” in quanto situata al di là del Po, in territorio già lombardo e sotto la provincia di Lodi. Ma è assolutamente piacentino e visceralmente legato alla città emiliana colui che ci ha guidato alla scoperta della sua creatura: Pietro Casella, presidente di Formec Biffi e uomo di cultura, come dimostra la galleria d’arte nel cuore di Piacenza utilizzata per esposizioni e incontri aperti alla cittadinanza.


All’incontro con visita in azienda hanno partecipato la presidente Arga interregionale Lisa Bellocchi e il presidente regionale Emilio Bonavita, il segretario nazionale Roberto Zalambani e il segretario interregionale Andrea Guolo. Erano inoltre presenti il neo delegato Arga per Piacenza, Gianfranco Salvatori, e i colleghi Claudia Molinari (Libertà Piacenza), Maria Chiara Lunati (Il Nuovo Giornale) e Stefano Bugamelli (Mondo del Gusto).

A seguire, l’articolo dedicati alla giornata di News Age Agro, a firma di Gianfranco Salvatori, e il comunicato stampa dell’azienda.

Un sentito ringraziamento da parte di Arga a Pietro Casella, per la calorosa accoglienza e per la passione che dedica al proprio lavoro, e ad Antonella Maia per aver organizzato alla perfezione questo press day.

Pietro Casella con i giornalisti Arga

LODI – Tre nuovi sughi vegetali al 100% – pesto, ragù con la soia e sugo con verdure – in vendita fra 15 giorni, barra orientata verso i prodotti freschi che diventeranno dominanti nel prossimo futuro, mantenimento della leadership nel settore horeca (ristorazione e catering) e in quella di produzione di salse e sughi per i marchi della Grande distribuzione organizzata (cioè i principali supermercati italiani). Formec Biffi, la grande azienda alimentare di San Rocco (Lodi), in terra lombarda e a due chilometri da Piacenza, scopre le proprie carte. E lo fa con un mazziere d’eccezione: il presidente Pietro Casella, che la inventò nel 1966, partendo con 30 uova e due fusti di olio da 25 chili per produrre maionese. Oggi le uova lavorate in un giorno sono 600 quintali e l’olio, ogni settimana, viene trasportato in azienda da 12 autocisterne. Da allora, Biffi è diventato sinonimo di maionese. Ma non solo. Sì perché, oltre che a produrre maionese, Biffi si è affermato in Italia, in Europa e nel mondo con i sughi e le salse.
L’AZIENDA E L’ARTE Un’azienda immersa nel verde e nell’arte, a due passi dal Po, caratterizza il lavoro di Casella, che a 78 anni sprizza energia e, soprattutto, idee. «Il verde è ciò che colpisce i buyer di tutto il mondo» conferma il titolare indiscusso di Biffi. L’altra sua passione è l’arte: dipinti, fotografie, sculture, archeologia industriale decorano il grade spazio naturale – c’è anche un laghetto con 40 specie di anatre – dell’azienda, ma anche la galleria d’arte aperta a Piacenza (Biffi Arte) perché «l’imprenditore si deve attivare anche nel sociale e io ho un passione per l’arte moderna…oltre che per il tennis». La galleria, diretta dall’architetto Carlo Scagnelli, ospita dipinti, sculture, fotografie e incontri con scrittori. Il filo che lega le varie forme artstiche è che tutte devono avere un progetto alle spalle. L’azienda ha anche un ristorante e un negozio per la vendita dei prodotti.
Dopo la laurea in Agraria nel 1961, alla Cattolica aperta da pochi anni da Padre Agostino Gemelli a Piacenza, Casella era stato in Gran Bretagna e aveva visto i primi supermercati Sainsbury’s. Scatta la scintilla e torna in Italia. Dall’azienda artigianale passa a produzioni alimentari sempre più evolute – tra cui il formaggio per fare i toast – che, come ha raccontato lui stesso, «andavo a vendere spacciandomi per il rappresentante di una grande ditta, quando in realtà a produrre eravamo in due: io e l’operaio che avevo assunto». Casella si è raccontato così ai giornalisti specializzati in agricoltura delle sezioni Arga di Emilia Romagna e Lombardia, in azienda per un press day.

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