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Il dramma del florovivaismo in Sardegna, imprese medio piccole e occupati a rischio

La pandemia Covid 19, ha colpito (e colpisce) in modo drammatico l’intera economia italiana. In Sardegna regione economicamente debole, il florovivaismo rappresenta l’anello debole dell’agricoltura isolana, che conta 2500 imprese medio piccole, con circa 4 mila occupati e un valore d’affari stimato di circa 25 milioni di euro. A livello italiano il florovivaismo conta 27 mila imprese con un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro.  “E’ un momento drammatico per tutti- dichiara il Presidente Coldiretti Sardegna Battista Cualbu– tutta l’agricoltura è penalizzata, ma ci sono alcuni settori colpiti con più durezza, come l’HO.RE.CA, il sistema dell’offerta agrituristica e il comparto del florovivaismo. C’è  necessità di liquidità. In questo momento straordinario sono necessarie azioni altrettanto straordinarie e coraggiose, oltre che immediate”. “Per le nostre aziende la liquidità -afferma Il direttore Coldiretti Sardegna Luca Saba– si potrebbe immettere immediatamente nel mondo agricolo sbloccando le misure del Psr bloccato, oltre che con il pagamento delle calamità riservandosi di effettuare i controlli post. L’esempio viene dalla stessa siccità del 2017 pagata ai pastori in tempi celeri, mentre tutti gli altri settori sono ancora in attesa”.  Purtroppo l’intero comparto sardo e nazionale è subissato da una pioggia di disdette dei privati e dal mercato delle pubbliche amministrazioni legate all’utilizzo delle piante nel decoro urbano.  Significativo il messaggio dell’Associazione florovivaisti italiani che ha lanciato lo slogan “Amati, compra un fiore italiano”. Un accorato appello per richiamare l’attenzione dei cittadini  sul valore e la qualità del florovivaismo italiano.

Maurizio Orrù (Segretario Arga Sardegna e membro del Consiglio nazionale Unaga)

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