Da sinistra Simona Rapastella, Direttore Generale FederUnacoma, e Federica Tugnoli, segretario operativo Comagarden
La rassegna della meccanica agricola EIMA – che si svolge a Bologna dal 9 al 13 novembre 2022 – è l’evento più importante dell’anno a livello internazionale per le aziende agricole, gli operatori economici e i tecnici dell’agromeccanica. Ma è un appuntamento importante anche per il mondo del giardinaggio, della cura del verde, del decoro urbano e dell’impiantistica sportiva. Il Salone di EIMA Green, che si tiene nell’ambito della rassegna della meccanica agricola, offre infatti un’ampia gamma di tecnologie per le manutenzioni verdi e si rivolge alle imprese agricole multifunzionali che svolgono anche attività di gardening, alle amministrazioni municipali, ai progettisti del verde e al vasto pubblico degli hobbisti che curano giardini e piccoli poderi.
L’edizione 2022 di EIMA Green è stata presentata a Foggia da SimonaRapastella, direttore generale di FederUnacoma, l’associazione dei costruttori di macchine agricole che è organizzatrice diretta della rassegna bolognese, nel corso di un incontro presso i Vivai Ricciotti, nel contesto delle prove dimostrative di “Demo Green”. Con l’edizione dell’autunno prossimo – ha ricordato Rapastella – la grande kermesse bolognese torna nella sua collocazione naturale, a novembre degli anni pari, dopo i cambiamenti di data resi necessari dall’emergenza sanitaria, e si annuncia molto ricca. Ad oggi sono oltre 1.200 le industrie costruttrici (delle quali oltre 300 estere) che hanno confermato la partecipazione, con una richiesta di superficie espositiva che ha già superato i 110 mila metri quadrati netti. Nelle settimane prossime sono attese numerose altre adesioni, a completare i 14 settori di specializzazione e i 5 saloni tematici nei quali si articola la rassegna (“Componenti” dedicato alla componentistica, “Digital” dedicato alle tecnologie 4.0 e alla robotica, “Energy” centrato sulle filiere bioenergetiche, “Idrotech” specializzato nei sistemi per l’irrigazione e la gestione dell’acqua e appunto “Green” per il settore del gardening). “Il programma di EIMA International prevede quest’anno un’importante novità – ha detto Simona Rapastella – quella rappresentata dalla “preview” delle Novità Tecniche, vale a dire la giornata, fissata per la fine di settembre a Bologna, interamente dedicata alla descrizione e premiazione delle macchine vincitrici del concorso riservato ai modelli che presentano ad EIMA sistemi inediti altamente innovativi”. Un’ulteriore novità di questa edizione riguarda proprio il settore del verde, e consiste nelle prove dimostrative di mezzi specifici per il gardening che verranno organizzate all’interno del quartiere fieristico bolognese, e che si affiancano alle tradizionali prove dei mezzi per le filiere bioenergetiche e allo show dei trattori finalisti del concorso Tractor of the Year, che ha visto il suo esordio nell’edizione dell’ottobre 2021 e che viene confermato quest’anno nell’arena allestita con un’ampia tribuna e con una scenografia di verde naturale. Molto ricchi si annunciano, oltre che i contenuti tecnici, anche i contenuti culturali della rassegna, che conferma l’iniziativa di EIMA Campus dedicata alle Università e agli enti di ricerca e che prevede non meno di 140 fra convegni e seminari su tematiche d’attualità per quanto riguarda le lavorazioni agromeccaniche, e soprattutto le politiche nazionali ed europee per lo sviluppo della meccanizzazione.
“Particolare attenzione verrà dedicata a tematiche relative all’area mediterranea – è stato sottolineato da Rapastella – in particolare alle tecnologie per le colture specializzate, ai sistemi per la gestione ottimizzata delle risorse idriche, ai mezzi meccanici specifici per l’agricoltura delle isole, e questo a sottolineare come EIMA International sia l’evento di riferimento non soltanto per le grandi produzioni ‘pieno campo’, ma anche per quelle specializzate e di nicchia che hanno maggior valore aggiunto e che hanno assunto in questi anni un’importanza sempre maggiore”.
