La pandemia Covid 19, ha colpito (e colpisce) in modo drammatico l’intera economia italiana. In Sardegna regione economicamente debole, il florovivaismo rappresenta l’anello debole dell’agricoltura isolana, che conta 2500 imprese medio piccole, con circa 4 mila occupati e un valore d’affari stimato di circa 25 milioni di euro. A livello italiano il florovivaismo conta 27 mila imprese con un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro. “E’ un momento drammatico per tutti- dichiara il Presidente Coldiretti Sardegna Battista Cualbu– tutta l’agricoltura è penalizzata, ma ci sono alcuni settori colpiti con più durezza, come l’HO.RE.CA, il sistema dell’offerta agrituristica e il comparto del florovivaismo. C’è necessità di liquidità. In questo momento straordinario sono necessarie azioni altrettanto straordinarie e coraggiose, oltre che immediate”. “Per le nostre aziende la liquidità -afferma Il direttore Coldiretti Sardegna Luca Saba– si potrebbe immettere immediatamente nel mondo agricolo sbloccando le misure del Psr bloccato, oltre che con il pagamento delle calamità riservandosi di effettuare i controlli post. L’esempio viene dalla stessa siccità del 2017 pagata ai pastori in tempi celeri, mentre tutti gli altri settori sono ancora in attesa”. Purtroppo l’intero comparto sardo e nazionale è subissato da una pioggia di disdette dei privati e dal mercato delle pubbliche amministrazioni legate all’utilizzo delle piante nel decoro urbano. Significativo il messaggio dell’Associazione florovivaisti italiani che ha lanciato lo slogan “Amati, compra un fiore italiano”. Un accorato appello per richiamare l’attenzione dei cittadini sul valore e la qualità del florovivaismo italiano.
Maurizio Orrù (Segretario Arga Sardegna e membro del Consiglio nazionale Unaga)
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Antonella Antenucci, titorale dell’Azienda “Colline di Evagrio” di Cupello (Ch) e Presidente di CNA Alimentare
Giulia Mistichelli, Presidente di CNA Giovani Imprenditori di Pescara e titolare della Trattoria “Santa Ignoranza”
Laura Del Vinaccio, titolare di “Borgo Spoltino” sulle colline di Mosciano Sant’Angelo (Te)
“Il Ministero delle politiche agricole e Comitati nazionali preposti all’ emergenza devono ascoltare le pressanti richieste delle decine di migliaia di operatori della filiera produttiva del cibo e noi giornalisti specializzati dobbiamo interpretare le loro istanze e proporre una corretta informazione su un settore tanto rilevante per la tenuta del nostro Paese”. Lo afferma il Presidente dell’ UNAGA Roberto Zalambani dopo le preoccupate prese di posizione di tutte le organizzazioni di categoria in ogni parte della penisola. Una di queste è CNA alimentare che nel solo Abruzzo associa migliaia di operatori.
«Serve un piano di ripresa con regole certe: la stagione estiva è alle porte: gelaterie e pasticcerie hanno bisogno non solo di riaprire a pieno regime ma soprattutto di sapere come riaprire. L’aspetto dell’igiene è determinante sia dalla parte degli imprenditori sia da quella dei clienti. Ma indebitarsi senza regole certe non vale la pena: è necessario eliminare tutti i lacci e lacciuoli della burocrazia da qui ai prossimi sei mesi, ed è per questo che CNA Alimentare chiede a tutti i 305 comuni abruzzesi di concedere l’occupazione del suolo pubblico all’aperto gratis e a quelli impossibilitati di sostenere un possibile trasferimento di locazione con l’aiuto del credito di imposta» dice Antonella Antenucci, titolare a Cupello di un’azienda che produce confetture e marmellate “Colline di Evagrio”, Presidente regionale di CNA Alimentare. Sulla condizione di stremo del settore insiste Giulia Mistichelli, Presidente a Pescara di CNA Giovani Imprenditori, titolare di “Santa Ignoranza”: «Senza aiuti concreti da parte del governo sarà difficile per molti ripartire e poter continuare a garantire un lavoro ai propri collaboratori. I ristoratori hanno bisogno di informazioni e tempistiche chiare per poter capire come riprogrammare la propria attività”.
