Dopo il consiglio normale dei ministri agricoli, che ha avuto luogo nei giorni scorsi a Vilnius (siamo nel semestre di presidenza lituana), è complicato dare una risposta senza il timore di sbagliare.
L’IMPRESA AGRICOLA FAMILIARE – Perché se analizziamo la risoluzione adottata dal Consiglio, che celebra in linea di principio la rilevanza dell’impresa agricola familiare, in vista appunto di dedicare a tale struttura di impresa l’anno sacro 2014, allora possiamo affermare che qualcosa è uscito dall’appuntamento di Vilnius. Anche se, francamente, ci si poteva attendere qualcosa di più di una celebrazione della “family farming”.
Era lecito aspettarsi qualche risposta più concreta, che invece non c’è stata. Valutazione strettamente personale: il rush finale della riforma sta mancando lo scatto, almeno fin qui.
PER L’ITALIA OLTRE 1 MILIARDO IN MENO – Non si sa granché dell’agricoltore attivo, anche se la famosa black list potrà essere modificata dagli Stati membri, ma non basta. Del budget non si sa alcunché, salvo per l’Italia un calo complessivo di circa 1,2 miliardi di euro, gravati peraltro sul Primo pilastro degli aiuti diretti. Il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, è stato piuttosto chiaro sul punto: “Nessun ostruzionismo, ma nemmeno deleghe in bianco”. Par di capire, dunque, che senza avere ben definito le sorti dei quattrini, rimane tutto com’è. E se non si scrive la parola fine entro il 30 settembre, non c’è più tempo per tradurre i corposi dossier nella fase legislativa. Tutto semplice? Non proprio, visto che la formula della co-decisione introdotta col Trattato di Lisbona, se da un lato consente il potere d’intervento da parte del Parlamento europeo, dall’altro rende le procedure molto più lente.
TRATTATIVE SERRATE – Si preannunciano trattative ancora serrate, in una due giorni che fissa nel menù anche un’analisi delicata sul futuro del comparto lattiero caseario dopo la fine del regime delle quote latte, la cui data di scadenza è fissata al 31 marzo 2015. Meno di due anni, dunque.
FAMILY FARMING – L’appuntamento di Vilnius ha consegnato un’Europa più consapevole verso quella che di fatto è l’ossatura portante dell’agricoltura: l’impresa familiare, consacrata nel ruolo di motore dell’economia agricola, di spinta all’innovazione, alla qualità e garante di una più forte attenzione alla sostenibilità. E’ questo ciò che emerge con maggiore forza dal summit di Vilnius, dove il commissario Dacian Cioloş, il presidente della Comagri Paolo De Castro e il ministro dell’Agricoltura della Lituania Vigilijus Jukna hanno illustrato le principali forme di sostegno al modello che sarà al centro dell’attenzione nel 2014, anno internazionale delle imprese agricole familiari.
COSA PREVEDE LA RIFORMA DELLA PAC – Dalla riforma della Pac arriverà, come ha spiegato Cioloş, “un nuovo sistema di pagamenti diretti, per azioni mirate nei confronti degli allevatori, degli indirizzi produttivi praticati e delle specifiche necessità”. Concretamente, il disegno prevede per i giovani al nuovo insediamento un contributo del 25% superiore per i primi cinque anni sugli aiuti diretti, oltre ad avere la precedenza nell’accesso alla riserva dei titoli nazionali”.
Vilnius 3 lavoratorePer quanto concerne invece lo sviluppo rurale, le imprese familiari potranno beneficiare di fondi “per sostenere i servizi di consulenza agricola e le misure per la diversificazione aziendale, la ristrutturazione, l’ammodernamento, il trasferimento del sapere, tutti aspetti fondamentali per le imprese agricole familiari”.
È questo quanto emerge da un Consiglio informale dal quale era lecito aspettarsi qualcosa di più. Evidentemente per i ministri agricoli è stato sufficiente ribadire l’impegno alla family farming, chiamata alla sfide dei nuovi mercati, della filiera corta, della qualità e dell’innovazione.