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A sinistra il Sindaco di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia e a destra la sommelier Yvonne Riccobaldi
di Guido Ghersi, Vice Presidente ARGA-Lombardia-Liguria
Tredici appuntamenti per conoscere meglio le Cinque Terre attraverso il suo vino e il buon cibo, fino alla fine di luglio. I ristoranti di Riomaggiore proporranno a turno una cena degustazione con il vino di un’azienda del Comune. Alla cena parteciperà il produttore dell’azienda vinicola che nel corso della serata descriverà il suo vino e racconterà la storia della sua cantina.
Il progetto, che coinvolgerà i borghi di Riomaggiore, Manarola e Volastra, è organizzato da Riodivino e patrocinato dal Comune di Riomaggiore e dall’Associazione Italiana Sommelier. Tra i media partners anche Arga Lombardia-Liguria. “Sostenere questo progetto significa fornire un’occasione per scoprire meglio le Cinque Terre e la nostra storia – ha detto Fabrizia Pecunia, Sindaco di Riomaggiore -. Attraverso i prodotti del territorio e quindi del vino è possibile conoscere il patrimonio culturale che ci rappresenta. Dietro ogni vino c’è una storia, la fatica e la passione di una terra. Iniziative come queste vanno sostenute e valorizzate perché esaltano il ruolo dei produttori e offrono qualità, un binomio sul quale puntare”.
“Nelle Cinque Terre ci sono ad oggi trenta aziende che producono un vino bianco unico al mondo – ha spiegato la sommelier Yvonne Riccobaldi – La verticalità, l’esposizione, i terrazzamenti, la rocca e la brezza di mare sono tutti elementi che insieme ai vitigni autoctoni rendono questo vino unico nel suo genere e che abbinato a un piatto della tradizione, con ingredienti locali e sapientemente cucinati, diventa un’esplosione di emozioni”.
Si tratta di un progetto che unisce il vino alla buona cucina all’interno dei ristoranti. Un’iniziativa inedita nelle Cinque Terre perché è la prima volta che viticoltori e ristoratori partecipano per dare vita a un percorso enogastronomico di questo tipo. Un connubio a testimonianza di una comunità che lavora insieme per valorizzare il territorio.
Coloro che vorranno partecipare potranno farlo contattando direttamente il ristorante che organizza la serata.
“Il menù sarà reso noto qualche giorno prima della data dell’evento – ha detto Vanessa Signoretto dell’associazione Riodivino -. Sarà possibile partecipare a più serate. Anzi, non solo è possibile ma caldamente consigliato in quanto si tratta di un vero e proprio viaggio alla scoperta dei vini del territorio e ogni cena rappresenterà l’occasione per assaporare qualcosa di diverso e per approfondire la conoscenza di gusti e sapori”.
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Si è tenuta il 19 maggio 2022, presso la splendida cornice della pizzeria “Il Coccodrillo” di Rocca San Giovanni (Ch) la cerimonia di premiazione per il “Pizzaiolo dell’Anno”. Per questa edizione, si è aggiudicato l’ambito riconoscimento UNAGA (FNSI), i giornalisti specializzati di settore, in sinergia con la rivista dei Grandi Eventi “Cronache Abruzzesi”, il professionista Nicola Zulli.
La serata, presentata dal dirigente ARGA Abruzzo Paolo Minnucci, ha visto, tra gli altri, tra i giurati: Paolo Castignani, giornalista di rete 8, Santino Strizzi, chef e vice presidente cuochi D’Abruzzo, Donato Fioriti, Direttore Radio Luce Abruzzo (Circuito Naz INBLU 2000) e Vicario Nazionale UNAGA (FNSI) e Ernesto D’Onofrio, Presidente Conflavoro Chieti e Intercra Abruzzo.
“Sono emozionato e felice per questo bel riconoscimento – ha detto il pizzaiolo Nicola Zulli – che dedico alla mia famiglia ed al mio staff e prometto di proseguire su questa strada, senza avere mai il timore di continuare a sperimentare ed a mettermi in gioco”.
