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MIPAAF: ISTITUITO IL TAVOLO NAZIONALE DI PARTENARIATO PER IL PSN, VERSO LA NUOVA STRATEGIA NAZIONALE PER UN SISTEMA AGRICOLO, ALIMENTARE E FORESTALE SOSTENIBILE E INCLUSIVO

Una strategia innovativa, condivisa ed efficiente nella gestione delle risorse. Si è riunito il 19 aprile 2021 a Roma, il Tavolo Nazionale di Partenariato per la costruzione del Piano Strategico nazionale (PSN) con l’obiettivo di tracciare la strada che porterà alla definizione della futura Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027.

L’incontro, organizzato in un evento on line dalla Rete Rurale Nazionale del Mipaaf, in una location d’eccezione, la ricostruzione virtuale e fedele del Palazzo dell’agricoltura, sede del ministero, è stato aperto dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, e ha visto la partecipazione dei presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, del Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, della Transizione ecologica e della Salute, e tutte le principali associazioni di settore, le organizzazioni professionali, sindacali, il mondo della cooperazione. Obiettivo comune è quello di avviare un percorso condiviso con i rappresentanti del mondo produttivo, istituzionale e della società civile, al fine di contribuire insieme alla predisposizione del nuovo PSN. “Quella di oggi è una riunione da cui partire e non un punto di arrivo. La sfida che abbiamo davanti è una sfida impegnativa, affascinante per il nostro Paese, che è quella di costruire un sistema agricolo che possa disegnare un nuovo volto per l’agricoltura che vogliamo nel prossimo decennio. Un’agricoltura fatta di innovazione e sostenibilità ambientale, economica e sociale”, ha dichiarato il Ministro delle Politiche agricole e forestali, Stefano Patuanelli, intervenuto in apertura del tavolo.

“Sei sono gli obiettivi principali e strategici del PNRR che potranno poi essere declinati in diversi sotto obiettivi: potenziare la competitività delle aziende e delle filiere, migliorare le performance climatiche e ambientali dei sistemi produttivi, rafforzare la resilienza e la vitalità dei territori rurali, promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualità e  rafforzare la capacità di attivare scambi di conoscenza e innovazioni, e infine efficientare il sistema di governance, rafforzando le strutture di gestione amministrative a livello nazionale e regionale e costruire un quadro regolamentare semplice ed adeguato alle nuove sfide e alle nuove esigenze. Avremo un percorso da fare assieme che rappresenta una delle sfide che questo governo ha: quella di rafforzare il settore primario che nel nostro Paese è di fondamentale importanza”, ha concluso il Ministro.

L’emergenza COVID-19, che ha messo in evidenza alcuni problemi dei contesti territoriali rurali, come la carenza dei servizi e delle infrastrutture, in particolare con i ritardi accumulati per la connettività e le nuove tecnologie, ha fatto comunque emergere in questo difficile anno le potenzialità delle aree rurali, soprattutto in termini di qualità della vita come opportunità per un ripensamento e un rilancio dello sviluppo. Nel corso dell’incontro è intervenuto Giuseppe Blasi, Capo Dipartimento DIPEISR che ha illustrato il Tavolo Nazionale di Partenariato per la nuova Pac 2023-2027, Simona Angelini, Autorità di Gestione della Rete rurale nazionale e Alessandro Monteleone, di Rete rurale nazionale.

L’ultima parte della giornata è stata dedicata ai contributi del partenariato istituzionale, economico e sociale, con il coinvolgimento delle entità associative ed economiche che rappresentano i portatori di interesse del settore agricolo.

Contatti:

Telefono: 0646653004 – 3207
E-Mail: ufficiostampa@politicheagricole.it

DOMENICA 25 APRILE 2021 “TAVOLETTA D’ORO” L’OSCAR DI COMPAGNIA DEL CIOCCOLATO A CASTELFRANCO VENETO

Lo Store Ferrowine

di Stefano Bugamelli, ARGA Emilia Romagna

Le Tavolette d’Oro, gli Oscar al cioccolato italiano di qualità secondo le valutazioni di Compagnia del Cioccolato, arrivano alla cerimonia finale nella bellissima cornice dello Store Ferrowine a Castelfranco Veneto alle ore 16:00 del 25 aprile 2021 con diretta Facebook sulla pagina di Compagnia del Cioccolato (https://www.facebook.com/compagniadelcioccolato).

