La holding di ristorazione casual dining del Gruppo Cremonini, che ha da poco tagliato il nastro dei 200 locali, conferma la sua leadership ricevendo il prestigioso riconoscimento Insegna dell’Anno Italia e numerosi altri premi su servizio, prodotto e customer experience. I riconoscimenti sono il risultato di diverse indagini che hanno coinvolto consumatori, istituti di ricerca e riviste di settore e hanno testimoniato in modo univoco il legame speciale dei consumatori con il brand Roadhouse.
L’AD di Roadhouse Nicolas Bigard commenta orgoglioso: “sono riconoscimenti che sottolineano, come anche in un periodo complesso, non sia mai mancata nel nostro staff la passione per il proprio lavoro. E’ aumentata l’attenzione al cliente che ci premia con il suo voto e che ci gratifica ogni giorno con la presenza nei nostri ristoranti”. L’11 novembre 2021 sono stati premiati a Milano i vincitori della quattordicesima edizione del prestigioso riconoscimento “Insegna dell’Anno Italia 2021-22”, premio internazionale gestito nel nostro paese da Seic-Studio Orlandini, che premia le insegne più amate dai consumatori. Roadhouse Restaurant è risultato vincitore nella categoria “Ristorazione servita”: 112.796 consumatori hanno espresso un totale di 206.315 preferenze certificate alle 550 insegne valutate. Altri due premi sono stati assegnati a Roadhouse il 13 novembre 2021 come “Migliore Insegna 2021-22” in base all’indagine promossa da Largo Consumo, realizzata da Ipsos, sostenuta dalla retail community e supportata dalle associazioni di categoria. La ricerca è tra le più ampie del suo genere per la magnitudo metodologica (7.000 interviste), ampiezza delle categorie e profondità di osservazione. Roadhouse ha ricevuto il primo premio nelle categorie “Ristorazione servita” e una menzione speciale come “Migliore Store Experience” del mondo retail. E ancora un altro premio è stato assegnato il 16 novembre 2021 a Milano: Roadhouse ha ricevuto il “Foodservice Award 2021”, categoria Carne, in un evento di gala organizzato dal gruppo Edifis. “Vent’anni dopo l’apertura della prima location” – si legge nella motivazione – “il format di Cremonini continua a crescere puntando su una qualità che non si gusta solamente al tavolo dei ristoranti, ma si ritrova anche nei servizi, quelli digitali in primis. Con oltre 11 milioni di clienti all’anno, 1,5 milioni di iscritti al Club Fedeltà e l’App R World già presente su oltre 1 milione di smartphone, è tra le catene steakhouse più diffuse e amate in Italia”. Particolarmente significativi i due riconoscimenti ricevuti dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanzache ha inserito Roadhouse tra le aziende “Top Job – Italy’s Best Employers 2021-22” e tra i “Campioni del servizio 2022”.
Il primo riconoscimento deriva da uno studio, giunto alla quarta edizione, sui migliori datori di lavoro. Tramite il social listening sono stati raccolti negli ultimi 12 mesi oltre 1 milione di citazioni online (social media, blog, forum, portali di lavoro, video ecc.) e che contengono un riferimento sui 2.000 aziende analizzate. Metodo analogo viene applicato da ITQF per valutare la qualità del servizio in base alle citazioni o recensioni web da parte dei clienti e Roadhouse è risultata tra le catene di ristorazione al top per il gradimento del servizio.
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Da sinistra: Antonella Monaco, Miriam Sastre, Federico Turrisi e Sara Roversi
Cibo, sostenibilità, ambiente e turismo. E ancora l’importanza di sinergie e soprattutto di una comunicazione trasparente, responsabile e consapevole. Sono i concetti emersi nella settimana di celebrazioni per il riconoscimento della Dieta Mediterranea a Patrimonio dell’Umanità Unesco, che sfociano nella VI Settimana della Cucina Italiana nel Mondo – coordinata dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Esteri italiano che verterà su “Tradizione e prospettive della cucina italiana: consapevolezza e valorizzazione della sostenibilità alimentare”. Una settimana di incontri e dibattiti, ai quali ha partecipato, per Eitfood, direttamente dalla Spagna, la dirigente di progetto Miriam Sastre.