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Questo giovedì 19 maggio ore 21 webinar organizzato da ArgaToscana dal titolo “Storia tradizione e cucina dell’isola d’Elba” – incontro con il cuoco scrittore Alvaro Claudi. Claudi, peraltro a lungo insegnante agli istituti alberghieri, ci condurrà per mano da vero e unico esperto tra la storia degli elbani, le usanze alimentari, i piatti tipici e i vini.
Al centro del viaggio illustrato con foto e video si parlerà del gaspaccio elbano e del gurguglione ed dello stoccafisso e baccalà, ma anche di tanto altro compreso le spezie e piante aromatiche dell’isola. Il cuoco scrittore illustrerà come si sono affermati alcuni piatti della cucina elbana derivati dai diversi flussi etnici che si sono susseguiti all’Elba nel tempo; dagli spagnoli, ai francesi, alla nobile famiglia dei Medici.
Non mancherà al centro del viaggio il vino a cui chiederemo consiglio e apporto alla Scuola Europea Sommelier di Livorno per il necessario abbinamento.
Comunichiamo che l’evento sarà possibile seguirlo in diretta Facebook su ArgaToscana dove si potrà interagire con domande e quant’altro illustrato dai partecipanti alla serata.
Data la novità assoluta che proponiamo, consigliamo la visione non solo a voi ma anche a tutti i vostri amici a cui consiglierete il collegamento per una serata ricca di fascino e di tanta curiosità. Ospiti a sorpresa durante l’evento.
Diretta Facebook su ArgaToscana digita in Fcbk: ArgaToscana
giovedi 19 maggio ore 21:00
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di Francesca Caggiati, delegata di Parma – ARGA Emilia Romagna
Si è tenuto nella Biblioteca Monastica dei Padri Benedettini della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma il convegno dedicato alla Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio organizzato da AIS – Associazione Italiana Sommelier – e moderato da Antonietta Mazzeo, sommelier AIS, editorialista affiliata alla stampa specializzata Arga/Unaga e tecnico esperto in oli d’oliva vergini ed extravergini.
L’evento, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Parma, è stato introdotto da AnnalisaBarison – Presidente AIS Emilia – che ha ricordato come la formazione sia una delle mission dell’associazione, e dall’Assessore al Turismo del Comune di Parma CristianoCasa, che ha sottolineato come Parma sia un territorio aperto a molteplici iniziative di cultura enogastronomica, realizzate anche grazie alla collaborazione con l’AIS. Il convegno è entrato nel vivo con l’intervento di AntonioIaderosa, ispettore e funzionario del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali MIPAAF. Tra le attività svolte dal ministero rientra la repressione delle frodi alimentari e la tutela della qualità dei prodotti, dal controllo delle etichettature, alle azioni contro le contraffazioni e l’italian sounding anche attraverso accordi con le principali piattaforme di commercio elettronico, tipo Ebay, Amazon e Alibaba.
Anna Maria Compiani, delegata AIS di Parma, ha parlato del progetto di ricerca sulla Malvasia di Candia sfociato nella pubblicazione del libro “La Malvasia di Parma”, mentre il prof. AndreaFabbri, agronomo e docente del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma, ha illustrato il panorama delle proposte formative in Italia e all’estero specifico per lo studio delle olive e degli oli. Il Consorzio per la tutela dei Vini dei Colli di Parma consta di 45 soci tra produttori e cantine, con un’estensione di 500 ettari: una realtà produttiva limitata destinata a rimanere piccola con le leggi attualmente vigenti. Oltre alla Malvasia, ha spiegato il Presidente MaurizioDodi, nel parmense si coltiva il lambrusco Maestri, eccellente varietà di lambrusco che caratterizza questo territorio. MassimilianoCarpanese, proprietario di Parma Menù, ha raccontato l’esperienza dell’azienda di famiglia, da salumieri, a imprenditori della ristorazione, fino ad arrivare a produttori di un lambrusco Maestri fermo che ha ottenuto la Dop e prossimamente di un olio extra vergine di oliva, all’interno di un progetto che include anche la produzione di olive in salamoia con il sale autoctono di Salsomaggiore Terme.