Le Tavolette d’Oro rappresentano i più autorevoli premi al cioccolato di qualità in Italia ed i giudizi degustativi sono assegnati secondo le schede di valutazione  ideate da Compagnia del Cioccolato. La Compagnia del Cioccolato è attiva da più di 25 anni e vanta più di 1000 associati con una composizione che va dagli amanti del “cibo degli dei” a degustatori professionali, giornalisti del settore, esperti a vario titolo del food e raffinati gourmet. La Compagnia, sempre attenta alle problematiche legate al cioccolato di qualità, vuole con questi Premi fornire un’analisi completa dei cioccolati in vendita in Italia e un orientamento per i suoi soci e per tutti i consumatori.

Proprio per questa ragione sono stati assaggiati più di novecento tra cioccolati in tavoletta e altri prodotti al cioccolato, (dragées, cremini, gianduiotti, creme spalmabili, canditi e frutte ricoperte, praline ecc). I cioccolati che hanno superato gli 85 centesimi sono arrivati in finale e nella loro complessità rappresentano l’eccellenza del cioccolato italiano. Oggi vengono presentati i finalisti di ogni categoria e nella Premiazione finale saranno assegnate  le Tavolette d’Oro per l’anno 2021 e “I cioccolati d’eccellenza” ai cioccolati  finalisti di ogni categoria.

Il miglior cocktail al cioccolato di Luca Picchi dell’edizione precedente

Quest’anno si raggiunge la 19ma edizione del Premio che vuole segnalare i migliori cioccolati nelle categorie: latte e latte ad alta percentuale di cacao,  gianduia, fondente e origini, aromatizzati e speziati, praline, frutte ricoperte, spalmabili, cremini, cioccolati grezzi e le Tavolette speciali (cioccolatiere emergente, cioccolatiere internazionale, massa di cacao, Premi speciali).

Proprio in virtù di tali considerazioni Compagnia del Cioccolato, per la premiazione 2021 ha pensato di organizzare qualcosa di davvero speciale. L’evento infatti si svolgerà in presenza nella suggestiva cornice dello store Ferrowine a Castelfranco Veneto domenica 25 aprile 2021 alle ore 16:00. In nome dello spirito di condivisione che ci ha sempre contraddistinto, metteremo a disposizione una diretta Facebook dell’evento in modo da allargare la partecipazione il più possibile. La diretta sarà disponibile sulla pagina Facebook di Compagnia del cioccolato al link: https://www.facebook.com/compagniadelcioccolato.

Una degustazione a distanza che però, quest’anno, si tinge di magia grazie alla collaborazione con Spaghetti&Mandolino (https://www.spaghettiemandolino.it), l’e-commerce del migliore tipico d’Italia. È proprio qui infatti che troverete in vendita da lunedì 19 aprile le speciali box composte da alcuni dei prodotti premiati durante l’evento. Sette tesori che potranno essere tuoi in modo semplice, comodo e veloce.

Una Festa della Liberazione particolare, un momento che speriamo essere il punto di svolta per un orizzonte in cui potremo tornare alla normalità che così tanto ci manca. Una normalità che per Compagnia del Cioccolato rappresenta la possibilità di tornare a fare didattica portando avanti la volontà di trasmettere tutta la conoscenza e l’amore per il cioccolato.