La manifestazione si è conclusa con la seconda edizione dell’Italian Journalism Award on Food Innovation and Sustainability – promosso da EIT Food in collaborazione con UNAGA – che ha premiato quei giornalisti che si sono distinti nella (buona) comunicazione del cibo dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale.
La cerimonia, moderata dalla presidente del Future Food Institute Sara Roversi, si è svolta nella storica cornice del Castello dei Principi Capano di Pollica, dal 2010 sede del Centro Studi Dieta Mediterranea “Angelo Vassallo” – atto a elaborare politiche di divulgazione della Dieta Mediterranea come stile di vita buono per l’uomo e per l’ambiente – e, da giugno, sede del Paideia Campus, living lab sperimentale a cura del Future Food Institute per accelerare la transizione verso la rigenerazione ecologica integrale. I due vincitori, a cui sono stati riconosciuti in premio 1.500 euro (per il primo classificato) e 700 euro (per il secondo classificato), sono rispettivamente Federico Turrisi, che ha partecipato con l’articolo “Quanta CO2 emette un prodotto alimentare? Ecco perché l’etichetta climatica non sarebbe una cattiva idea” pubblicato dalla testata online Ohga!, e Gianluca Atzeni, vincitore del secondo posto, che ha scritto, invece, su Tre Bicchieri del Gambero Rosso “L’UE cambia idea sulle biotecnologie. Per il vino è davvero una nuova opportunità?”. Anche quest’anno, la giuria del Premio ha vantato professori e professionisti, nonché personalità uniche, del panorama italiano: Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione Univerde; Roberto Zalambani, Presidente UNAGA (rappresentato durante la cerimonia da Antonella Monaco, Consigliere Nazionale di UNAGA e dirigente ARGA Campania); Sonia Massari, direttrice Future Food Academy; Duccio Caccioni, direttore Scientifico Fondazione FICO; Lorena Savani, Programme Innovation Manager EIT Food CLC South.
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Italian Exhibition Group fa rotta verso un futuro sempre più sostenibile. Il gruppo fieristico e congressuale, in partnership con Green Utility, ha previsto l’attivazione di tre nuovi impianti fotovoltaici sulle proprie strutture espositive di Rimini e Vicenza, nonché sul palacongressi riminese. Un impegno a progredire nella produzione di energia pulita e nel raggiungimento dell’autosufficienza dell’attività.
Dal 2022 IEG disporrà di impianti fotovoltaici per una potenza installata totale di 7.525 Kwp e raggiungerà una produzione di energia elettrica pulita di 8,5 milioni di Kwh, pari a quella necessaria a rendere autosufficiente tutte le proprie sedi in Italia. Una dotazione impiantistica equivalente al fabbisogno di 2.982 famiglie e che risparmierà all’ambiente 4,5 milioni di tonnellate di CO2.
La base di partenza è la presenza di pannelli solari su tutte le coperture disponibili, strategia perseguita fin dall’inaugurazione del quartiere fieristico riminese, avvenuta nel 2001.
Gli impianti, grazie ad una potenza installata di 5.500 kWp, stanno producendo circa 7 milioni kWh l’anno di energia elettrica da fonte rinnovabile (l’equivalente del consumo medio annuo di 2.184 famiglie), evitando emissioni di CO2 per 3,3 milioni di tonnellate annue. Oggi la partnership fra Italian Exhibition Group e Green Utility si arricchisce di altri tre impianti che utilizzeranno le coperture dei padiglioni di collegamento del quartiere espositivo di Rimini, realizzate negli ultimi anni, oltre a quelle del Palacongressi riminese e della fiera di Vicenza.
Il primo, nuovo impianto prevede una potenza di 500 Kwp, evita emissioni per 298.000 tonnellate annue di CO2 e produce energia da fonte rinnovabile equivalente al fabbisogno di 198 famiglie. Il secondo sarà realizzato sulla copertura del Palacongressi di Rimini, avrà una potenza di 325 Kwp ed eviterà emissioni di CO2 per 195.000 tonnellate l’anno, producendo energia da fonte rinnovabile equivalente al fabbisogno di 130 famiglie. Il terzo, quello che riguarda la fiera di Vicenza, avrà potenza da 1.200 Kwp, eviterà ogni anno 700.000 tonnellate di CO2, producendo energia da fonte rinnovabile equivalente al fabbisogno di 470 famiglie.