Infine i professori dell’Istituto Agrario di Parma Bocchialini – Gloria Fiorino, Andrea Anselmi e Mattia Toscani – hanno illustrato i progetti formativi per gli studenti realizzati in collaborazione con le associazioni e gli enti territoriali di riferimento, come i consorzi, i musei del cibo e la stessa AIS, che hanno portato tra gli altri alla creazione dell’attività imprenditoriale Food Farm 4.0 e della linea di prodotti in vendita con il marchio “Bontà di Parma”.
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Sono 140 i progetti di sviluppo sostenibile presentati dai 13 comuni delle 19 isole minori in risposta al bando PNRR “Isole Verdi”, chiuso il 22 aprile scorso. Gli interventi, per un valore complessivo di 200 milioni di euro, saranno finanziati con le risorse dell’Investimento 3.1 (M2C1) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Isola di Salina
L’obiettivo della misura è di superare i problemi legati alla mancanza di connessione con la terraferma, quelli di efficientamento energetico, lo scarso approvvigionamento idrico e il complesso processo di gestione dei rifiuti, intervenendo in modo integrato e specifico in queste aree caratterizzate da un elevato potenziale di miglioramento in termini ambientali ed energetici e trasformando le piccole isole in laboratori per lo sviluppo di modelli 100% sostenibili. I progetti presentati, grazie anche alla assistenza tecnica messa a disposizione dal Ministero della Transizione Ecologica e da Cassa Depositi e Prestiti, assorbono tutte le risorse del PNRR per il Programma “Isole Verdi”. Gli interventi che riguardano la produzione di energia da fonti rinnovabili e le risorse idriche – in particolare, dissalatori ed efficientamento delle infrastrutture – sono la maggior parte e impegneranno il 72% dei finanziamenti; seguono la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico e la gestione del ciclo dei rifiuti urbani.
I 13 comuni interessati sono l’Isola del Giglio, Capraia, Ponza, Ventotene, le Isole Tremiti, Ustica e Pantelleria, i tre comuni dell’Isola di Salina (Leni, Malfa e Santa Marina Salina), Favignana, Lampedusa e Lipari.
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Gli agricoltori hanno accolto la sfida e ora invitano altri colleghi a seguirli. È quanto emerso dalla tavola della Mab Unesco dell’Appennino tosco-emiliano dedicata al progetto Life Agricolture e partecipata da un centinaio di portatori di interesse tra Reggio Emilia, Parma e Modena.
“Da un lato terreni che si sono costruiti in milioni di anni, dall’altro dissesto idrogeologico o arature profonde che li minacciavano. Con questo progetto, che nelle aziende unisce difesa del suolo e agroecologia, si propone un nuovo modo di dare risposte alle esigenze degli agricoltori e al contrasto al cambiamento climatico, discutendone anche nelle scuole. Si costruisce così una green communities”, osserva Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
Tra i casi discussi, quello di un’azienda agricola dove la sostanza organica era scesa all’1,5% del terreno, meno della metà. Ora, col progetto finanziato dall’Unione Europea, Life Agricolture sono ben 15 le aziende che, dopo alcuni confronti serrati tra nuove generazioni e padri, si sta sperimentando e studiando un nuovo e antico modo di coltivare: in soli due anni la superficie dedicata alla sperimentazione è raddoppiata. Sul campo sono diversi i tecnici che seguono l’evoluzione del progetto per conto dei promotori Consorzi di Bonifica Emilia Centrale, Burana, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Crpa. Nelle aziende agricole sono in corso di sperimentazione buone pratiche agronomiche selezionate tra diversi progetti europei. Esse consentono di produrre ma anche di preservare il carbonio organico nel terreno, di preservare le rese e, anche, di contenere i costi. Alcuni esempi di lavorazione: rotazioni ampie, semine dirette su terreno sodo, arature meno profonde, tagli precoci per il controllo delle infestanti, minore impiego di chimica, concimazioni invernali su prati, sistemazioni idrauliche adeguate per evitare arature frequenti, consociazioni tra leguminose e cereali con varietà adeguati per nutrire il terreno.