Info Premio: +39 3356509808

segreteria@cioccolato.it    

premiotavolettadoro@cioccolato.it

www.cioccolato.it

Spaghetti&Mandolino

https://www.spaghettiemandolino.it/

Store FERROWINE:

Castelfranco Veneto-Via Borgo Padova 101/A

31033 Castelfranco Veneto (TV)

https://www.ferrowine.it/

 

BIKE&WINE PRESS – REPORT GIORNO 1

Alle ore 8:30 precise di lunedì 26 aprile 2021, come da programma, Lisa Bellocchi (presidente ARGA Interregionale e vice presidente di ENAJ) e Roberto Zalambani (presidente nazionale UNARGA) hanno dato il via alla prima edizione di Bike&Wine Press.

Prima del via, Bellocchi e Zalambani hanno consegnato le tessere onorarie Arga ai due ciclo-giornalisti ideatori dell’iniziativa, Andrea Guolo e Giambattista Marchetto, in viaggio da Bologna all’Argentario per sensibilizzare i colleghi e l’opinione pubblica sul ritorno a un enoturismo sostenibile, con l’utilizzo di e-bike. Antonella e Claudio, soci di Fiab (Federazione italiana ambiente bici) hanno accompagnato per un primo tratto urbano i giornalisti, fino al ponte sul Savena che delimita il confine comunale di Bologna. La bicicletta a pedalata assistita si è rivelata fondamentale già nel tratto emiliano per portare avanti l’impresa, specie nella temibile salita dal fondovalle Savena a Monghidoro prima dell’ultimo strappo verso il passo della Raticosa, ormai in territorio toscano. Da qui, nel comune di Firenzuola, le prime due tappe golose del viaggio. Il Caseificio Pagliana è un gioiellino, frutto dell’impegno di un gruppo di mugellani per la valorizzazione del latte bovino, ovino e caprino di alta qualità e biologico di questi verdi pascoli: oltre agli straordinari formaggi (da provare l’erborinato di pecora e l’affinato con le vinacce della cantina Frascole), si possono acquistare le carni ovine e di piccione macellate da loro e quelle dei bovini allevati in azienda. Il Bar Bibo, quasi al valico della Futa, è un punto di riferimento per i gourmet in viaggio da Bologna a Firenze. Nel giorno della riapertura, i proprietari Alessandro e Federica hanno accolto i giornalisti tra assaggi di prosciutto, una confortante zuppetta con il farro dell’azienda Poggio del Farro (diventata leader nel suo ambito, oggi esporta negli Usa) e con tanto entusiasmo nonostante il periodo difficile. Grandi vini e una carne di altissima qualità sono il biglietto da visita di questo ristorante e wine bar.

Dopo la spettacolare e divertente discesa dalla Futa a Fonte Panna, e dopo essersi persi in mezzo ai prati verdi per una strada bianca e sostanzialmente impraticabile, Guolo e Marchetto hanno visitato le prime tre cantine del viaggio. Podere Fortuna, di proprietà di un imprenditore della Florida, ha grandi progetti in cantiere, tra cui il recupero in chiave hospitality di un vicino castello. I vini dell’azienda, che come tutte quelle del Mugello è caratterizzata da produzione contenuta e valorizzazione di un vitigno difficile come il Pinot nero che qui però trova una sua ottima espressione, son distribuiti perlopiù nella ristorazione italiana, tuttavia il 2020 non è stato disastroso perché c’è stato un buon aumento di richieste dall’estero. Dopo essersi spostati nella parte sud del Mugello, oltre Dicomano, Guolo e Marchetto hanno dovuto affrontare una temibile salita per arrivare in vetta a Frascole, seconda cantina della giornata e secondo momento di difficoltà per la batteria ormai scarica della bicicletta di Marchetto (causa poi individuata: aveva viaggiato con le luci accese).

Il proprietario Enrico Lippi, dopo aver pazientato a lungo, è stato un perfetto padrone di casa: tasting dei vini (notevoli il Trebbiano e il Chianti Rufina riserva), racconto della storia aziendale dei suoi programmi enoturistici (l’azienda ospita diverse villette immerse in un ambiente incontaminato dove soffia una brezza estiva costante che scende dal Falterona, il monte da cui sorge l’Arno). Ultima tappa, dopo una salita ancora più impegnativa, a Borgo Macereto, sempre nel territorio di Dicomano, dove Guolo e Marchetto sono giunti quando ormai era buio e hanno trovato in Ilaria Chimenti una specie di angelo.

