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LIEVITA IL PREZZO DELLA PASTA, MA IL PIATTO CHE RAPPRESENTA L’ITALIA NON E’ UN LUSSO

di Luana Spernanzoni, Presidente ARGA Marche

A schizzare verso l’alto il prezzo della pasta, con un aumento che in pochi mesi ha raggiunto il 38%, ci hanno pensato più fattori. Come denunciato nei giorni scorsi dal Sole24Ore, il prezzo del grano è cresciuto del 90%, al quale si è aggiunto l’aumento dei costi delle altre materie prime e il drammatico rincaro delle bollette energetiche.

Ma il piatto nazionale per eccellenza, costa comunque poco.  Una porzione di pasta industriale si attesta sui 20 centesimi. Il piatto di spaghetti della migliore semola italiana, lavorata con cura e lentamente essiccata a costa circa 60 centesimi. Lo conferma Carlo Latini, pioniere della selezione varietale dei grani, che dal 1991 ha ripreso la coltivazione del grano Senatore Cappelli, antica varietà italiana selezionata da Nazareno Strampelli padre della genetica, che produce a filiera corta nelle Marche la “Pasta Latini”, marchio artigianale tra i più rinomati in Italia.

Lo conferma anche il Pastificio Agricolo Mancini a Monte San Pietrangeli (FM), che rappresenta un’altra eccellenza nel panorama della pasta di grano duro. “Non acquistiamo grano ma lo coltiviamo direttamente, siamo riusciti così a mantenere il prezzo della pasta bloccato per tutto il 2021. Sebbene da gennaio 2022 il listino è stato rivisto del 10-15%, per compensare gli aumenti dei costi di produzione e, soprattutto, del significativo rialzo dei costi di coltivazione, i consumatori attenti non tradiscono il marchio Mancini e riteniamo che non ci sarà un cambiamento di abitudini.”

E bene sottolineare che il caffè bevuto al bar ha un incremento del 50%, raggiungendo il prezzo di 1,5 euro a tazzina, mentre il piatto principe della dieta mediterranea, piacere della tavola e presidio di valori del territorio, nonostante i rincari, è ben al disotto.

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