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In programma il 25 novembre 2021 alle ore 21:00 il Webinar, Evento on line da remoto sulla piattaforma Google Meet dal titolo: “Lo spettacolo della natura in Toscana flora e fauna aree umide della nostra regione“a cura di ARGA Toscana con Enrico Zarri, esperto flora e fauna zone umide e Simona Tedesco dell’Associazione Nazionale Fotografi Naturalistici.
Simona Tedesco è stata selezionata tra i primi dieci fotografi della categoria Nature&Wildlife del Sony World Photography Award, il concorso fotografico indetto dalla World Photography Organisation che premia i migliori scatti da tutto il mondo. Simona Tedesco è giornalista dal 1996. Cura l’ufficio stampa al Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli in Toscana. Raccontare ai cittadini l’attività dell’Ente per cui lavora le ha fatto riscoprire le bellezze del suo territorio. Grazie alla fotografia naturalistica sta cercando di esprimere una passione per la natura che coltiva fin da piccola. Dal 2012 è iscritta alla sezione Toscana dell’AFNI (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani) e poco dopo è dentro la stessa associazione stavolta nel ruolo della segreteria nazionale di coordinamento.
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Sulla terrazza della sua sede a Roma, dove UNAGA ha svolto vari incontri e visite, la FAO ha inaugurato il 17 novembre 2021 un prototipo di orto urbano per evidenziare come le tecnologie innovative possano contribuire, se correttamente orientate, a rendere i sistemi agroalimentariu più sostenibili e a migliorare l’accesso alle diete sane.
L’orto vuole anche dimostrare quale sia il potenziale sviluppo dell’agricoltura urbana per alleviare la carenza di cibo nelle zone del mondo dove le disponibilità di terreno agricolo e di suolo sono limitate,nelle aree montane e nelle città. L’installazione,sponsorizzata dal rivenditore italiano NaturaSì e progettata dall’azienda di giardini urbani Ecobubble, è stata collocata in strutture mobili a forma di triangolo costruite in acciaio anticorrosione. Un sistema di intelligenza artificiale garantisce che le colture ricevano quello di cui hanno di volta in volta bisogno per crescere. Sensori controllano i nutrienti,gli agenti patogeni, l’inquinamento atmosferico, l’umidità e il clima circostante. All’inaugurazione sono tra gli altri intervenuti il Direttore generale della FAO QU Dongyu e l’Amministratore delegato di NaturaSì Fausto Jori il quale ha sottolineato come l’orto ospiterà un’ampia selezione di piante trascurate e colture a rischio estinzione fornite dalla Fondazione “Seminare il Futuro” di cui NaturaSì fa parte.
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Grande adesione da parte del mondo vitivinicolo alla prima rassegna, a livello nazionale, dei vini “resistenti” ovvero i vini prodotti con almeno il 95 per cento di uve provenienti da varietà PIWI (PilzWiderstandsfähig).