La rappresentante dell’azienda ha avvisato casa dicendo al marito di badare lui ai figli, perché in azienda c’erano due giornalisti da sfamare: e le sue torte salate si sono rivelate davvero eccellenti così come i vini della tenuta, che “firma” un Pinot nero davvero notevole e le cui etichette sono perlopiù ricavate dalle opere del pittore fiorentino Francesco Nesi.

FEDERUNACOMA: VISTOSI INCREMENTI NELLE IMMATRICOLAZIONI DI MACCHINE AGRICOLE

Nel primo trimestre dell’anno le vendite di macchine agricole registrano, in Italia, una crescita molto consistente. I dati sulle immatricolazioni, elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, indicano incrementi vistosi per tutte le tipologie di mezzi.

Le trattrici crescono del 57,7% rispetto al primo trimestre dello scorso anno, con quasi 6 mila unità immatricolate, le trattrici con pianale di carico si incrementano del 21,5% in ragione di 147 unità, i rimorchi segnano un attivo del 37,4% a fronte di oltre 2.100 unità, i sollevatori telescopici dell’86,3% con 380 unità immatricolate e infine le mietitrebbiatrici raggiungono un incremento del 180% sia pure riferito ad un numero di macchine ancora piuttosto contenuto (56 unità).

Il dato, nettamente positivo, dipende in certa misura dal recupero rispetto al passivo del primo trimestre 2020, condizionato dall’insorgere della pandemia e dal rallentamento delle attività, ma soprattutto dagli incentivi fiscali – quello per le tecnologie con dispositivi 4.0 e quello della Legge Sabatini per l’acquisto di beni strumentali – ai quali le imprese agricole hanno fatto ampio ricorso.

Il differenziale tra il primo trimestre dell’anno scorso e quello dell’anno attuale è particolarmente accentuato per le trattrici, che nel primo quarto del 2020 segnavano un passivo del 14,6% e che balzano come detto ad un +57,7%, e per i rimorchi (da -17,4% a +37,4%).  I sollevatori telescopici, l’unica tipologia che nel primo quarto del 2020 aveva registrato una crescita (+9%), balzano nel trimestre di quest’anno a +86,3%.

“L’impennata delle vendite dimostra ciò che abbiamo sempre sostenuto – commenta il Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – cioè che esiste nel nostro Paese una domanda potenzialmente elevata di tecnologie di nuova generazione, una domanda che rimaneva però inespressa in mancanza di un efficace sistema di incentivi”. “Dalle informazioni di cui disponiamo risulta ancora poco utilizzato, purtroppo, lo strumento del PSR – aggiunge il presidente dei costruttori – che auspichiamo possa essere semplificato e reso sempre più accessibile per le imprese agricole, perché rappresenta un supporto strutturale quindi di lungo periodo, così come dovranno esserlo gli incentivi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, dove la meccanica agricola si pone come strumento fondamentale per la transizione ecologica e digitale”.

COME RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE NELLA PRODUZIONE DI ERBA MEDICA

di Anna Mossini,  ARGA Emilia Romagna Marche Umbria

Qual è il contributo che le colture foraggere come l’erba medica possono dare alla mitigazione del clima? È possibile elaborare processi produttivi che riducano le emissioni generate dalla sua coltivazione?

Queste e altre domande troveranno risposta durante il web meeting che si terrà venerdì 23 aprile 2021, a partire dalle ore 15:00, nel corso del quale verrà presentato il progetto Medi-C-A-Rbonio, (acronimo di contabilizzazione delle emissioni e sequestri del carbonio nel processo produttivo del foraggio da prato di erba medica per valutarne il contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici) realizzato nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Emilia Romagna che vede coinvolti l’Associazione Italiana Foraggi Essiccati (AIFE) con sede a Ravenna e il Centro ricerche produzioni animali (CRPA) di Reggio Emilia.

