Il 26 maggio scorso Slow Food ha celebrato la sua festa annuale in tutta Italia, dedicata al cibo che consumiamo e ai cambiamenti climatici. Trecento le piazze, le strade, i mercati e i giardini, che hanno ospitato la manifestazione. All’Orto Botanico di Palermo, su iniziativa del nuovo delegato di Slow Food della Condotta di Palermo Mario Indovina, si sono dati appuntamento tutti i presidi di Slow Food della Sicilia: ape nera sicula, cappero di Salina, capra girgentana, cudduredda di Delia, fagiolo baddo di Polizzi, fragoline di Ribera e Sciacca, lenticchia di Ustica, limone Interdonato, mandarino di Ciaculli, manna delle Madonie, oliva minuta, pane nero di Castelvetrano, pistacchio di Bronte, provole dei Nebrodi e Madonie, sale marino artigianale di Trapani, suino nero dei Nebrodi, susine bianche di Monreale e vastedda del Belice. L’assise si è svolta con un vasto programma che ha incorporato una serie di attività salutistiche e di degustazioni: dalla fisioterapia, alle merendine genuine per i bambini, nonché sedute di education con musiche varie, il tutto alla presenza di un numeroso pubblico che condivide la politica agroalimentare di Slow Food. Una tavola rotonda dal tema: i giardini del buon gusto, si è svolta in un salone dell’Orto Botanico con la partecipazione dello stesso Fiduciario Mario Indovina, nonché di docenti universitari, di medici ed esperti di alimenti e sicurezza alimentare. Il Delegato Mario Indovina, ha sottolineato il valore della cultura del territorio e il recupero dei prodotti tipici e genuini. La Condotta di Palermo deve recuperare il tempo perduto a causa delle incomprensioni all’interno del sodalizio. Gianluca Savona, medico, specialista in endocrinologia e corresponsabile del programma delle malattie della Condotta Slow Food di Palermo, ha fatto una analisi delle parti umane e la loro composizione per una sana esistenza. Enzo Ferrantelli, direttore area chimica e sicurezza alimentare dell’Istituto Zooprofilattico Adelfio Mirri di Palermo, ha fatto alcune considerazioni sull’uso di prodotti alimentari, alla luce della globalizzazione e sui rischi della salute umana. L’Istituto –sottolinea Ferrantelli- fa delle indagini nonché sottopone ad analisi i vari prodotti importati, in quanto possono contenere sostanze nocive al corpo umano. Il prof. Giuseppe Barbera della Facoltà di Agraria di Colture Arboree della Università di Palermo, nonché nuovo assessore allo sport e cultura del Comune di Palermo, ha riconosciuto giusta e salutare la politica di Slow Food in quanto ha consentito la salvaguardia di tanti prodotti alimentari che rischiavano l’estinzione, e anche la conservazione del territorio ad essi legati. Su questo aspetto, Barbera ha ricordato la Conca d’Oro di Palermo dove si coltiva ancora il manderino di Ciaculli che è diventato presidio Slow Food in quanto rischiava la fine di un prodotto tipico del territorio. In questo si riassume – frutteto e territorio- che rappresentano insediamento nel contesto della città che cresce e si sviluppa in un equilibrio tra storia, natura e agricoltura urbana. Crisi dell’agricoltura, tracciabilità, etichettatura e sicurezza, sono i mezzi e gli strumenti per l’informazione, sostiene Dario Di Bernardi dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino della Regione Siciliana, affinché il cittadino consumatore possa fare le proprie scelte alimentari con consapevolezza. Le conclusioni della Tavola Rotonda, le ha fatte Cinzia Scafidi, direttore del Centro Studi di Slow Food , la quale ha sostenuto che bisogna cambiare sistema per poter mangiare e vivere sano e bene in ambiente altrettanto sano. E nel concludere ha anche ricordato che in alcuni mondi non conoscono questo modo di vivere e mangiare in quanto sono popoli molto poveri.
Di Nino Di Cara ARGA Sicilia e delegato UNAGA