Frodi e contraffazioni alimentari sono particolarmente odiosi in tempi di crisi e anche di festività natalizie, in cui il dono di prodotti alimentari risulta il più gradito di tutti. E’ quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel commentare positivamente le operazioni dei carabinieri dei Nas di Bologna che hanno sequestrato in provincia di Forlì un prosciuttificio che importava prosciutti dall’estero, ne rimuoveva i marchi e li etichettava come “prosciutti di parma Dop” da destinare a cesti natalizi. Lo stesso nucleo ha sequestrato 30 tonnellate di materie prime in precarie condizioni igieniche destinati a dolci natalizi. Non solo viene messa a rischio la salute – commenta Coldiretti – ma con i falsi prodotti agroalimentari vengono sottratti alla produzione dell’Emilia Romagna 8 miliardi di euro che potrebbero generare occupazione – secondo stime Coldiretti – pari a 30mila posti di lavoro.
In Italia – prosegue Coldiretti – si sono prodotte nel 2011 solo 24,5 milioni di cosce, mentre ne sono state importate 67 milioni di destinate, con la trasformazione e la stagionatura, a diventare prosciutti “Made in Italy” (tra crudi e cotti) perché non è obbligatorio indicare la provenienza della carne di maiale in etichetta, a differenza per quello che avviene per quella bovina dopo l’emergenza Bse. Fatta eccezione per i prosciutti a denominazione di origine protetta che garantiscono l’origine italiana (Parma, San Daniele, Toscano, Modena, Carpegna e Berico Euganeo), sul mercato – precisa la Coldiretti – è facile acquistare prosciutti contrassegnati dal tricolore, con nomi accattivanti come prosciutto nostrano o di montagna che in realtà non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. Un inganno nei confronti dei consumatori e danni per i produttori che subiscono una concorrenza sleale perché – spiega la Coldiretti – mentre negli allevamenti italiani i maiali sono alimentati con prodotti di qualità sulla base di rigorosi disciplinari di produzione “Dop”, all’estero si usano spesso sottoprodotti se non addirittura sostanze illegali come è accaduto nel recente scandalo dei mangimi alla diossina prodotti in Germania e utilizzati negli allevamenti di polli e maiali.