Gianluca Bagnara, presidente di AIFE

Il web meeting si terrà sulla piattaforma zoom e la partecipazione è gratuita previa registrazione a questo link: https://filieraitalianaforaggi.it/iscrizione dove è anche consultabile il programma dell’evento.

“Il progetto è partito lo scorso anno pur con tutte le problematiche dettate dalla pandemia – spiega il presidente di AIFE, Gianluca Bagnara – siamo comunque riusciti a dare un buon impulso

alle attività previste insieme ai colleghi del CRPA e soprattutto stiamo registrando un grande interesse da parte di tutti i nostri associati. L’obiettivo del progetto è quello elaborare una serie di plus di compatibilità ambientale dei foraggi prodotti e commercializzati dai soci AIFE per arrivare successivamente alla made green in Italy, una certificazione ecologica di prodotto rilasciata dal ministero dell’Ambiente che riteniamo fondamentale sia in termini di valorizzazione del territorio che di strumento indispensabile per aumentare la nostra competitività sul mercato internazionale”.

Con circa 30 impianti di trasformazione dove viene conferita l’erba medica prodotta su 90mila ettari di superficie distribuiti tra Emilia Romagna, Marche, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Toscana e Abruzzo, AIFE rappresenta il 90% della filiera italiana dei foraggi essiccati e disidratati con una produzione di circa 800.000 tonnellate/anno pari al 10% della totalità produttiva nazionale, posizionandosi seconda a livello europeo dopo Spagna e Francia (rispettivamente a 1,3 milioni e a 730mila tonnellate).

Al web meeting del 23 aprile prossimo parteciperanno l’onorevole Paolo De Castro del Parlamento europeo; la dottoressa Maria Teresa Pacchioli del CRPA; il professor Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia; il dottor Germàn Giner Santonja dell’European Integrated Pollution Prevention and Control Bureau; il dottor Nicola Di Virgilio della DG Agri alla Commissione europea; la dottoressa Sara Cortesi dell’Enea.

PRODUTTORI VINICOLI DELLA SPEZIA, IL MINISTERO LI RICONOSCE NEL CONSORZIO

Il Presidente Andrea Marcesini e il direttore di tutti i produttori coinvolti Giorgio Baccigalupi

di Guido Ghersi, Arga Lombardia Liguria

Nella provincia della Spezia, durante il travagliato anno 2020, finalmente il “Consorzio dei produttori vinicoli della Liguria” che unisce le uve delle “Colline di Levanto e Cinqueterre” a quelle dei “Colli di Luni“, ha ufficialmente ottenuto il riconoscimento da parte del Mipaaf.

Il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, attraverso il dirigente Oreste Gerini, ha firmato il 7 aprile 2021 il decreto diventato ufficiale dopo la pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale”.  Sottoscritte ben 498 etichette così suddivise: 310 “Colli di Luni“, 93 Liguria di Levante, 73 “Cinque Terre” e 19 “Colline di Levanto“, portando i produttori vinicoli al 97%.

“Quando la volontà di molti si unisce, si ha sempre più forza ed autorevolezza di fronte ai consumatori perchè è dalla collaborazione che nascono i progetti migliori” ha dichiarato il Presidente Andrea Marcesini, esprimendo così la filosofia alla base del Consorzio che, per il suo operato,conta sulla proficua collaborazione con l’Enoteca Regionale della Liguria” e che ha trovato in ARG Lombardia Liguria- Associazione interregionale di giornalisti agroambiente & food un convinto e disinteressato partner per la comunicazione.

GAL TIRRENICO MARE MONTI E BORGHI: UN PROGETTO DI CONOSCENZA DEL TERRITORIO

di Federica Pascale

L’attività del GAL per il 2021 riparte, in corso d’opera, all’insegna del rinnovamento di parte della sua Governance per intervenute dimissioni del precedente Presidente, dott. Roberto Materia, già sindaco del comune di Barcellona Pozzo di Gotto e che ha retto il GAL a partire dalla sua costituzione raccogliendo la fiducia, per due mandati, da parte di tutti i soci.