A inquadrare i problemi serissimi della filiera di banchetti e catering è Laura Del Vinaccio, che sulle colline di Mosciano Sant’Angelo gestisce “Borgo Spoltino”: «Di questo settore non parla nessuno, eppure muove grandi numeri e soprattutto si collega a una filiera che dà occupazione anche all’indotto con hotel, agriturismi, b&b, escursioni. Le ombre nel nostro settore si allungano dal presente al futuro, perché sono state cancellate decine di prenotazioni fino a luglio: se non si fanno cerimonie religiose o civili poi non si festeggia. Tanto per capirsi, per la mia azienda rappresenta il 90% del fatturato.
Abbiamo provato a lavorare con la consegna a domicilio, ma non funziona: un conto è stare in una realtà urbana, altra cosa in campagna». Proprio sui legami tra tavola, turismo e sulle possibilità di movimento delle persone, pone l’accento Gino Di Masso, titolare nella splendida Scanno, oltre che di una pasticceria e di un caffè, dell’azienda produttrice del Pan dell’Orso.
Un appello pressante raccolto dai giornalisti specializzati di Arga Abruzzo che ogni giorno scrivono della filiera dell’agroalimentare e ne condividono successi e preoccupazioni.
Donato Fioriti (Presidente Arga Abruzzo e vice Presidente Vicario Unaga Fnsi)
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Peccato! Anche ARGA FVG si deve adeguare alle prescrizioni per il contenimento della pandemia. Lo fa seguendo rigorosamente le regole e per quanto le compete, facendole rispettare.Come debbono fare tutti i cittadini. Ma, e mi riferisco all’attività formativa, peccato, perché avevamo programmato un primo semestre 2020 che rispondeva alle attese della gran parte dei nostri e delle nostre colleghe aderenti all’Associazione. Fortunatamente, abbiamo potuto avviare l’annata formativa e di approfondimento con un evento a Latisana alla GalleriaToniatti Giacometti, che ha riscosso il successo atteso. Era dedicato alla cunicoltura, e alla cucina con i prodotti della Riviera Friulana. Andando a scavare nelle radici di quest’attività che fanno parte della tradizione locale. Per il momento, abbiamo dovuto rinviare gli eventi già programmati per i mesi di marzo, aprile e maggio. Intendiamo rispettare almeno in parte la sequenza che avevamo programmato. Ricordo le iniziative che avevamo calendarizzato.
Il 13 marzo (rinviato) un incontro-corso con crediti formativi, sull’attualità del ruolo delle organizzazioni agricole e sulle varietà viticole resistenti, all’azienda agricola Vendrame Vignis dal Doge di Passariano (Ud). Il 4 aprile (rinviato) un incontro-corso sulla zootecnia e ippica di pregio in un’agricoltura di eccellenza, a Casa Allegra di Giovanni ToniattiGiacometti a Bevazzana di Latisana (Ud). L’8 maggio (rinviato al 19 giugno) un corso con crediti giornalisti su Fake news in tema di ambiente, avifauna, agricoltura e territorio, e la presentazione del nuovo sito www.argafvg.it, all’azienda agricola I Feudi di Romans di Enzo Lornenzon, a Pieris (Go). Il 13 giugno (rinviato al 4 luglio) corso e incontro su Refosco il vino e la sua storia, all’azienda agricola Valpanera di Alessandro Baccichetto, a Villa Vicentina (Ud). Il 27 giugno (rinviato al 18 luglio) il corso – incontro su Il vino dalle sabbie fluviali e lagunari, all’azienda agricola Lorenzonetto Cav. Guido, a Pertegada di Latisana (Ud). Tutto questo, sempre che non vengano ulteriormente prorogate le previsioni di apertura da parte del Governo e delle Regioni. Diversamente, dovremo modificare nuovamente il calendario, salvo definire modalità formative on line, che le moderne tecnologie ci consentono di effettuare in videoconferenza coinvolgendo anche i corsisti.
Così scorreranno a settembre: dall’11 luglio al 12 settembre il corso – incontro su Innovazione dalla nascita in viticoltura, a Ronchi di Cialla della famiglia Rapuzzi, a Cialla di Prepotto (Ud) e su Apicoltura sentinella del territorio alla Casa del Miele di Gigi Nardini, sempre a Cialla di Prepotto (Ud). Dal 25 luglio al 26 settembre il corso – incontro residenziale su Comunicazione forestale e in montagna nelle emergenze, al Cesfam a Paluzza (Ud).
