di Claudio Venditti, consigliere Arga Calabria
La campagna agrumicola 2020/2021 risente di una profonda crisi. I prezzi alla produzione sono bassissimi; le clementine IGP Calabria realizzano in campagna un prezzo che non copre nemmeno i costi di produzione; le forti piogge dei giorni scorsi hanno determinato danni consistenti. “Per coprire i costi di produzione e raccolta – ci ha dichiarato Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria – ci vogliono almeno 35/40 cent. a kg! E’ un conto economico per gli agricoltori che è drammatico, denuncia”. La crisi causata dal Covid, i limiti alla movimentazione delle merci e delle persone, la chiusura dei ristoranti, le temperature più alte della media stagionale che hanno accorciato i tempi di maturazione, con le piogge alluvionali che hanno determinato la cascola del frutto in una percentuale fra il 30 e il 40%, hanno compromesso il reddito degli agricoltori.
“Il territorio della Sibaritide – aggiunge Aceto – , che impernia la sua economia proprio sulle clementine, è soggetto ad un tracollo senza precedenti a cui si aggiunge il “solito” atteggiamento della Grande Distribuzione Organizzata che non riconosce agli agricoltori prezzi remunerativi. La Coldiretti invita i cittadini-consumatori e gli operatori economici a aderire con atti concreti alla campagna di mobilitazione #MangiaItaliano, privilegiando negli approvvigionamenti arance e clementine made in Calabria al 100% e gli altri prodotti agroalimentari del territorio.
Auspica inoltre “un patto etico di filiera” tra il mondo della produzione e della distribuzione per garantire almeno i costi di produzione e di raccolta. Abbiamo altresì chiesto al Dipartimento Agricoltura – riferisce Aceto – l’esigenza di predisporre un Piano Agrumi regionale e di attivare misure specifiche per contrastare la crisi quali ritiro di prodotto, insieme al MIPAAF, da destinare alla distribuzione gratuita e agli indigenti.
L’ipotesi dei ritiri potrebbe configurarsi oltre che per il prodotto fresco anche per il succo che renderebbe più gestibile la particolare emergenza. Speriamo in un bando per ritiri di generici di “succhi di frutta” che, se opportunamente utilizzato, potrebbe, seppur parzialmente, ristorare il settore”.