Il nuovo presidente ed il suo vice, votati dall’assemblea, sono il dott. Girolamo Bertolami, sindaco di uno dei comuni soci del GAL e aderente al club dei “Borghi più belli d’Italia”, ed il dott. Michele Cappadona, presidente di AGCI Sicilia, organizzazione di cui fanno parte circa 1.200 cooperative siciliane. Con le nuove cariche il GAL continua ad rimanere allineato sia alle norme del processo europeo LEADER, che obbliga al rispetto degli equilibri tra pubblico e privato con la prevalenza percentuale del settore privato nella Governance, sia  alle nuove delibere dell’ANAC in merito al rispetto, da parte delle amministrazioni pubbliche, degli enti pubblici e degli enti di diritto privato in controllo pubblico come i GAL, delle disposizioni di cui al d.lgs. 8 aprile 2013 n. 39, in tema di inconferibilità e di incompatibilità degli incarichi  per i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

La nuova stagione del GAL Tirrenico parte all’insegna di un nuovo afflato tra i suoi gruppi di interesse, ricercato e voluto a partire dal settore privato, per il rilancio dell’Organismo Intermedio alla luce della necessità di superare il periodo di emergenza CoVid-19 anche con nuove azioni da inserire nel Piano di Azione Locale a favore dei settori economici in difficoltà e per la nascita ed il supporto di nuove realtà imprenditoriali in una logica di “diversificazione” dell’attività agricola. In tal senso, l’Ufficio di Piano, retto dal direttore arch. Roberto Sauerborn coadiuvato dal RAF, dott. Franco Machì, è già al lavoro per affinare una Variante al PAL secondo le nuove linee guida che l’AdG FEASR regionale ha inviato alla fine di febbraio 2021 con cui ha suggerito  a tutti i GAL siciliani di inserire nelle rimodulazioni dei PAL delle “azioni di sostegno alla sostenibilità eco-ambientale e alla biodiversità oltre al supporto, per quanto possibile, per le iniziative ad investimento”.

In realtà, il PAL del GAL Tirrenico è già fortemente declinato su tali aspetti e la rimodulazione intende potenziare ancor di più tali aspetti tralasciando, per il momento, azioni che il periodo pandemico rende impossibili o fortemente a rischio per la salute pubblica, come le iniziative, peraltro fortemente vietate dalle misure anti covid-19, che prevedono stretti contatti interpersonali con il conseguente aumento del rischio contagio. Così, tra le altre misure di cui parleremo in un’altra occasione, viene potenziata una azione, già prevista, destinata alla nascita di un “Centro di Interpretazione/Museo Diffuso” a cui saranno chiamati a partecipare, innanzitutto, i comuni del GAL. Il territorio del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, infatti, è caratterizzato da una consistente presenza di centri storici, di attrattori culturali e di strutture potenzialmente vocate anche alla ricettività extra alberghiera (bagli, borghi rurali, etc…).

In assenza di una azione di coordinamento, che il GAL invece si propone di attuare, tali peculiarità risultano inefficaci e non riconoscibili ai fini della fruizione da parte dei turisti. La conoscenza del territorio, infatti, è una necessità per attivare interventi adeguati per l’offerta del territorio e per una corretta gestione degli stessi.

Così, sarà dato avvio ad un “Progetto Conoscenza del Territorio” a cui può contribuire la realizzazione del Museo Diffuso del Territorio.

L’ODISSEA DEL CIBO DAL MARE ALLA TAVOLA, WEBINAR FORMATIVO IL 14 APRILE ALLE ORE 16:30

L’Accademia Nazionale di Agricoltura, convenzionata con Arga Emilia Romagna Marche Umbria, insieme alle Delegazioni bolognesi dell’Accademia Italiana della Cucina e alla Società Medica Chirurgica, promuovono un incontro formativo sul valore degli alimenti e la loro tracciabilità.