Siamo nel contempo stati costretti a far slittare il premio giornalistico Isi Benini, che avrebbe dovuto essere corollario di un grande evento nella città di Udine, per l’impossibilità di consentire ai partecipanti di acquisire elementi essenziali allo sviluppo del tema sul territorio. Mentre slittano all’autunno le consegne dei premi: Carati d’autore, data e luogo da ridestinare assieme ad Assoenologi FVG e all’Unione cuochi FVG; giornalistico ‘Valerio Ghin’; Voce dell’Adriatico.
Carlo Morandini(Presidente ARGA FVG)
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Veneto Agricoltura dedica il 21° Quaderno della propria Collana Editoriale, curata da Mimmo Vita, Presidente del Cts Unaga, da Renzo Michieletto e da Giustino Mezzalira, ad un comparto, quello dell’apicoltura, al quale troppo spesso non è stata posta la giusta attenzione. “Api e apicoltura – Preziosa risorsa per ambiente e agricoltura”, questo il titolo della pubblicazione, si presenta con un duplice taglio: tecnico e allo stesso tempo divulgativo e di facile lettura. Una peculiarità, questa, che è stata resa possibile grazie alla competenza degli autori, che sono da annoverare tra i massimi esperti in Italia del comparto apistico.
“Tra questi – spiega Mimmo Vita capoufficio stampa di Veneto Agricoltura – ci sono Paolo Fontana, della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Tn), che illustra la storia millenaria dell’apicoltura, nonché il delicato rapporto tra il mondo delle api e i cambiamenti climatici in corso; lo staff del Dipartimento TESAF dell’Università di Padova, guidato da Vasco Boatto con Cristian Bolzonella, Giulia Ranzani e Augusto Zanella, che analizzano lo straordinario valore economico dell’azione impollinatrice delle api nei diversi comparti agricoli; Cristina Mulinari, Jacopo Testoni e Laura Favero della Regione Veneto che fanno il punto sul quadro normativo europeo, nazionale e regionale dell’apicoltura e presentano la consistenza dell’apicoltura in Italia e nel Veneto; Gabriele Zampieri di Veneto Agricoltura che analizza alcuni aspetti economici del comparto; Franco Mutinelli a Albino Gallina dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che fanno il punto sullo stato sanitario dell’apicoltura, le nuove specie invasive, le malattie, l’adulterazione del miele, l’etichettatura, ecc; Alberto Contessi e Giancarlo Naldi dell’Osservatorio Nazionale Miele che illustrano le potenzialità del comparto nazionale; Cecilia Costa del Crea-Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente di Bologna che affronta il tema dell’inquinamento genetico delle api; Maria Chiara Ferrarese del CSQA che presenta il quadro delle certificazioni in apicoltura; Lorenzo Furlan di Veneto Agricoltura che approfondisce il rapporto tra api, colture estensive e prodotti fitosanitari; infine, Stefano Dal Colle di APAT Apicoltori in Veneto e Geraldo Merisio dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto che, in rappresentanza di tutti gli apicoltori, presentano quelle che sono le preoccupazioni del comparto”.
La pubblicazione può essere scaricata dal seguente indirizzo internet:
Beppe Martelli, Presidente Consorzio Pescatori delle Cinque Terre
Anche sulla Riviera Spezzina l’emergenza sanitaria sta mostrando, per la prima volta, una situazione di insicurezza alimentare. Le immagini di lunghe code ai supermercati e di interi scaffali vuoti ci hanno mostrato come le componenti della filiera agroalimentare interagiscono oggi negativamente su un territorio vocato al turismo e al buon cibo, alla vita rilassante delle seconde case.
Si tratta di una catena complessa, che coinvolge numerosi attori e fasi, dalla produzione alla trasformazione, dalla logistica alla distribuzione, dalla ristorazione al consumo, dalla redistribuzione fino allo smaltimento. Le perdite sono rilevanti, gli ordinativi fermi.
