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ASSEMBLEA FEDERUNACOMA: I NUOVI ASSETTI DELL’AGRICOLTURA ANCHE ALLA LUCE DELLA GUERRA IN UCRAINA. PRESENTE UNAGA

I protagonisti dell’Assemblea di Federunacoma

La crisi economica determinata dalla guerra in Ucraina minaccia anche il settore della meccanica agricola e rischia di frenare un mercato in fase di espansione. Le vendite di trattrici a livello mondiale hanno raggiunto nel 2021 un totale di 2 milioni 485 mila unità, con una crescita del 13,2% rispetto all’anno precedente e con indici particolarmente positivi per mercati quali quello indiano (+28% a fronte di oltre un milione di unità immatricolate), quello statunitense (+10,5% in ragione di 317 mila unità) e quello dell’Europa comunitaria (+16% con 215 mila unità).

Sulla spinta di una buona domanda potenziale, il commercio mondiale delle macchine agricole era previsto in crescita del 7,1% (in valore) nei quattro anni dal 2022 al 2025. La guerra in Ucraina ha modificato drasticamente lo scenario, determinando cambiamenti nell’economia agricola, nella geografia delle produzioni, nella catena delle forniture per l’industria a partire da quelle energetiche.

Dei nuovi assetti si è parlato nell’ambito dell’Assemblea Generale FederUnacoma, svoltasi il 28 giugno nella splendida cornice del Palazzo di Varignana, (Castel San Pietro, Bologna) in un dibattito che ha visto relatori l’economista Carlo Cottarelli, l’analista geopolitico Dario Fabbri, l’europarlamentare già Ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro e il Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti. Durante i lavori si è svolto anche un incontro con la stampa specializzata al quale, per UNAGA, hanno partecipato il Presidente e il Segretario del Comitato scientifico nazionale Mimmo Vita e Fabrizio Salce.

I dati FAO diffusi nel mese di giugno già indicano per l’anno in corso un calo della produzione a livello globale determinato proprio dalla riduzione delle derrate da Ucraina e Russia, Paesi che da soli coprono circa il 30% dell’export mondiale sia di grano che di orzo. La riduzione delle derrate da questi Paesi – ha ricordato Malavolti aprendo il dibattito – comporterà una nuova geografia della produzione di cereali e di oleaginose, assegnando probabilmente un ruolo maggiore a Paesi come Brasile, Australia ed India, e questo significa nuove rotte commerciali e nuova logistica nello scenario globale. Al di là delle posizioni ideologiche – ha spiegato l’analista Dario Fabbri – l’espansione della Russia in Ucraina non conviene all’Europa.

In Italia – ha detto l’economista Carlo Cottarelli analizzando l’attuale scenario economico – non c’è il rischio di una recessione, ma l’incertezza è legata all’incremento delle sanzioni e quindi alla crescita del costo delle materie energetica. Ma una variabile riguarda l’effetto della crescita dei tassi d’interesse, rispetto alla quale la BCE non ha margini illimitati giacché – ha aggiunto Cottarelli – una politica troppo restrittiva potrebbe innescare spinte politiche antieuropeiste.

Paolo De Castro, europarlamentare e più volte ministro delle Politiche agricole, ha ricordato da Bruxelles che “Le esportazioni agroalimentari da Russia e Ucraina in Europa non incidono percentualmente sul bilancio di settore dell’Unione europea, che era e si conferma il primo grande esportatore mondiale di prodotti agroalimentari. Oggi ciò che preoccupa di più è il problema della siccità, il tema delle emissioni gassose nell’atmosfera che ha impatti sul piano climatico che, senza un’inversione di tendenza, potrebbe avere riflessi negativi per il Pianeta ben più gravosi.

Le vicende belliche stanno riportando in primo piano l’agricoltura quale elemento basilare di ogni sistema economico – ha detto nel suo video messaggio il Ministro dell’Agricoltura Patuanelli – ma l’agricoltura significa oggi alta tecnologia e quindi meccanizzazione agricola. L’industria italiana ha una leadership mondiale in questo settore.

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