“Utilizzarle è questione di apprendimento ed esperienza e grazie ad esse è possibile guadagnarci”, ha affermato Tobia Zagnoli, allevatore di 250 pecore nel crinale a Villa Minozzo. “Questo progetto è destinato ad avere futuro considerati i risultati che sta offrendo” ha detto Dario Torri, presidente della Cooperativa Valle dei Cavalieri forte di 170 pecore in lattazione a 1000 metri a Succiso. “Finalmente si pone attenzione sul suolo – ha dichiarato Enea Giavelli, allevatore di Viano – e auspico che le nuove generazioni possano farsi portatrici di questo nuovo percorso”. “Dinnanzi ai cambiamenti del mondo anche l’agricoltura è chiamata a rinnovarsi” ha sostenuto Martino Dolci, allevatore di Ventasso.
Nel corso della giornata è stato anche annunciato un “Patto per il suolo”, cui si lavorerà nei prossimi mesi, “finalizzato – osservano Luca Filippi, project manager del progetto e Francesca Moretti, del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – a sottoscrivere un accordo promosso tra i portatori di interesse coinvolti nel mondo agricolo affinché sia riconosciuto in termini economici o premiali il valore di quelle aziende che attuano queste buone pratiche e, quindi, sono fornitrici di servizi ecosistemici, come la tutela del carbonio del suolo”.
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A cura dell’Associazione Giornalisti Agricoli Sicilia (AGAS) aderente a Distretto
Con Decreto dell’Assessore regionale delle Attività Produttive, on. avv. Girolamo Turano, n. 462/11, il 26.4.2022, è stato riconosciuto, per il quinquennio 2022/2026, il “Distretto Produttivo Sicilia: Terre del Florovivaismo” con sede in Furnari (ME), costituito da ca. 70 tra aziende ed enti di quasi tutta la Sicilia.
La domanda di riconoscimento era stata presentata il 30.1.2022, in risposta all’avviso annuale dell’Assessorato regionale delle Attività Produttive, grazie ad un intenso lavoro di coinvolgimento svolto su base regionale dall’arch. Roberto Sauerborn, che ha anche redatto il Patto di Sviluppo per il settore florovivaistico siciliano, condiviso da tutti i partecipanti ai fini dello stesso riconoscimentoed istruito positivamente e celermente prima dalla CCIAA di Messina e quindi dal Dipartimento Regionale delle Attività Produttive con grande professionalità, correttezza e giusta attenzione alle esigenze dei territori coinvolti.
Al Distretto hanno aderito sia alcune tra le più importanti aziende del settore florovivaistico e floricolo della Sicilia, sia del settore logistico che enti ed organizzazioni per lo sviluppo e la promozione del territorio. E’ un primo importante passo a favore del settore florovivaistico regionale siciliano che ne determina sia un ufficiale riconoscimento a tutti i livelli che una possibile operatività in una nuova logica di sistema. L’azione del Distretto sarà caratterizzata da una operatività condivisa da soggetti eterogenei tra cui vengono coinvolte realtà imprenditoriali di diverso ordine e dimensione che possano farsi attori principali di politiche operative innovanti volte alla valorizzazione del patrimonio florovivaistico regionale in stretto connessione sistemica con quello socio-culturale, agroalimentare, artistico, architettonico, artigianale ed imprenditoriale che caratterizzano geograficamente, economicamente e, in parte, anche culturalmente il nostro territorio siciliano.
Il prossimo passo, sarà la costituzione giuridica dell’organismo societario al fine di poter partecipare sia alle opportunità del PNRR, che a quelle che il Governo regionale potrà proporre a favore dei Distretti Riconosciuti.
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di Fabrizio Salce, giornalista ARGA Piemonte Valle d’Aosta, Cts UNAGA
Siamo a Torino. La leggenda vuole che la fondazione della prima Capitale d’Italia sia stata opera di un principe egiziano chiamato Eridano: il primo nome del fiume Po. Se ne parlava già in alcuni testi storici d’epoca e ancora oggi, con il sapore della fantasia tra le labbra, non si disdegna di donargli un minimo di credenza.