“Per la pesca – afferma Giuseppe Martelli di Monterosso al Mare, che è il Presidente del “Consorzio Pescatori delle Cinque Terre” – occorre sostenere l’intero settore con uno stanziamento a fondo perduto. I nostri fondali consentono un pescato di pregio che è molto apprezzato sia dagli italiani che dai tantissimi stranieri che affollano i nostri splendidi borghi colorati in riva al mare, ma adesso non c’è nessuno e si vende poco. Poi c’è il discorso ambientale e le nostre biodiversità sono un patrimonio che deve essere protetto e tutelato anche dando risorse agli operatori, custodi di culture, tradizioni e patrimonio arboreo”. Non è tutto. Qui in Liguria anche la floricoltura è in ginocchio e non ci sono certezza su quello che sarà della nostra viticoltura. Si guarda con preoccupazione anche alla vendemmia in quanto le cantine della zona hanno molto invenduto dopo il crollo della domanda a seguito della chiusura dei ristoranti.
” Noi pescatori siamo molto preoccupati – conclude Martelli – perchè privi del sostegno delle scialuppe di salvataggio. Nonostante tutto continuiamo ad andare in mare anche se il pescato ha subito un deprezzamento per le scarse richieste di mercato e non ci sono certezze neppure per i pagamenti arretrati dei ristori per i fermi obbligatori degli anni precedenti, che rappresenterebbero, oggi più che mai, una indispensabile iniezione di liquidità e di fiducia “.
Guido Ghersi(Vice Presidente Arga Lombardia Liguria)
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Con questo articolo apriamo un filo diretto con l’ ufficio stampa della FAO nella consapevolezza di quale impatto l’ attuale emergenza sanitaria globale abbia sul settore agroalimentare e sul programma ” Fame zero ” dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite. UNAGA intende sollecitare la propria rete giornalistica a un rinnovato impegno a promuovere la piu’ ampia circolazione delle informazioni per aiutare tutti a compiere scelte consapevoli e all’ altezza delle sfide epocali che abbiamo di fronte.
Roberto Zalambani (Presidente Giunta Nazionale UNAGA)
IL DIRITTO DI TUTTE LE PERSONE AL CIBO E ALLA SICUREZZA ALIMENTARE
In collegamento tra Roma e Ginevra, Tedros Adhanom Ghebreyesus, QU Dongyu e Roberto Azevedo, Direttori Generali dell’OMS, della FAO e dell’OMC, hanno emesso un comunicato congiunto che parte dalla considerazione che la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza di milioni di persone in tutto il mondo dipendono dal commercio internazionale
” Mentre i paesi si stanno organizzando per implementare misure volte ad arrestare l’accelerazione della pandemia – scrivono – è necessario ridurre al minimo l’impatto potenziale sull’approvvigionamento e la sicurezza alimentare mantenendo attive le filiere alimentari, non ostacolando la circolazione dei lavoratori dell’ industria agricola e alimentare riducendo i ritardi alle frontiere per i container che rischiano di rendere inutilizzabili i prodotti deperibili aumentando gli sprechi di cibo. Chi ne farebbero le spese sarebbero le popolazioni piu’ vulnerabili ed esposte all’ insicurezza.
L’incertezza sulla disponibilità di cibo può innescare un’ondata di restrizioni all’export, creando carenze sul mercato globale. Reazioni simili possono alterare l’equilibrio tra domanda e offerta di alimenti, con conseguenti picchi e maggiore volatilità dei prezzi. Crisi precedenti ci hanno insegnato che queste misure sono particolarmente dannose per i paesi a basso reddito e con deficit alimentare, andando inoltre a scapito degli sforzi delle organizzazioni umanitarie per procurare cibo a chi ne ha disperato bisogno. È in tempi come questi che una maggiore cooperazione internazionale diventa vitale. Allo stesso modo, è inoltre fondamentale che i produttori e gli operatori del settore alimentare impegnati nella trasformazione e nella vendita al dettaglio siano tutelati per ridurre al minimo la diffusione della malattia all’interno del settore e mantenere attive le filiere alimentari. I consumatori, in particolare le persone più vulnerabili, devono continuare a poter accedere agli alimenti all’interno delle loro comunità secondo rigorosi requisiti di sicurezza.
Dobbiamo inoltre garantire che le informazioni sulle misure commerciali relative agli alimenti, ai livelli di produzione, ai consumi, alle scorte e ai prezzi degli alimenti siano disponibili a tutti in tempo reale. Ciò riduce le incertezze e consente a produttori, consumatori e commercianti di operare scelte consapevoli e, soprattutto, aiuta a contenere la frenesia degli acquisti e l’accumulo di cibo e di altri beni di prima necessità o ancor di piu’ la loro carenza aggravando i contesti di fame e malnutrizione”.
