di Fabrizio Stelluto, Vice Presidente Vicario UNARGA
C’era un’evidente distonia tra la cornice da show televisivo della celebrazione ufficiale della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, svoltasi nella sede della FAO a Roma ed i drammatici dati forniti: l’obbiettivo “fame zero” entro il 2030 era e rimarrà un’utopia (a dirlo, Antonio Guterres, Segretario Generale O.N.U.); non solo: la popolazione in insufficienza alimentare sta addirittura aumentando, grazie a governi, che privilegiano le spese militari a quelle della cooperazione.
La Direttrice Generale del Programma Alimentare Mondiale (una delle tre agenzie ONU, che si occupano di alimentazione e che hanno sede nella Capitale) ha denunciato la riduzione delle risorse. Tema della Giornata 2023, promossa dalla FAO e che si articolerà in una serie di appuntamenti nel corso della settimana, è “L’acqua è vita, ci nutre”; ha affermato il Segretario Generale della FAO, Dongyu: “Senza acqua non c’è cibo e senza sicurezza idrica non c’è sicurezza alimentare.” La realtà è che l’inquinamento delle risorse idriche continua ad aumentare e la loro accessibilità è sempre più difficile a causa dei cambiamenti climatici.
A dire parole ferme ci hanno pensato i “soliti noti” (il Presidente della Repubblica, Mattarella, presente in sala e Papa Francesco, che ha inviato un messaggio): “L’acqua è cibo. Trasformarla in elemento di conflitto o speculazione è un delitto”; con loro, il Presidente dell’Irlanda, Higgins: “La disponibilità d’acqua potabile è calata del 20% in 10 anni e 2 miliardi e mezzo di persone sopravvivono in stress idrico.”
A portare una nota positiva è stata la Ministra dell’Ambiente degli Emirati Arabi Uniti, Almheiri, che ha preannunciato mirabolanti conclusioni per la conferenza COP 28, che si terrà in Qatar: speriamolo dopo 27 “quasi fallimenti”, ma purtroppo concordare un futuro equo per il Pianeta non è certo facile come assoldare i campioni dello sport.