L’evento è organizzato dalla Fondazione Edmund Mach e si articolerà in due giornate: il 18 novembre 2021 la valutazione dei vini a cura di una qualificata commissione di esperti e il 2 dicembre 2021 il seminario e la cerimonia pubblica di premiazione a cui interverrà anche il presidente dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino (OIV), Prof. Luigi Moio. Le aziende vitivinicole iscritte al concorso sono 56 e provengono da tutta Italia mentre i vini in gara sono 91. “Quest’iniziativa rappresenta un ulteriore passo, importante, della Fondazione Edmund Mach nella direzione della valorizzazione dei vini resistenti – spiega il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani -. L’esperienza maturata a San Michele in questi decenni nell’ambito del miglioramento genetico della vite, la messa a punto di varietà tolleranti alle malattie fungine già a disposizione dei viticoltori, l’attenzione sempre maggiore verso il comparto delle uve resistenti, che stanno guadagnando costantemente interesse nel panorama viticolo ed enologico italiano; tutto questo, unito alle competenze scientifiche e tecniche sviluppate ed accresciute in anni di sperimentazioni e approfondimenti hanno consentito di pervenire alla promozione del concorso rivolto a questi particolari vini e ad ideare questa manifestazione che intende porsi quale primo significativo stimolo per intraprendere con decisione la strada della viticoltura sostenibile. La presenza, inoltre, di un ospite di eccezione come il Prof. Moio, Presidente dell’OIV alla cerimonia di premiazione costituisce un elemento concreto dell’interesse più ampio in ambito internazionale per quest’ambito della produzione viticola oltreché di prestigio per questo appuntamento”. I vini partecipanti saranno valutati da una commissione composta da 30 esperti selezionati tra enologi, enotecnici, giornalisti, sommelier e ricercatori afferenti al mondo agroalimentare, attraverso una valutazione finalizzata non solo a definire un mero punteggio, ma anche ad attribuire parametri descrittivi ai vini presenti in ogni singola categoria. La degustazione presso la Sala Versini al Palazzo Ricerca e Conoscenza avverrà nella giornata di giovedì 18 novembre 2021, mentre giovedì 2 dicembre 2021, in diretta streaming, in aula magna si terranno il seminario tecnico e la cerimonia di consegna dei premi ai vincitori, alla presenza del Prof. Luigi Moio, Presidente dell’OIV, Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino, nonchè professore di Enologia presso l’Università di Napoli e direttore dell’Istituto di Scienza della Vigna e del Vino, con un intervento dal titolo “Il futuro del vino nell’era della sostenibilità”.
I vini concorreranno nelle seguenti categorie: rossi, bianchi, bianchi a macerazione prolungata Orange, spumante metodo classico bianchi, spumante metodo classico Rosè, spumante metodo classico Charmat bianchi, spumante metodo charmat Rosè, vini frizzanti con fondo, vini da uve soggette ad appassimento.
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L’intervento di Donato Fioriti al Congresso nazionale a Napoli
Pochi giorni addietro, si è costituita formalmente in Abruzzo “l’Associazione Italia-Israele di Pescara”, con sede legale ed operativa in città, in viale G. Marconi. Presidente Donato Fioriti – Vice Ugo Iezzi – Segretario Luigi Di Corcia – Tesoriere Ernesto D’Onofrio – Consiglieri con Delega P.R. Angela Curatolo, con delega agli scambi turistico commerciali Elena Di Stefano, con Delega alla Sicurezza Alessandro Rosito.
Donato Fioriti con S.E. Dror Eydar, Ambasciatore di Israele in Italia, durante l’intervista TV per Mitico Channel di Foggia
E’ terminata ieri sera a Napoli la due giorni congressuale nazionale della Federazione delle Associazioni di Italia-Israele, guidata dal Presidente Giuseppe Crimaldi, caposervizio di lungo corso e prestigio del quotidiano “Il Mattino”, che ha visto la presenza di personalista istituzionali, politiche religiose di primissimo piano nazionale e territoriale. Dal saluto epistolare del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, all’intervento del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, della consigliera economica dell’Ambasciata, alla “Lectio Magistralis” dell’Ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar. Di ampio respiro il suo intervento e la tavola rotonda “Dal Mediterraneo al Medio Oriente”. Momento toccante il Premio “Lucia Forneron” 2021 al direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano. Di grande interesse la Mostra sulla Shoah e lo Sport organizzata da Renato Mariotti, di Loreto, con la collaborazione del dirigente Cesare Gaudiano di Foggia. L’Associazione Italia-Israele di Pescara, che vedeva la presenza a Napoli del Presidente Donato Fioriti e del Segretario Luigi Di Corcia, ha visto ratificata la sua adesione alla Federazione, con una presentazione del Presidente Nazionale Grimaldi ed un lungo applauso di benvenuto della platea. Fioriti che si è intrattenuto a lungo con lo stesso Grimaldi, ma anche con l’ambasciatore Dror Eydar, in un’intervista per Mitico Channel , canale digitale foggiano, è intervenuto nel congresso portando il saluto dell’avamposto abruzzese di Pescara.
Tra le altre cose, ha sottolineato: “Giovanni Paolo II ha tracciato la linea guida, poi seguita da Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, coniando il termine di “fratelli maggiori” nel dialogo interreligioso ebraico-cristiano, sottolineando il legame unico in virtù delle comuni radici ebraiche del cristianesimo. Tra il Popolo Israeliano e quello italiano, anche tra le istituzioni, esiste una vicinanza ed una sinergia da stabilizzare, soprattuto nei campi della tecnologia come dell’agricoltura. Proveremo a breve a portare, nel piccolo, il nostro umile contributo, con una giornata pescarese dedicata all’amicizia Italia-Israele ed anche alle fake news sul conflitto israeliano-palestinese”.