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Montana, storico brand di carne in gelatina 100% italiano, mai come in questa emergenza rappresenta un prodotto funzionale, sicuro, che sintetizza l’impegno di una filiera che non si è mai fermata per garantire i beni di prima necessità sugli scaffali degli italiani, nella piena sicurezza dei lavoratori e dei consumatori.
Proprio in questo momento il brand torna in comunicazione con il suo spot televisivo che presenta un nuovo payoff finale “Montana, la tua scelta Italiana” con l’ #scegliItalia, per farsi portavoce di un messaggio che va oltre il prodotto: l’appello di stare uniti a sostegno del nostro paese, delle produzioni e filiere italiane, scegliendo ogni volta che si può prodotti 100% italiani.
#scegliItalia vuol dire sostenere la domanda di prodotti nazionali ed è anche il modo migliore di ringraziare tutti i lavoratori e le aziende alimentari che con enorme impegno e responsabilità stanno fornendo con continuità i prodotti a scaffale, in totale sicurezza.
Oltre all’italianità (100% carne da allevamenti italiani) alla filiera corta e controllata e alla gelatina fatta con il suo brodo naturale di carne, Montana è oggi l’unica sul mercato con dichiarazione ambientale di prodotto (EPD) in etichetta. La dichiarazione calcola gli impatti ambientali dell’intera filiera produttiva, dall’allevamento al recupero e riciclo delle confezioni, con un percorso certificato nel rispetto dell’ambiente.
Montana è un marchio diINALCA, la società del Gruppo Cremonini leader in Europa nella produzione di carni bovine e prodotti trasformati a base di carne.
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La raccolta degli ortaggi in un’azienda agricola biologica
La Ministra Teresa Bellanova ha firmato, nei giorni scorsi e dopo il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni, il cosiddetto “Decreto Rotazioni”, provvedimento molto atteso dalle aziende impegnate nell’agricoltura biologica e che punta a fare chiarezza su uno degli aspetti centrali del metodo biologico, quello degli avvicendamenti colturali.
“Abbiamo accelerato l’emanazione del Decreto per dare le giuste certezze agli agricoltori che devono pianificare la propria attività”, dice la Ministra Bellanova. “Considerata la complessità del tema, è stato infatti un provvedimento a lungo discusso con le Regioni e le rappresentanze del settore”. “L’Italia”, prosegue la Ministra, “pur nel rispetto delle peculiarità territoriali, si è dotata di norme chiare e trasparenti a livello nazionale in materia di rotazioni in agricoltura biologica, fornendo ulteriori garanzie ai consumatori che fino ad oggi hanno costantemente premiato il biologico italiano. Un settore che negli ultimi anni ha fatto registrare una costante crescita, come testimonia l’incremento dei terreni destinati a queste coltivazioni, e che rende il nostro Paese leader europeo per numero di operatori biologici. Adesso, e proprio per questo abbiamo prorogato al 31 maggio i termini di partecipazione ai bandi per le Mense biologiche, dobbiamo fare di tutto perché l’emergenza sanitaria in corso non metta a repentaglio i successi raggiunti. E approvare presto la legge sul biologico”.
I dati del bio in Italia
Secondo i dati elaborati dal SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica), ultimi disponibili quelli relativi al 2018, in Italia le superfici biologiche raggiungono quasi i 2 milioni di ettari, con un incremento rispetto al 2017 di quasi il 3%, ovvero 49 mila ettari in più in soli 12 mesi: una crescita non solo in termini di superfici ma anche di soggetti coinvolti nel settore, che hanno raggiunto le 79.000 unità, con un incremento rispetto all’anno precedente di oltre il 4%. Dal 2010 gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati di oltre il 75%, e il numero degli operatori del settore di oltre il 65%. L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2018 il 15,5% della SAU nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media UE, che nel 2017 si attestava al 7,0. Altrettanto importante l’evoluzione del settore relativamente ai consumi, che crescono da 5 anni (dati Ismea) senza soluzione di continuità, registrando un aumento del +102per cento rispetto al 2013.
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Nel mese di marzo si sono registrati cali vistosi per le trattrici (-34,4%), le mietitrebbiatrici (-12,5%), le trattrici con pianale di carico (-21,1%), i rimorchi (-39,3%) e i sollevatori telescopici agricoli (-10,5%).