In città il più antico museo al mondo dedicato alla cultura egizia lega ulteriormente Torino con i Faraoni e io ho scoperto un piccolo e gustosissimo particolare degno di nota. Dobbiamo però risalire a 100 anni fa. Il 4 novembre 1922 una spedizione archeologa britannica guidata da George Edward Stanhope Mplyneux Herbert, conte di Carnarvon e da Howard Carter scopre il primo segno dell’ingresso della tomba di Tutankhamon. A differenza delle altre tombe dei Regnanti egiziani quella del giovane Faraone, morto a soli 21 anni, non venne saccheggiata per puro caso: i ladri vennero colti sul fatto prima del misfatto. Nello stesso anno a soli 50 km da Torino, a Pinerolo, un signore chiamato Pietro Ferrua, Monsù Ferrua, inventa il panettone piemontese, quello basso con la glassa di nocciole. Quale attinenza? La stessa del fiume Eridano: la fantasia e il piacere della leggenda.
Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio
Il piacere del forse, del ma, del probabile e del perché no ma soprattutto il grande piacere di un dolce unico al mondo che compie 100 anni: il panettone Galup!!! Cent’anni di evoluzione, tradizione, passione e amore per l’alta qualità. Il 26 aprile il compleanno del Centenario di Galup è stato celebrato proprio a Torino negli ampi saloni della Scuola d’Applicazione d’Arma di via dell’Arsenale. Il Generale di Divisione e Comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito Mauro D’Ubaldi ha aperto i festeggiamenti alla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del Sindaco di Pinerolo Luca Salvai e la vice Sindaca di Torino Michela Favaro.
Il presidente di Galup, Giuseppe Bernocco, nel suo intervento ha espresso parole di gratitudine per tutti i dipendenti e per il socio Sebastiano Astegiano riassumendo il loro viaggio imprenditoriale che ha visto la luce a Cherasco nel 1990 con le lavorazioni meccaniche di precisione. Da allora il percorso dei due imprenditori si è sviluppato con più sfumature sino ad arrivare all’anno 2014 quando decisero di rilevare Galup. Bernocco ha sottolineato il loro amore per le sfide pur non negando che nel caso del prestigioso marchio dolciario piemontese sia subentrato il cuore. Sono stati dunque i ricordi, le sensazioni quel magico senso di protezione, amore e calore legato all’infanzia, alla condivisione dei momenti di festa, alla gioia, alla spensieratezza e alla serenità lo stimolo giusto per affrontare l’opportunità di lavorare al rilancio di Galup. Galup non è soltanto una marca, ma è una bella storia italiana, una storia che si mescola con la vita e con l’infanzia di molti di noi.
La parola è poi passata all’Amministratore Delegato di Galup, Stefano Borromeo, che ha ripercorso le grandi tappe della storia aziendale, raccontando come Pinerolo sia cresciuta attorno al Forno di Pietro Ferrua, inventore del Panettone Piemontese basso e ricoperto con la glassa di nocciole. Oggi i panettoni prodotti da agosto a dicembre sono oltre 10 mila. Ai 100 anni di storia aziendale verrà dedicata l’emissione di un francobollo in uscita il primo giorno d’estate il 21 giugno 2022: nei tempi antichi il solstizio d’estate. Galup è sempre stata all’avanguardia con lo sguardo rivolto al futuro: a testimoniarlo un manifesto pubblicitario del 1956 dove si ipotizzava il Panettone Galup sulla luna. 13 anni prima dello sbarco lunare del 1969. Lo stesso messaggio pubblicitario della metà degli 70 con un testimonial di successo e celebre come Erminio Macario collocava Galup nel futuro della comunicazione.
Il panettone Galup è una ricetta originale che negli anni ha influenzato tante altre produzioni, ma è anche un nome ben specifico; e come la leggenda del principe egiziano anche per Galup la leggenda narra che la moglie di Ferrua, Regina, sentì un amico che dopo avere assaggiato il celebre dolce esclamò: «A l’è propri galup» che in dialetto piemontese significa: «è proprio goloso!».
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