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di Carlo Morandini, presidente ARGA Friuli Venezia Giulia
Economia: Isola Augusta sede di uno degli eventi di COP26 Glasgow. Da Palazzolo dello Stella alla Scozia in streaming amministratori, tecnici, esperti del territorio. Tema: lo sviluppo sostenibile del territorio anche attraverso le esperienze nella Riviera friulana. La Riviera friulana è stata al centro di una delle iniziative collaterali del COP26 di Glasgow.
L’azienda agricola Isola Augusta di Palazzolo dello Stella (Ud) è stata infatti sede di un pomeriggio di approfondimento e confronto sul tema ‘Agricoltura, uso della terra e foreste’.
La realtà agrituristica e vitivinicola connessa con le iniziative inerenti la cultura del territorio rivierasco ideata, da Renzo Bassani e sviluppata dal figlio Massimo, vicepresidente di Agrapromo e del Movimento Turismo del Vino del FVG, che ora è sostenuto dal figlio Jacopo, ‘winemaker’ dell’anno 2020, è stata selezionata in quanto modello virtuoso di una sostenibilità ambientale mantenuta parallelamente alla crescita quantitativa e qualitativa della produzione enologica, oramai premiata e riconosciuta anche all’estero. Per questa occasione di visibilità che ha dato lustro all’intero arco rivierasco e al FVG, Isola Augusta ha avuto il sostegno dell’Ambasciatrice europea del Patto sul clima, Cinzia De Marzo.
L’incontro si è svolto in diretta web-streaming con Glasgow, in collaborazione con Agri Formazione in Chianti, in Toscana, partner di Isola Augusta nell’iniziativa. In apertura, la Tavola rotonda ‘Agricoltura locale sostenibile e distretti del vino bio verso la neutralità climatica’, che ha avuto per protagonisti rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico del territorio rivierasco, nonché esperti del settore. Gli interventi, nell’ordine, dei sindaci di Palazzolo dello Stella (Comune nel quale si trova l’attività di Massimo Bassani), Franco D’Altilia, e di Udine, On. Pietro Fontanini, degli Assessori Regionali, alle Risorse agroalimentari e forestali, Stefano Zannier, e alle Infrastrutture e territorio, Graziano Pizzimenti, di Marco De Munari, della Camera di commercio Pordenone-Udine, di Mauro Bordin, Consigliere regionale, di Marco Dreosto, parlamentare europeo.
Sostenibilità e storia dello sviluppo del territorio, del paesaggio, dell’ambiente, gli argomenti che sono stati affrontati da Carlo Morandini, presidente dell’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, ambiente e territorio del FVG, mentre Sara Pugnale, della FVG Agrifood6bioeconomy cluster agency hanno trattato di marketing e comunicazione, e Sandro Billi, CEO Side Note SCC, rappresentante del Tourism initiative del Global Wellness Institute ha parlato di turismo connesso alla salute del territorio. A seguire, in collegamento on line con COP26 a Glasgow, la tavola rotonda moderata da Cinzia De Mauro, membro i EuClipa Italy, che è stata aperta da Massimo Bassani, su “La filosofia lungimirante di un’azienda a favore della produzione sostenibile e nel rispetto dell’ambiente”.
Sono intervenuti anche Stefano Amadeo, agronomo di Isola Augusta, esperto di agricoltura biologica e a basso impatto ambientale; Elisa Corneli, presidente di Chiantiform; Roberto Stucchi Prinetti, direttore del Chianti Bio-district; Lorenzo D’Avino, ricercatore del CREA-AA-FI; Caterina Biti, vicepresidente della 9. Commissione permanente del Senato; Jacopo Bassani, responsabile del settore marketing internazionale di Isola Augusta, su Promozione di prodotti vitivinicoli eco-sostenibili e la risposta del mercato italiano ed estero.
