“La posizione espressa dal Consiglio dei Ministri Ue dell’agricoltura sulla nuova Politica agricola comune è indubbiamente migliorativa per il nostro Paese rispetto alla proposta della Commissione. Ora entriamo nella fase del Trilogo ed entro tre o quattro mesi arriveremo al testo definitivo della riforma”.
Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella Sala Cavour del Mipaaf.
“Sono soddisfatto dell’esito del negoziato e del risultato raggiunto per l’Italia, soprattutto se si pensa a quanto prevedeva la proposta iniziale avanzata dalla Commissione. In un quadro complessivo che vede un leggero arretramento della spesa globale, l’Italia recupera qualcosa sul fronte dello sviluppo rurale, e limita le perdite sugli aiuti diretti. Ritengo importante sottolineare come sia stata sconfitta la posizione che prevedeva un appiattimento degli aiuti: il nostro Paese ha ottenuto un livello di aiuti molto più alto rispetto alla media europea. Inoltre, nell’ambito della previsione di giungere ad un allineamento interno entro il 2019, il testo del Consiglio prevede la possibilità per i singoli Paesi di limitarsi a un leggero avvicinamento tra i due estremi senza tagli pesanti per i settori che godono di un sostengo superiore alla media”.
“Anche per quanto riguarda l’importante sfida relativa alla definizione di ‘agricoltore attivo’ – ha aggiunto il Ministro -, il testo uscito dal Consiglio individua il vero agricoltore consentendoci di sostenerlo nel modo più adeguato”.
“Siamo riusciti – ha sottolineato Catania – anche a ‘disinnescare’ i possibili effetti negativi della misura relativa al greening: il nuovo assetto tripartito, che prevede l’obbligo della diversificazione delle colture sulla base delle dimensioni delle aziende in tre livelli, infatti eviterà traumi per gli agricoltori”.
“Molto importante – ha precisato il Ministro – è anche il nuovo assetto previsto per i Programmi di sviluppo rurale: avremo un ‘contenitore’ nazionale all’interno del quale inserire tutte quelle misure che sarebbe illogico includere nei Psr regionali. Non meno importanti devono essere considerate la proroga dei diritti di impianto per il settore vitivinicolo e l’equiparazione delle associazioni di Organizzazioni produttive (Aop) alle Op vere e proprie”.
“Quella del Trilogo – ha proseguito Catania – è certamente una fase delicata ma siamo sereni perché, a parte l’esclusione di alcune produzioni dagli aiuti accoppiati sui quali lavoreremo, il compromesso raggiunto costituisce un buon risultato negoziale. Dobbiamo solo vigilare per evitare che ci siano passi indietro e quindi lavorare per una rapida ed efficace applicazione della riforma in ambito nazionale operando in maniera equilibrata tutte quelle scelte che la riforma delega agli Stati membri come la scelta dei prodotti ai quali destinare gli aiuti accoppiati, la definizione delle caratteristiche dell’agricoltore attivo e la programmazione dei Psr”.