di Fabrizio Salce, giornalista ARGA Piemonte Valle d’Aosta, Cts UNAGA
Siamo a Torino. La leggenda vuole che la fondazione della prima Capitale d’Italia sia stata opera di un principe egiziano chiamato Eridano: il primo nome del fiume Po. Se ne parlava già in alcuni testi storici d’epoca e ancora oggi, con il sapore della fantasia tra le labbra, non si disdegna di donargli un minimo di credenza.
In città il più antico museo al mondo dedicato alla cultura egizia lega ulteriormente Torino con i Faraoni e io ho scoperto un piccolo e gustosissimo particolare degno di nota. Dobbiamo però risalire a 100 anni fa. Il 4 novembre 1922 una spedizione archeologa britannica guidata da George Edward Stanhope Mplyneux Herbert, conte di Carnarvon e da Howard Carter scopre il primo segno dell’ingresso della tomba di Tutankhamon. A differenza delle altre tombe dei Regnanti egiziani quella del giovane Faraone, morto a soli 21 anni, non venne saccheggiata per puro caso: i ladri vennero colti sul fatto prima del misfatto. Nello stesso anno a soli 50 km da Torino, a Pinerolo, un signore chiamato Pietro Ferrua, Monsù Ferrua, inventa il panettone piemontese, quello basso con la glassa di nocciole. Quale attinenza? La stessa del fiume Eridano: la fantasia e il piacere della leggenda.
Il piacere del forse, del ma, del probabile e del perché no ma soprattutto il grande piacere di un dolce unico al mondo che compie 100 anni: il panettone Galup!!! Cent’anni di evoluzione, tradizione, passione e amore per l’alta qualità. Il 26 aprile il compleanno del Centenario di Galup è stato celebrato proprio a Torino negli ampi saloni della Scuola d’Applicazione d’Arma di via dell’Arsenale. Il Generale di Divisione e Comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito Mauro D’Ubaldi ha aperto i festeggiamenti alla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del Sindaco di Pinerolo Luca Salvai e la vice Sindaca di Torino Michela Favaro.
Il presidente di Galup, Giuseppe Bernocco, nel suo intervento ha espresso parole di gratitudine per tutti i dipendenti e per il socio Sebastiano Astegiano riassumendo il loro viaggio imprenditoriale che ha visto la luce a Cherasco nel 1990 con le lavorazioni meccaniche di precisione. Da allora il percorso dei due imprenditori si è sviluppato con più sfumature sino ad arrivare all’anno 2014 quando decisero di rilevare Galup. Bernocco ha sottolineato il loro amore per le sfide pur non negando che nel caso del prestigioso marchio dolciario piemontese sia subentrato il cuore. Sono stati dunque i ricordi, le sensazioni quel magico senso di protezione, amore e calore legato all’infanzia, alla condivisione dei momenti di festa, alla gioia, alla spensieratezza e alla serenità lo stimolo giusto per affrontare l’opportunità di lavorare al rilancio di Galup. Galup non è soltanto una marca, ma è una bella storia italiana, una storia che si mescola con la vita e con l’infanzia di molti di noi.
La parola è poi passata all’Amministratore Delegato di Galup, Stefano Borromeo, che ha ripercorso le grandi tappe della storia aziendale, raccontando come Pinerolo sia cresciuta attorno al Forno di Pietro Ferrua, inventore del Panettone Piemontese basso e ricoperto con la glassa di nocciole. Oggi i panettoni prodotti da agosto a dicembre sono oltre 10 mila. Ai 100 anni di storia aziendale verrà dedicata l’emissione di un francobollo in uscita il primo giorno d’estate il 21 giugno 2022: nei tempi antichi il solstizio d’estate. Galup è sempre stata all’avanguardia con lo sguardo rivolto al futuro: a testimoniarlo un manifesto pubblicitario del 1956 dove si ipotizzava il Panettone Galup sulla luna. 13 anni prima dello sbarco lunare del 1969. Lo stesso messaggio pubblicitario della metà degli 70 con un testimonial di successo e celebre come Erminio Macario collocava Galup nel futuro della comunicazione.
Il panettone Galup è una ricetta originale che negli anni ha influenzato tante altre produzioni, ma è anche un nome ben specifico; e come la leggenda del principe egiziano anche per Galup la leggenda narra che la moglie di Ferrua, Regina, sentì un amico che dopo avere assaggiato il celebre dolce esclamò: «A l’è propri galup» che in dialetto piemontese significa: «è proprio goloso!».