Tema: MOLLUSCHI E CROSTACEI

Appuntamento per mercoledì 14 aprile 2021 alle ore 16:30 su piattaforma a libero accesso senza iscrizione e limite di partecipanti al link: https://meet.jit.si/MERCOLEDIARCHIGINNASIO

Dopo i saluti delle autorità accademiche e con il coordinamento di Rosanna Scipioni, interverranno: Oliviero Mordenti del Corso di laurea in Acquacoltura di Cesenatico, Corrado Piccinetti del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano e Atos Cavazza dell’ Accademia Italiana della Cucina.

Si consiglia l’utilizzo di Google Chrome per una migliore visualizzazione.

 

LA REGIONE SARDEGNA RIBADISCE IL SUO PERENTORIO “NO” ALLE SCORIE NUCLEARI

di Maurizio Orrù, segretario ARGA Sardegna

La tutela dell’ambiente è un fattore importante e trainante nell’animo e nelle aspettative dei sardi. Ma spesso, per molteplici fattori, questa considerazione, non è al centro della agenda politica regionale. Situazione che crea (e ha creato) problemi e malcontento assai diffusi tra la popolazione isolana. A tale riguardo illuminante è l’annosa problematica delle scorie nucleari in terra sarda.

La Sardegna ancora una volta, ribadisce il suo perentorio “No” alle scorie radioattive e nucleari. Questo giudizio netto e deciso è ribadito dal popolo sardo in occasione del Referendum consultivo che si svolse nei giorni del 15/16 del 2011, quando il 97% dei sardi si espresse contro la possibilità di realizzare un deposito di scorie nucleari. Prima ancora, nel 2003 il Consiglio regionale della Sardegna si preannunciava a favore di una legge regionale che vietava il transito e la permanenza di prodotti nucleari non prodotti nel territorio della Sardegna. Nel corso del tempo, molteplici le adesioni e i documenti politici prodotti dalle associazioni ambientaliste, partiti politici e movimenti, che hanno confermato la loro contrarietà allo stoccaggio radioattivo isolano. Questa preoccupazione nasceva all’indomani dell’individuazione di 14 siti, su 67 indicati nel territorio nazionale, per realizzazione del deposito unico di rifiuti nucleari in Sardegna. Infatti secondo l’autorevole parere del CNAPI (Carta nazionale delle Aree potenzialmente idonee) risultano interessate 4 aree della Provincia di Oristano e 10 nel Sud Sardegna. Secondo il parere del Presidente della Giunta regionale Christian Solinas: “L’intero territorio regionale appare non idoneo ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, sia per l’aggravio dei costi legati al trasporto via mare dei rifiuti stessi, che per i peculiari pericoli per l’ambiente marino e costiero, e per la popolazione, derivante da potenziali incidenti durante le fasi di trasporto e stoccaggio”. “La Sardegna – prosegue Solinas– ha fatto da sempre, generosamente, la sua parte quando si è trattato supportare la Nazione e di tollerare dei sacrifici in nome del bene comune del Paese. Sia sufficiente ricordare, in quanto dato obbiettivo, riscontrabile e manifestamente sproporzionato, che circa il 65% di tutto il territorio nazionale asservito a scopi militari si trova in Sardegna”.  I sardi non vogliono diventare “la pattumiera del Mediterraneo,” ovvero una discarica di materiale altamente radioattivo ed inquinante fattore scatenante di malattie oncologiche. Sarebbe oltremodo penalizzante per la Sardegna, sede di possibile stoccaggio radioattivo, una minaccia per la propria vocazione turistica e ambientale, con una biodiversità unica al mondo, ed incompatibile con un deposito nucleare. “Ma la mobilitazione civile -dice ancora il Presidente Solinas– pacifica e democratica deve proseguire, interessando tutte le articolazioni della società sarda in una stagione di unità e di profonda coesione nel nome e per il bene della Sardegna”.