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Il Prosciutto di San Daniele ha tre soli ingredienti: cosce di suino italiano selezionate, sale marino e il particolare microclima di San Daniele. E questo prodotto simbolo del nostro agroalimentare che fa della tradizione il suo punto di forza è stato al centro dei festeggiamenti dei 60 anni del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, un’organizzazione nata nel 1961, nella cittadina friulana, grazie a un gruppo di produttori e cittadini, che ha costituito questa organizzazione volta a tutelare e promuovere un prodotto conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
E nei pressi di Majano, in provincia di Udine, nel castello di Susans si è svolta la tavola rotonda con i vertici del Consorzio per questa celebrazione, con il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e l’intervento da remoto del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e del Vicepresidente della Commissione Agricoltura Allargamento Europeo Paolo de Castro.
Il direttore del Consorzio, Mario Emilio Cichetti ricordando questo felice traguardo ha sottolineato come in questi 60 anni del Consorzio c’è stata una evoluzione continua di una comunità di produttori nata da un’intuizione di cittadini, imprese, commercianti di San Daniele del Friuli negli anni ’60, che poi si è evoluta un po’ replicando quello che era stato il made in Italy agroalimentare italiano”. Per fare il San Daniele non viene utilizzato nessun tipo di additivo o conservante. Il processo produttivo è rimasto inalterato nei secoli; l’introduzione della tecnologia si è limitata soltanto al miglioramento nell’organizzazione e nella movimentazione del prodotto all’interno dei prosciuttifici. Il Prosciutto di San Daniele è fatto solo con cosce di suini italiani provenienti dagli oltre 3.900 allevamenti autorizzati, tutti ubicati nelle dieci regioni del Centro-Nord Italia (Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Umbria, Toscana, Lazio, Abruzzo) come previsto dal disciplinare DOP. I suini sono alimentati secondo una «dieta» a base di cereali nobili, siero di latte e allevati con metodi che rispettano il benessere degli animali. Devono pesare mediamente 160 chilogrammi e avere almeno nove mesi al momento della macellazione. Tradizione, gestione e sostenibilità al centro della filiera e in questa direzione si muovono i progetti annunciati dal Consorzio: una fabbrica del sale per evitare gli sprechi riutilizzando il sale principalmente nell’industria chimica e per le strade. Ma c’è anche il progetto della creazione di uno specifico istituto tecnico per formare in loco le figure professionali della filiera, come i mastri prosciuttai.
“Siamo arrivati nel 2021, quindi sessant’anni dopo, dove le sfide sono quelle attuali: sviluppo sostenibile, tutela dei consumatori e difesa dei valori del made in Italy e della qualità del cibo italiano”, ha sottolineato Cichetti. “L’alleanza tra il pubblico e il privato anche nella promozione dell’agroalimentare è fondamentale – ha aggiunto il presidente della Regione Fedriga – perché eleva un territorio e una comunità e per quanto riguarda la produzione San Daniele valorizza un prodotto che deve essere sempre più conosciuto nel mondo e sempre più apprezzato dai consumatori internazionali”. La produzione del Prosciutto di San Daniele DOP nel 2019 è pari a 2 milioni 600mila cosce avviate alla lavorazione provenienti dai 54 macelli che trasformano la materia prima dai 3.851 allevamenti di suini italiani. Il fatturato totale derivante dalle attività di produzione e distribuzione ha raggiunto i 310 milioni di euro. Le vendite del San Daniele DOP hanno registrato una crescita dell’1,4 % in volume delle vendite e del +1,6% nel valore, rispetto all’anno precedente.
La parte più consistente del fatturato che riguarda l’export ha registrato numeri sempre crescenti, attestando le vendite su circa 4 milioni 200 mila chili di prodotto fuori dal Paese. I Paesi che detengono la quota più rilevante per l’esportazione del Prosciutto di San Daniele DOP si confermano, in ordine: la Francia con il 27% del mercato, gli Stati Uniti con il 19% (ricordiamo che qui il Prosciutto di San Daniele non è stato colpito dai recenti dazi in ambito alimentare), la Germania con il 13% e, ultimo paese in doppia cifra, l’Australia con il 10%. Seguono Belgio, Svizzera, Austria, Regno Unito, Giappone, Canada, Olanda, Lussemburgo e Messico, dove il marchio è presente e contribuisce ad ampliare sempre di più il bacino delle esportazioni.
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