Nel mese di marzo, infatti, si è registrato un progressivo rallentamento delle attività produttive (con la chiusura spontanea per ragioni di sicurezza di numerose aziende della meccanica agricola) culminato poi con il blocco totale delle attività a seguito del Decreto Ministeriale del 25 marzo. Secondo l’Ufficio Studi di FederUnacoma il dato di marzo si compensa con quelli riferiti ai mesi di gennaio e febbraio ancora non condizionati dall’emergenza epidemia. Nella media del trimestre le immatricolazioni di trattrici calano del 14,6%, le immatricolazioni di rimorchi del 17,4%, mentre complessivamente in attivo risultano le trattrici con pianale di carico (+2,6%) e i sollevatori telescopici (+9,1%). Sul bilancio del prossimo trimestre peserà, purtroppo, il blocco totale della produzione e commercializzazione dei macchinari che ha caratterizzato la prima metà di aprile. Anche in presenza di una riapertura dei siti industriali – rileva FederUnacoma – i volumi prodotti saranno notevolmente ridotti, per la necessità di rispettare le norme di sicurezza e prevenzione all’interno degli impianti.
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(Milano, 11 aprile 2020) Quanti litri contiene la bottiglia chiamata Mathusalem? Cosa significa, nei vini spumanti, la frase “dosaggio zero” o “pas dosé”? E ancora, in quale regione si produce lo Sforzato? Sono solo alcune delle domande proposte nel “Vinoquiz” creato per testare il grado di conoscenza e competenza degli appassionati della materia, potenziali e aspiranti sommelier. Sì, ma in tempi di coronavirus, in cui tutti siamo chiusi in casa, come è possibile imparare l’arte di padroneggiare vini, vitigni, etichette e terroir?
Facile Sommelier, in collaborazione con l’associazione di giornalisti agroambiente e food Arga Lombardia Liguria (www.argalombardia.eu) mette a disposizione gratuitamente un corso base (8 lezioni) più altri 4 video gratuiti (valore commerciale 60,00 euro) per imparare a conoscere i vini, come si servono, da dove arrivano e a quali piatti si abbinano.
In particolare Facile Sommelier consente l’accesso gratuito al “Vinoquiz” (per verificare la propria preparazione), passaggio necessario per lasciare il proprio indirizzo email al quale, una volta verificato, l’utente riceverà una personale password generata dal sistema che permetterà di vedere i tutorial del corso base in maniera assolutamente gratuita. Per usufruire di questa opportunità, basta collegarsi a questo link: www.facilesommelier.it/facile-sommelier-solidarieta-digitale-arga
Creato da Massimo Morelli, Sommelier e Degustatore AIS (Associazione Italiana Sommelier), Diplomato WSET (Wine & Spirit Education Trust) 2 “with Merit”, il portale Facile Sommelier (www.facilesommelier.it) insegna ciò che ruota intorno al mondo del vino e, sostenendo la politica del bere responsabile, si rivolge solo a maggiorenni. Morelli, laureato in Giurisprudenza, ha conseguito successivamente un Master in gestione aziendale. Parla correntemente tre lingue straniere e da trent’anni gira il mondo occupandosi di vendite e di eventi sportivi.
“Dopo la straordinaria esperienza a ‘Pianeta Lombardia’ durante i sei mesi di Expo Milano 2015 – dice Morelli – in cui ho condotto per l’Ais le principali degustazioni nel padiglione della Regione Lombardia, incontrando premi Nobel internazionali, rappresentanti degli Stati di tutto il mondo, delegazioni di imprenditori, ho constatato quanto fosse diffuso l’interesse per il buon bere. Nel 2020 sfruttando le potenzialità del digitale, ho avviato il progetto Facile Sommelier”.
“In un momento di così grave criticità a causa della pandemia da Coronavirus – chiosa Barbara Reverberi, Presidente dell’associazione Arga Lombardia Liguria – abbiamo pensato che anche per i giornalisti del settore food fosse necessario offrire un’occasione di approfondimento e di formazione, a distanza, in modo da utilizzare al meglio il tempo che trascorriamo in casa per limitare la diffusione del virus. Come è nel nostro stile, la formazione è gratuita e vuole aiutare chi è rimasto fermo anche dal punto di vista lavorativo”.
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