Politicamente la battaglia continua in tute le sedi istituzionali come i Ministeri, l’AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica), I sindacati, le Università, le Regioni, le Provincie ed i Comuni interessati dalle proposte di CNAPI.   Attendiamo con ansia e trepidazione gli sviluppi ulteriori della vicenda.

IN BASILICATA UN‘AGRICOLTURA DI QUALITÁ CON LA FRAGOLA CANDONGA E LE ALTRE ECCELLENZE

Piccoli frutti lucani

di Rino Cardone, Associazione della Stampa della Basilicata

Ha raggiunto elevati standard qualitativi l’agricoltura in Basilicata: regione a forte vocazione agraria. Prodotto di punta è la ‘fragola candonga’ che s’impianta e si raccoglie nel metapontino. Si tratta di un frutto raggiunge i mercati già dai mesi di gennaio e febbraio. Il fatturato stimato di questa produzione agricola si aggira intorno agli 80 milioni di euro l’anno. Le coltivazioni assorbono molta manodopera: non solo locale ma anche proveniente dalle vicine regioni, Puglia e Calabria. Complessivamente sono 700 gli ettari impegnati, in maniera specifica, alla produzione della ‘fragola candonga’. A questa varietà si aggiungono, poi, altri 220 ettari dedicati ad altre cultivar. Sempre sulla fascia jonica lucana sono entrati, di recente, in produzione lamponi e piccoli frutti: ribes e mirtilli. Si tratta di produzioni svolte, in molti casi, fuori suolo. Coltivazioni eccellenti che stanno riscuotendo buoni apprezzamenti da diversi mercati nazionali ed esteri. La grande distribuzione organizzata è di casa, ormai da anni, in Basilicata: nel metapontino con le produzioni di fragole, agrumi, pesche e nettarine. E nell’area nord della Basilicata – a ridosso del fiume Ofanto – con le colture orticole, che rappresentano circa il 3% della superficie impegnata, globalmente, in Italia e altrettanto in termini di fatturato. Nelle aree interne – a forte vocazione agro pastorale – si coltiva l’olivo con trasformazione effettuata, per lo più, in loco. Nelle pianure si produce, invece, il grano. Questo accade: lungo il corso del fiume Bradano e sugli altopiani del Vulture. La vite ha avuto una discreta impennata di realizzazione di nuovi impianti dopo che la regione ha ottenuto quattro denominazioni di origine controllata: “l’Aglianico del Vulture”, le “Terre dell’Alta Val d’Agri”, il “Grottino di Roccanova” e il “Matera”. Nei territori montani del massiccio del Pollino, si sono aggiunte alle colture tradizionali (fagiolo bianco e melanzana rossa, di Rotonda) le coltivazioni di piante, di fiori e di erbe officinali, anche in questo caso trasformate sul posto. Nell’alta Valle dell’Agri la produzione della mela ha raggiunto modelli di qualità, paragonabili a quelli del Trentino Alto Adige. Nell’area del Marmo-Melandro si sta affermando la coltivazione del ‘peperoncino piccante’: apprezzato, alla pari, di un altro peperone, quello di Senise, che nulla ha a che fare con il sapore acceso della spezia autoctona di Satriano di Lucania. È a Picerno, Baragiano, Bella e Muro lucano che il comparto primario assume un altro volto: con più zootecnia e meno agricoltura. Elevato è il numero di stalle che insistono su questa porzione di territorio, che era un tempo vocato all’allevamento allo stato brado (specie per gli ovini) e che ora dispone, invece, di un gran numero di stabilimenti, dove la raccolta del latte raggiunge risultati sorprendenti: tanto per qualità e tanto per quantità raccolte. Colture innovative, come la produzione di nocciole e pistacchio, si trovano nella bassa Valle del Sinni e fanno il paio – in quanto a tipo di originalità – con tutte quelle cultivar che qua e là in Basilicata, provano a recuperare il valore della tradizione per ‘traghettarlo’ nel rispetto delle biodiversità.